sono.sola.stasera

Post N° 16

Da molto non tornavo a scrivere qui sopra, ma non posso sempre fare la cronaca dei miei peraltro pochi incontri, alla fine sarebbe un gossip-blog e comunque non sarei del tutto libera di dire ciò che penso visto che i diretti interessati hanno, se vogliono, libero accesso a questo spazio di lettura.

Posso però raccontare un incontro che mi ha visto coinvolta non come s.s.s. ma con altre modalità.

Lo credevo un artista. Niente a che vedere. Fisicamente tozzo, vestito in maniera trasandata, con addosso un vago odore di stantio, come se avesse preso i vestiti non dall'armadio ma direttamente da un baule tenuto troppo a lungo in soffitta.

Voce sgradevole, che per me corrisponde ad una stilettata al cuore. Modi bruschi, sguardo da lumacone, di quelli che ti trapassano in un nanosecondo, ti fanno la radiografia completa e poi  - alla fine - concludono che sì, appartieni alla categoria 'donna che respira' e che quindi puoi selettivamente andar bene.

Ci sediamo a tavola e subito arriva la stoccata. Dai raccontami tutto amori passati, situazione attuale, dai raccontami che poi io ti dico di me.

Cosaaaaaa? Ma mica siamo due agenti segreti che si devono scambiare le informazioni in venti secondi prima di essere scoperti dal nemico. Mi spiace, ma se la confidenza si instaura certe cose arrivano naturalmente, altrimenti nemmeno sotto tortura

Lui capisce, si irrigidisce, cerca altri argomenti di conversazione. Io guardo l'ora, temporeggio, penso ai fatti miei. Finito di cenare mi propone di andare a bere qualcosa. Rifiuto, sono stanca (di lui). Lo saluto e lui mi mette il broncio come un bambino che non è stato portato al lunapark. Tenta un'ultima carta e disperato mi chiede: come bacia una donna come te?

La prendo alla larga, glisso, faccio qualche battuta. Il tutto per non pronunciare le uniche parole che mi occupano il cervello in quel momento: scarne ma fin troppo chiare anche per chi non vuol capire.

Temo che non lo saprai mai.