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Post n°22 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da gavasi
Tutto nasce tre giorni fa. Il film incomincia alle 9, fa parte di una rassegna ideata per celebrare le opere di Dino Buzzati, incuriosito mi ritrovo davanti al grande schermo di un auditorium con poltroncine dure e scomode immagini scorrono nella mente come un deja'vu, qualcosa mi ricorda...un altro film visto di recente al cinema 2 o 3 mesi fa (era una prima visione). Del 1976 l'uno, del 2006 l'altro...drammatico il primo e commedia il secondo. Ma che diavolo hanno in comune?! niente si direbble, molto in realtà. Valerio Zurlini (correva l'anno 1976) traspone sul grande schermo un capolavoro della letterattura italiana scritto per mano di Dino Buzzati (Il desero dei tartari). Sull'altro fronte la pungente satira di Corrado Guzzanti, con il suo "Fascisti su marte", prende le mosse dagli esilaranti sketch televisivi con protagonisti un manipolo di fedeli "arditi" del duce alla conquista del pianeta rosso. Ambientazioni sterili ed irreali. Questo a prima vista è il punto di raccordo tra questi 2 film lontani 30 anni. Il deserto (terrestre/marziano) appare in entrambe le pellicole non solo come luogo della solitudine e dell'introspezione ma anche come fucina dell'insanità, luogo misterioso che esalta la schizzofrenia umana, luogo alienante e alieno allo stesso tempo. Così il surreale si mescola al reale, l'immaginazione e il miraggio si confondono con la reale presenza di un'esercito (quello dei Tartari, e quello dei Mimimmi) la cui minaccia risulta tanto reale quanto fittizia (per inciso l'esercito dei mimimmi, che il Guzzanti trova su Marte, è composto da inerti pietre del tutto inoffensive). In breve l'allegoria dello "sconosciuto", delle paure umane, fanno la parte del leone in entrambi i film. ok! ma la morale?! Epopea di una vita passata ad attendere un destino in modo inerte e passivo (questo è il deserto dei tartari) suona come un campanello d'allarme che fa riflettere sulla necessità di essere attivo protagonista della propria esistenza. In "Fascisti su marte" il vigore dell'uomo autodeterminante esalta l'essere artefice (attivamente) delle proprie scelte nel bene e nel male se pur con accezione esclusivamente ironica.. Che dire? Cerchiamo di prendere in mano la vita con determinazione..ma senza prenderci troppo sul serio!
Post n°21 pubblicato il 24 Gennaio 2007 da gavasi
A mio parere uno dei migliori film di quest'anno. Il titolo è "Il labirinto del Fauno", ambientato nella Spagna di Franco racconta la storia fantastica di una bimba che scappa dagli orrori della guerra rifugiandosi in un mondo fantastico. Il regista è molto bravo a tenere la suspance, mantiene nettamente distinto il mondo fantastico da quello reale riuscendo tuttavia ad immergere il pubblico all'interno di entrambi questi due mondi. Definito come genere Horror, a mio parere erroneamente, in realtà non appartiene ad alcun genere. Perchè si tratta di quei film in cui la sperimentazione tecnico/narrativa fa la parte del leone. La struttura dell'intreccio è complessa: due storie diverse trovano epilogo comune solo alla fine con risvolti drammatici. Alla fine non rimane alcun dubbio nella testa dello spettatore: il cerchio si chiude con una triste verità che lascia l'amaro in bocca, che ricorda in modo un pò triste, ma in fondo veritiero, la crudeltà dell'uomo e della guerra.
Post n°19 pubblicato il 18 Gennaio 2007 da gavasi
Parto dal post precedente per ragionare sul significato della finzione...ma non mi riferisco solo alla finzione cinematografica: mi riferisco, più in generale, all'utilizzo di espedienti creativi per rappresentare una realtà alternativa... Pensiamo ad esempio a finzioni narrative utilizzate in letteratura come, per esempio, alla dichiarazione dell'autore, nella prefazione, di presentare al pubblico un vecchio manoscritto ritrovato, quando in realtà l'opera è scritta esclusivamente di suo pugno). In questo caso l'espediente serve a conferire più obbiettività alla storia, in un certo senso serve a rendere la storia più "reale". Quindi "finzione" al servizio della "realtà" Nel caso della finzione al cinema le ragioni dell'utilizzo di trucchi scenici sono chiaramente di tipo funzionale (chiaro che non si può unare il sangue degli attori no?!)...escluso per certi registi per i quali la finzione è un'attore del cast a pieno titolo( es. Tarantino che utilizza il sangue in chiave satirica, o cineasti orientali che enfatizzano i movimenti del corpo per sottolineare ora aspetti spirituali ora aspetti terreni della fisicità umana, succede anche a teatro). Qui la finzione può assumere valenza simbolica. Un altro motivo che spinge all'utilizzo della finzione...quello che preferisco, e forse quello più spontaneo..a mio parere è radicato in ognuno di noi, esplode quando vogliamo astrarci dalla quotidianità e immaginarci altre situazioni, per far parte di una realtà da noi creata ed immaginata..in una parola: "fantasia". Di più non saprei...io la vedo così!
Post n°18 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da gavasi
Ecco..a proposito di violenza per non rinunciare ad essere un pò pulp..guardate cosa ho trovato girando un pò per internet: 1) Sangue al cacao 2) Sangue Gore “coagulato” ps: Spero di non aver causato malori o conati di vomito
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Inviato da: abcip
il 12/09/2007 alle 23:08
Inviato da: SereSissi
il 03/05/2007 alle 12:19
Inviato da: gavasi
il 03/05/2007 alle 09:44
Inviato da: sasacineman
il 29/04/2007 alle 09:45
Inviato da: moviesat
il 16/04/2007 alle 17:25