di tutto un pò

Post N° 21


OK .... Eccomi qui! Dopo circa un anno di silenzio ho deciso di ricominciare a scrivere i miei pensieri! E' stato un anno molto difficile, del resto non è stato l'unico! Scrivo perchè durante questo anno ho avuto modo di riflettere su molte cose. E' strano come nella vita non si possa mai dire di essere arrivati! Non si parte e non si arriva .... Si vive e basta! Se solo si avesse il coraggio di vivere fino a fondo ciò che ci capita!!!! Penso che tutti noi siamo vittime del nostro SUPER IO che ci costringe entro i canoni delimitati dal comune senso di pudore e di dovere. Più che un'entità, questo SUPER IO è una specie di esercito fatto di tanti soldatini-sentinella chiamati "sensi di colpa". Hanno tutti il compito di imbrigliare l'ES: quel cavallo selvaggio che scalpita e morde il freno. E' una parte fatta di emozioni, di sentimenti allo stato puro. E' quella parte che, sia psicologicamente e sia biologicamente, è governata dalla porzione più ancestrale della natura umana. Uno spirito pazzo ed incosciente che fa battere il cuore a 100 all'ora, che ti da i brividi delle emozioni più pure, che sta alla base della nostra creatività, intuizione, dei nostri pensieri più estremi ma anche più sublimi. Molte persone hanno anestetizzato questo cavallo ma in altre è sempre vivo. E' spesso costretto a vivere come un dormiente in un territorio molto ristretto. Ogni tanto cerca di sfuggire a qualche sentinella, ma invano! Più sentinelle ci sono e più questo cavallo scalpita.
E' una continua lotta che genera sempre un senso di angoscia. L'ES è una parte primitiva, ancestrale, ma se è sopravvissuta a tutti questi millenni di evoluzione deve per forza essere funzionale a qualcosa! A cosa? Alla nostra sopravvivenza!!!! Se il genere umano non avesse avuto l'ES si sarebbe già estinto! Anche il SUPER IO, però, deve essere funzionale a qualcosa: se non ci fosse stato probabilmente il genere umano si sarebbe autodistrutto.E' qui che sta l'eterno conflitto tra la "pazzia" e la "razionalità", tra l'incoscienza e la coscienza. La conservazione della specie sta proprio in questo eterno equilibrio dinamico. Ma qual è l'equilibrio? Quando questa alternanza tra bene e male diventa salutare e non devastante? Credo che tutto sommato il vero equilibrio stia nella capacità di affrontare questa conflittualità e soprattutto nel coraggio di fare affiorare le risposte che sono in ognuno di noi. Questo implica necessariamente una scelta. A volte si può anche scegliere di non scegliere, l'importante è avere bene chiaro nella testa e nel cuore le conseguenze del nostro comportamento e la capacità di riuscire a comprendere se abbiamo la forza ed il coraggio di affrontarle! Solo così si può raggiungere l'equilibrio. Lo so che forse ho detto solo delle banalità tuttavia, in alcuni frangenti, queste banalità non sono così banali! Il principio edonistico che governa la natura dovrebbe essere applicato anche nella vita quotidiana. Se è vero che la natura seleziona da se i meccanismi vincenti, evidentemente il principio edonistico deve esserlo visto che è estremamente diffuso. Il leone che caccia una preda veloce non si arrende subito ma nemmeno si lancia in un inseguimento estremo. La insegue si, e da tutto se stesso per averla, ma non a costo dello sfinimento. Cerca di ottenere il massimo beneficio controllando lo sforzo ed il sacrificio. Nell'uomo il sacrificio genera i martiri! Un mondo fatto di martiri, però, avrebbe ben poco successo. Tutti votati all'autodistruzione!!!!!!!!!!!!! Il senso del dovere è funzionale solo a livello sociale, e questo è giusto, ma a livello individuale dovremmo lasciare più spazio ai nostri desideri più intimi e alle nostre aspirazioni, anche se poco edificanti! I nostri desideri ci spingono aulla "via del peccato" ma se abbiamo la forza di accettare il rovescio della medaglia (le incursioni delle sentinelle) non possono essere devastanti. Dobbiamo ascoltare di più il nostro cuore. L'equilibrio individuale sta nell'accettazione di se stessi e soprattutto nella capacità di perdonarsi un pò di più. Essere più tolleranti con se stessi vuol dire allargare il recinto entro cui il cavallo selvaggio è costretto a vivere, dandogli la sensazione di essere un pò più libero. In fondo, maggiore è lo spazio entro cui questo cavallo può muoversi, minore è l'attrito con le sentinelle e quindi va da se che anche l'angoscia generata da questo conflitto verrà inevitabilmente attenuato e non daremo modo al "SE FALSO" di fare capolino. Un modo per attenuare il conflitto, infatti, è la creazione del SE FALSO, altrettanto devastante del conflitto che l'ha generato!!!!!!!!!!!!!!! Ora quel cavallo pazzo che è dentro di me sta studiando il recinto entro cui è stato rinchiuso! Non so se un giorno riuscirà a fuggire ma so che se e quando succederà non sarà facile catturarlo di nuovo.
SARA' LIBERO E ALLORA PRENDERA' LA SUA STRADA CHE DI CERTO NON CONDURRA' IN PARADISO ........ O FORSE SI!!!!!