Cactus Cafè

Post N° 61


EllerslieMa cos'avrà questa ragazza, me lo chiedo da sempre. Mi aggiro fra i percorsi finto-naturali del suo angolo di fiori e biancheria abbandonata, sperando di non trovarla, che non le salti in mente di declamare uno dei suoi polpettoni ridondanti, ripetitivi, che fanno tanto terza elementare.Di tanto in tanto si rivolge a non si sa chi. Domande - e quei punti interrogativi, santo cielo!, poi soliloqui aridi come gesso. Eppure la linfa, la linfa è sempre lì, meraviglia della natura, meno male che c'è lei a scorrere fra le mani di Ellerslie, fluido d'amore o quel che è.Sarà il grigiore che evoca col suo calderone di parole che sono randellate sulle ginocchia, a sbatterla un po'. Perché, alla fine, una brutta poesia non può davvero lasciar indifferenti, non se l'autocelebrazione è reiterata, non se il suo micropubblico è sempre lì a darle pacche sulla schiena. Ma l'aria triste da punkettona pentita mal s'abbina alla presunta sensualità frustrata di una capinera claustrale.Criticolonna sonora: Voglio farla finita.