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Una pagina di politica locale (ottobre 1954)
Post n°26 pubblicato il 28 Luglio 2015 da SusettaMT
A Soriano i risultati del Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946 furono inequivocabili: Repubblica voti 3173, Monarchia voti 1303. Seguì un breve periodo di commissariamento della Amministrazione (dott. Inigo Tosaroni) fino all’ottobre dello stesso anno, quando, a seguito di elezioni, si insediò il nuovo Consiglio Comunale.Delle due liste presenti, Falce e martello (in cui confluirono socialisti e comunisti) e Rocca (che comprendeva democristiani, liberali e repubblicani), ottenne il maggior numero di consensi la prima. Settimio David fu eletto sindaco.Una specie di conferma, si potrebbe dire. Infatti, anche l’ultimo Consiglio Comunale democraticamente eletto, prima della salita al potere del fascismo (elezioni del 17 ottobre 1920), aveva una maggioranza socialista ed aveva nominato sindaco l’operaio Davide Potenza. Nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948 i democristiani superarono, pur se di misura, i social-comunisti.Per quanto riguarda l’Amministrazione locale si deve riscontrare un nuovo commissariamento nel periodo 7 luglio 1948-24 aprile 1949 (dott. Inigo Tosaroni) a causa di inchieste giudiziarie che coinvolsero sindaco ed assessori. Anche alle elezioni del 3 aprile 1949 si presentarono due liste: Vanga e falce (socialisti e comunisti) e Torre civica (democristiani, liberali, socialdemocratici e repubblicani). Questa volta la vittoria andò alla lista Torre civica e Aldo Santocchi fu nominato sindaco. Ma quest’ultimo, nel mese di novembre, dette le dimissioni e fu sostituito dal dott. Attilio Caliento, che rimase sindaco fino alle successive elezioni (10 ottobre 1954). In quest’ultima tornata, ancora una volta, si presentarono due liste: Vanga e stella (socialisti e comunisti) e Stemma civico (democristiani, liberali, repubblicani, socialdemocratici). Con largo margine, il successo fu della lista Vanga e stella. Giuseppe Ciorba fu nominato sindaco.Tale rimase, risultando le liste di sinistra vincenti per ben 5 elezioni consecutive, fino al giugno 1978. Per la sua dedizione e per la sua lunga permanenza nel ruolo di primo cittadino, per i sorianesi di ogni tendenza e credo politici, Giuseppe Ciorba (detto “Peppe”) è stato e continua ad essere I’ Sindico per antonomasia. Questa breve carrellata sulle vicende politico-amministrative locali dal dopoguerra al 1954 (le notizie sono tratte dal volume di Domenico David, Soriano nel Cimino nella storia e nella leggenda, Roma: De Cristoforo Editore, 1986) ha avuto lo scopo di introdurre un articolo scritto da Sergio Perucchi in occasione della vittoria della lista Vanga e stella nella tornata elettorale del 10 ottobre 1954 e pubblicato nella rivista Vie nuove: settimanale di politica, attualità e cultura (anno IX n. 42, 24 ottobre 1954), rivista diretta da Luigi Longo. L’articolo, ormai dimenticato dai più (e proprio per questo inserito in questo Blog) tenta una analisi, peraltro non sempre obiettiva e a volte persino ingenua, dei motivi che portarono alla vittoria della sinistra e fornisce un simpatico spaccato di vita politica (e non solo) in una piccola comunità agricola. E’ insomma un testo che vale la pena di leggere. Purtroppo, a causa della vetustà del fascicolo, mancano alcuni spezzoni di frasi (poche parole in tutto), ma il significato dell’analisi anche sociale rimane inalterato.Questa copia del periodico mi fu donata (insieme ad altro prezioso materiale) nell’ormai lontano 1975, da Settimio David, in occasione di un incontro che ebbi con questo fantastico e poliedrico uomo durante il lavoro di ricerca per la mia prima tesi di laurea.Prima che lo stato di conservazione degeneri ulteriormente, mi fa piacere condividere queste osservazioni che potremmo definire di un altro mondo e un altro tempo con i miei concittadini e non solo. Trascrizione articolo:UN COMUNE HA CAMBIATO COLORE. L’elettorato italiano si sposta sempre più a sinistra e oggi le forze popolari otterrebbero probabilmente anche su scala nazionale un successo già molto superiore al 7 giugno. Ecco