L'avvio della macchina virtuale coincide con il processo di accensione di un personal computer: la macchina inizia con il caricamento della ROM e la ricerca dei dispositivi di boot (POST, Powen On Self Test). Esiste anche il comando di escape per il controllo manuale della sequenza dei dispositivi di boot.
Al primo avvio la macchina si presenta vuota ed è quindi necessario disporre del disco di boot di un sistema operativo. Se questo non è stato inserito prima dell'accensione della macchina, non vi sono problemi: si inserisce il CD nel drive e si lancia il reset della macchina virtuale.
Il processo di installazione del sistema operativo prescelto procede esattamente come se fosse installato su una macchina fisica. Al termine dell'installazione verrà certamente chiesto il riavvio del sistema.
A questo punto la macchina è pronta per essere utilizzata. Come impostazione di default, il tasto destro di control consente di passare il focus dal proprio sistema operativo al sistema operativo della macchina virtuale, e viceversa.
Come si noterà dal primo utilizzo, il virtualizzatore non consente un diretto accesso all'hardware fisico, ma ne crea una copia compatibile. Ad esempio, la scheda grafica sarà una SVGA e la scheda di rete un generico net host adapter.
L'elevata compatibilità dell'hardware virtualizzato consente di installare un gran numero di sistemi operativi ma, d'altro canto, limita le performance della macchina virtuale, rendendola inadatta ad applicazioni impegnative come il CAD, il rendering, il fotoritocco, il 3D ed i videogame.
Inviato da: alexpix1975
il 26/07/2014 alle 16:38
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il 12/12/2008 alle 12:16
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il 23/07/2008 alle 21:18
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il 09/07/2008 alle 23:40
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il 29/05/2008 alle 15:10