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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 01 Novembre 2007 da eccentricanellamente
 

Ernia inguinale

L’ernia inguinale non dà in genere grossi problemi: chi ne soffre si lamenta di un senso di peso, un fastidio continuo che qualche volta si accentua con lo sforzo - fino a una possibile sensazione dolorosa - e che ovviamente si fa più marcato man mano che l’ernia aumenta di volume.

Il quadro clinico è conosciuto anche ai non esperti ed è caratterizzato da:

  • sensazione di fastidio o di peso all’inguine (molto più raro è il dolore);
  • tumefazione nella regione inguinale, all’inizio più evidente quando si è in piedi o aumenta la pressione nell’addome (per esempio, durante la defecazione).

Cause

Come per tutte le ernie, le cause dell’ernia inguinale sono:

  • una particolare debolezza della parete addominale, che può essere congenita, presente fin dalla nascita, o acquisita, dovuta cioè all’età avanzata o ad altri motivi, per esempio un marcato dimagramento;
  • un aumento della pressione all’interno dell’addome, che tende a spingere verso l’esterno gli organi in esso contenuti e che si verifica per sforzi ripetuti e prolungati (sollevare pesi), ma anche durante normali atti fisiologici, per esempio il pianto, la minzione, la defecazione, la tosse, o in gravidanza.

Il solo aumento della pressione addominale non è sufficiente a determinare la formazione dell’ernia inguinale. Se così fosse, essa sarebbe, infatti, molto più frequente di quanto già non lo sia. L’ernia compare invece soltanto in individui predisposti, nei quali, per cause costituzionali o acquisite, la parete addominale è più debole, in particolare in quei punti che già di norma offrono una minore resistenza e attraverso cui l’ernia si fa strada.

Fattori di rischio

Le possibilità di comparsa di un’ernia inguinale sono maggiori se sono presenti uno o più dei seguenti fattori di rischio:
 

  • genitori o altri familiari stretti portatori di ernia;
  • nascita prematura, prima del termine previsto della gravidanza (in questo caso è più facile una debolezza congenita della parete addominale);
  • gravi patologie che determinano tosse cronica, per esempio la fibrosi cistica o altre malattie polmonari;
  • stipsi cronica;
  • eccesso di peso;
  • attività lavorativa pesante o che costringe a restare a lungo in piedi.

Infine, è bene sottolineare che spesso l’ernia inguinale è bilaterale, per cui ci sono buone probabilità che chi ne soffre o ne abbia sofferto da un lato, possa prima o poi veder comparire un’ernia anche sul lato opposto.

Complicazioni

Col tempo l’ernia inguinale tende più o meno lentamente ad aumentare di volume così da rendersi evidente anche in posizione sdraiata; il sacco erniario con il suo contenuto - di solito un’ansa intestinale con i suoi vasi - può arrivare addirittura nello scroto (ernia inguino-scrotale). L’ernia tende dunque inevitabilmente ad ingrandirsi fino a che diviene “irriducibile”, come ben sanno coloro che ne soffrono da più tempo e che constatano prima o poi di non riuscire più a farla rientrare con le proprie mani in addome (manovra di riduzione). L’irriducibilità è una delle possibili complicazioni dell’ernia e va segnalata al proprio medico.

Dolori addominali ed impossibilità di eliminare gas e feci possono essere, invece, i sintomi delle più gravi complicazioni dell’ernia, cioè l’intasamento (le feci si arrestano nel tratto di intestino contenuto nel sacco erniario) e soprattutto il cosiddetto strozzamento o strangolamento. Quest’ultimo si determina quando i vasi sanguigni diretti all’ansa intestinale fuoriuscita dall’addome vengono “strozzati” in un punto ristretto (il cosiddetto colletto del sacco o la stessa porta erniaria): di conseguenza non arriva più sangue all’ansa, che rischia di andare incontro - se non si interviene chirurgicamente entro pochissime ore - a necrosi e perforazione con infiammazione di tutta la cavità addominale (peritonite) e grave pericolo di vita.
 


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