come, a Soriano nel Cimino, oltre 500 cittadini han cambiato parere.Soriano nel Cimino, ottobreLa campagna elettorale era iniziata nei primi giorni di settembre, quando già i villeggiati facevano le valigie. Erano per lo più famiglie di funzionari romani costrette nei limiti del mese di ferie. Rimasero i più ricchi che pazientemente potevano attendere il tempo buono. Dopo le piogge d’agosto, infatti, venne sui castagni del Cimino uno splendido sole. Le signore alloggiate all’albergo degli Oleandri non furono turbate dalla campagna elettorale perché un accordo tra i partiti, su iniziativa delle sinistre, stabiliva che non si dovessero sporcare i muri. In piazza Vittorio Emanuele sorse un palco drappeggiato di tricolori, dove era dipinto, sempre tra il bianco il rosso e il verde, lo stemma di Soriano, attraversato da una fascia d’oro con la scritta Fidelitas. Era questo il simbolo della Concentrazione Democratica, cioè dei partiti governativi, che si ergevano a rappresentanti della Patria, del Comune e della democrazia, tre cose giustamente care agli abitanti di Soriano. (Essi sono in numero di 8540, con un rapporto tra femmine e maschi favorevole, o meglio sfavorevole, agli uomini che sono superiori per 742 unità). Sempre in piazza Vittorio Emanuele le sinistre (Alleanza del lavoro) presentarono il loro simbolo: una vanga e una stella. Il resto d’Italia, in quel mese, si interessava a importanti problemi internazionali e interni: Mendès-France, la CED, l’affare Montesi, Trieste, la guerra fredda. Si discuteva ovunque di politica, ed anche molti democristiani avevano i loro rimproveri da rivolgere al governo, anche i fascisti, anche i socialdemocratici. Tuttavia, se essi fossero stati posti di fronte a una scelta concreta, come avrebbero deciso? Avrebbero dato la loro fiducia agli uomini della Dc sperando di vederli rinsavire? O si sarebbero spostati a destra? A sinistra? E’ un problema ancora aperto per molti italiani. A Soriano invece, come in pochi altri Comuni del nord e del sud-Italia la scelta si poneva in modo concreto: vanga e stella o stemma del Comune. E cosa era passato, dal 1949 ad oggi, nell’animo degli elettori di Soriano, contadini e operai e commercianti, e scalpellini, calzolai, falegnami, ingegneri, agrimensori, ragionieri, albergatori? Nel 1949 la maggioranza dei 4788 elettori aveva scelto un sindaco democristiano, Attilio Caliento, autorevole funzionario del partito al governo, ex segretario provinciale della Dc e amico dell’onorevole Andreotti. E ora? Sul palco, in piazza Vittorio Emanuele, si alternavano personalità eminenti. Venne il segretario nazionale del Pli, Malagodi, il vice segretario del Pri, l’onorevole Bonomi, l’onorevole Andreotti. Per la sinistre parlarono Gian Carlo Pajetta e Lizzadri. La domenica, la banda municipale suonava Rigoletto, Lucia di Lammermoor o il concerto di Varsavia, ma tutti, suonatori e pubblico, continuavano ad avere in mente le sorti del Comune. I pensieri del flicornino solista Settimio David, che è anche capobanda, erano certo i più trasparenti: vice sindaco socialista nel ’19, comunista nel ’21, poi partigiano e primo sindaco della Liberazione, forse riandava con la memoria a quando, tredicenne, si era iscritto alla Giordano Bruno. Era sicuro che il Comune sarebbe tornato ai rossi. Al caffè Rossi il ragionier Siro Scarponi, liberale, spiegava perché aveva accettato di entrare nella lista vanga e stella. “Proprio perché sono liberale – diceva – collaboro con i comunisti. L’anticomunismo è fatto solo di paure e di ignoranza”. Siro Scarponi frequentava un tempo il Circolo sorianese, sopra il caffè, dove si riunisce la borghesia locale. Quando si trattò di decidere l’abbonamento ai diversi giornali disse ingenuamente che era giusto leggere il Paese e Vie Nuove se non altro per potersi documentare. Solo il professor Fucci sostenne la proposta, che fu regolarmente bocciata. Così il ragionier Scarponi, per potersi informare, prese a frequentare i comunisti, a leggere Gramsci, e a discuterne con loro. Scoprì, in questi contatti, che essi erano molto più aperti, molto più liberali, dal suo punto di vista, che non i suoi vecchi amici. I comunisti