Creato da copilodistoniedamore il 23/01/2014

Sologiulia

Tra un grande sogno e la nostalgia

"Io penso che le persone non si dimenticano, non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva versare anche qualche lacrima.
Cambia il modo in cui le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita.
Ci sono persone che sono entrate nella mia vita in punta di piedi e ne sono uscite esattamente nello stesso modo.
Ci sono persone che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le mie idee. 
Ci sono persone che, nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita.
Io non dimentico nessuno. Non dimentico chi ha toccato con mano la mia vita.
Perchè se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti". 

 

Luciano Ligabue

 

 

 

AREA PERSONALE

 

 

Troppo ordine opprime le emozioni.
E' nel caos la vita... 

 

 

« E' facilissimo reagire ......anche quando penso ad altro »

Sono altro, sono altrove

Post n°82 pubblicato il 02 Giugno 2015 da copilodistoniedamore

Mi piace viaggiare in treno, sfiorare la vita della gente per poche ore, carpire frammenti di esistenze di facce estranee e provare a immaginare le loro storie.
Avevo lo stomaco sigillato, quando il treno è partito...sapevo solo che mi aspettava un lungo viaggio e una giornata piena.
Nessuna voglia di parlare...solo voglia di pensare e guardare il mondo scorrere fuori dal finestrino.
Di fianco a me un tizio ha cercato di attaccare bottone...poche parole sulla scarsità dei trasporti pubblici...
Nei posti di fianco al mio una coppietta, lui ha quell'accento da checca che odio...molte telefonate per prenotare un bed & breakfast per la notte.
Dopo un po' sale un papà con la sua bimba.
Lei è carina, non ha più di 8 anni, le scarpe rosa di Barbie e alle orecchie 2 elefantini d'oro.Il papà è giovane. Non ha la fede al dito.
Si siedono di fronte a me, la bimba tira fuori un giornalino...."Papà,  facciamo i rebus?".
E' un crittogramma. Lei legge, lui la invita a ragionare, a provare con le sillabe, con le vocali.
E' una scena molto dolce.
Da come lui la guarda, da quello che si dicono, da come lei fa la civetta e da come lui la adora accarezzandola, capisco che non vivono insieme...che ai 2 manca la familiarità, la quotidianità.
Guardo l'orologio, ancora 3 ore di viaggio.
Il papà e la bimba scendono, mi salutano e io sorrido.
La coppietta continua a telefonare e amoreggiare.
Lui tira fuori una busta. Per loro è ora di pranzo...al solo pensiero di mangiare mi si contorce lo stomaco.

 

Finalmente scendo dal treno e mi avvio verso la risoluzione del mio personalissimo crittogramma.

 
 
 
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Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. 
Ci sarà il sole e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido.
Quello che prima ti sembrava impossibile ti sembrerà semplice, normale.
Non ci credi?
Io sono sicuro...e presto. Anche domani.

Fedor Dostoevskij 

 

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Ma perché non funziona tutto come nei film? 
Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo?
Perché dopo trent'anni, in un caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato?
Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli?
Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato?
Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: 'non importa, l'importante è che sei qui'?
Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: 'non ti ho mai dimenticato'?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.

 

David Grossman

 

 
 
 

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