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Amore tradito-(fin dal primo incontro)

Post n°254 pubblicato il 27 Maggio 2010 da cincin54o
Foto di cincin54o

Il significato di alcuni fiori sembra cambiare a seconda della conoscenza e interpretazione fatta da chi origninariamente li ha associati ad eventi avvenuti nella storia, proprio come nell'amore, quello vero e non superficiale, che viene descritto in modo differente a seconda di come lo si e' vissuto.

estratto da:

http://www.elicriso.it/it/linguaggio_fiori/mirto/

La pianta di mirto è stata da sempre associata all'universo femminile e alla femminilità. 

Nell'antica grecia i nomi di molte eroine ed amazzoni avevano tutte la stessa radice: Myrtò, Myrsìne, Myrtìla. Myrtò era un'amazzone che aveva combattuto Teseo come Myrìne era la regina delle Amazzoni, in Libia. Si chiamava Myrsìne una profetessa del santuario di Dodona che per un responso nefasto morì tragicamente. 

Ma anche la mitologia greca e latina associano il mirto a divinità femminili infatti era la pianta sacra ad Afrodite. In particolare Ateneo narra un'antica leggenda che vede come protaginista Erostrato, fedele ad Afrodite che durante un viaggio in mare fu sorpreso da una tempesta. Allora la dea gli apparve sotto forma di piccole foglioline di mirto spuntate improvvisamente dalla sua statueta che Erostrato aveva con se. Questo fatto diede coraggio ai marinai che così riuscirono ad approdare in un porto sicuro e salvarsi. Una volta a terra Erostrato depose la statuetta con le foglie di mirto nel tempio di Afrodite ed intrecciò una corona di rami di mirto che da allora venne chiamata "Naucràtis" ovvero "signora delle navi". 

 

 

Il mirto è stato da sempre il simbolo della fecondità tanto che Plinio lo aveva soprannominato "Myrtus coniugalis" in quanto si usava nei bancheti di nozze come augurio di una vita serena e ricca di affetti.

Nei canti cretesi rappresenta da sempre una pianta afrodisiaca tanto che si esorta chi vuole essere amato a raccoglierne un ramo. 

Il mirto è anche considerata una pianta di buon augurio e di buona fortuna tanto che quando si doveva partire per fondare una nuova colonia ci si cingeva il capo con una corona di mirto come augurio appunto di buona sorte.

Il mirto però ha anche un significato funebre. Infatti nell'antica Grecia si raccontava che Dioniso, quando era sceso nell'Ade per liberare la madre Semele aveva dovuto lasciare in cambio una pianta di mirto. Da allora il mirto ha rappresentato l'oltretomba ed i defunti.  Questa doppia valenza del mirto, da una parte pianta solare e ben augurale dall'altra pianta funebre, non deve stupire  infatti la vita e la morte sono sempre stati un tutt'uno nell'universo e l'aspetto funebre non è da vedersi in senso negativo ma semplicemente come l'evolversi della vita.

Derivazione del nome:

Il nome
La parola Mirto deriva dal latino Myrtus che a sua volta deriva dal greco Myrtos, ma probabilmente l'origine della parola è semita.
Il sostantivo Myrtos  è legato al mito greco di Myrsine, una ragazza invincibile nelle gare atletiche che venne trasformata da Pallade (divinità greca) in albero di Mirto per aver superato un giovane in una gara ginnica

Legato al nome di Venere, dea dell'amore, il mirto compare infatti in numerose leggende. Alcuni ritengono che la dea, dopo il giudizio di Paride, si cinse di una corona fatta con questa pianta; altri, basandosi su quanto affermato da Ovidio nelle Metamorfosi, sostengono che la dea, quando uscì nuda dalla schiuma del mare, si rifugiò dietro un cespuglio di mirto, per nascondersi dagli sguardi concupiscenti di un satiro.

  • I Greci usavano il mirto per cingere il capo dei vincitori nei giochi elei. Il rito sembra doversi legare alla leggenda di Myrsine.
  • Anche gli antichi Romani conoscevano il mirto. Una leggenda narra che i Romani ed i Sabini si riconciliarono, dopo il famoso ratto, purificandosi con fronde di mirto e che ai piedi del Campidoglio ne furono piantati due alberi.
  • Nel medioevo i profumieri ottenevano dai fiori, per distillazione, la cosiddetta "acqua degli angeli".
  • In passato in Sardegna e in Corsica si produceva il cosiddetto "vino di mirto", ottenuto dalla fermentazione delle bacche in acqua o lasciando macerare le medesime nel vino con aggiunta di miele.
  • In Germania, ancora oggi, è usato come pianta propiziatoria nelle nozze.

 

 

 
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