facevano la loro propaganda casa per casa, diffondevano la loro stampa, proiettavano filmine con la lanterna magica. Quando le immagini riguardavano l’affare Montesi intervenivano i carabinieri, aumentando la curiosità. Se queste erano le campane delle sinistre le trombe del governo suonavano con estremo clamore. Poiché vi era solo la lista di centro (dc, liberali, repubblicani e socialdemocratici) e le destre avevano avuto la cortesia di non presentare la loro lista per non distrarre voti, il problema più assillante era quello di procurarsi i voti degli elettori monarchici e fascisti. Così l’onorevole democristiano Paolo Bonomi ricordò con commozione di essere stato balilla, e abbracciò pubblicamente […]. Poi risalì in macchina […].Piccoli episodi di tutte le elezioni, e nessuno, tra essi, si può dire decisivo. Domenica 10 ottobre a Soriano si alzarono presto per andare a votare, e il lunedì i partiti della lista vanga e stella esposero in piazza Vittorio Emanuele i risultati definitivi: 2595 voti alle sinistre, contro i 1875 alla coalizione governativa. 310 schede bianche o nulle. Questo significa che in cinque anni oltre 500 persone di diverse opinioni hanno deciso di dare la loro fiducia ai comunisti e ai loro alleati. Se partiamo da una cifra più vicina, i 2489 voti ottenuti dall’opposizione il 7 giugno 1953, vediamo che in un anno e mezzo oltre 100 persone hanno aggiunto i loro voti. E’ un cammino silenzioso e inesorabile, ed è veramente difficile una inchiesta sui voti perduti dal governo. Forse, più che la stessa opinione dei vincitori, che hanno lavorato con onestà e intelligenza secondo la politica dei loro partiti, potrebbe essere illuminante l’opinione degli sconfitti. La difficoltà di trovare l’ex sindaco può essere di per sé una spiegazione: un sindaco, normalmente, dovrebbe passare la maggior parte del suo tempo tra i suoi amministrati. Al caffè Rossi, comunque, si può trovare il geometra Francesco Valeri, capozona della Democrazia cristiana. E’ un dirigente politico giovane e deciso nelle sue opinioni, che risponde con precisione e freddezza. La sua opinione è che, a posteriori, non c’è niente da dire, le elezioni vanno come vanno. “C’era da meravigliarsi – dice – che in un comune tradizionalmente rosso come Soriano vi fosse un’amministrazione democristiana. Il geometra Adamo Siena, socialdemocratico, era candidato nella lista della Concentrazione. Ha una grande fiducia nelle possibilità del suo partito se si presentasse da solo. “Vi sono elettori che credono in una democrazia laica e finiscono col votare per le sinistre, mentre potrebbero votare per noi”. Parla della proporzionale pura come dell’unica, concreta possibilità di rovesciare le sorti declinanti del suo partito. La conoscenza con il signor Giuseppe Morini, candidato repubblicano, conferma i singolari umori di quel partito. All’ingresso del caffè Rossi, pantaloni, giacca, gilè, cappello neri, egli è l’unico che sostiene di conoscere, esattamente, il motivo che ha portato alla vittoria le sinistre. “Il motivo c’è”, dice. Poi vi guarda con un sorriso indagatore: “C’è ma non è giusto che ve lo dica”. Forse ci sono anche i fascisti al caffè Rossi, ma non si sente la loro voce, almeno in una visita affrettata come la nostra. La loro spiegazione, comunque, si può leggere sul loro quotidiano : “Ancora una volta Scelba ha regalato una bandiera a Togliatti”. Forse questo, pur nella sua stupidità, può essere un inizio di spiegazione. Le alleanze fatte qua e là, caso per caso, tra forze che si proclamano eterogenee, sia quando giungono in porto, sia quando restano, come a Soriano, nell’equivoco, hanno convinto definitivamente gli italiani che non si può credere né agli uomini del governo né ai loro occasionali alleati. Anche a Soriano nel Cimino, dove il Comune era stato amministrato dal partito al governo forse meno peggio che altrove, gli elettori hanno preferito gente che è solita non vergognarsi di sé, né dei suoi amici, che non promette regali e non fa ricatti, ma si pone, semplicemente, il problema di amministrare le cose di tutti nel modo migliore.Sergio Perucchi |
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