Creato da AmmiraglioLanglais il 22/08/2009

SORSI DI LUCE

Il reticolato dell'Ammiraglio Langlais .................................................................... pensieri, riflessioni, letture, immagini, suoni e colori dell'anima ...e anche no............."Sorsi di luce" pertanto vuole essere un semplice momento di incontro, come si farebbe assaporando un buon caffè, o passeggiando a braccetto per le strade di una città sconosciuta, o seduti in riva al mare ascoltando la risacca...

 

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Zaccaria

Post n°116 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da AmmiraglioLanglais

Lannunciazione della nascita di Giovanni

 E’ strano, però la storia di Cristo non inizia con lui bensì con Giovanni, l’uomo che gli prepara la via, colui che annuncia Cristo. E’ necessario dunque capire che per arrivare a Cristo bisogna assolutamente passare per Giovanni. Simbolicamente, senza Giovanni e quello che rappresenta non c’è alcuna annunciazione dell’avvento e della fioritura del nostro Dio nel cuore. Occorre quindi “gettarsi” nel deserto e cominciare a preparare la via. Se non si annuncia che il lavoro è fattibile, se non ci si dedica alla preparazione della via, affinchè emerga Dio dal nostro cuore, ciò non avverrà mai. Per dedicarsi a questo lavoro occorre un grande sacrificio.
Al tempo di Erode, re della Giudea….
Con questa prima frase entriamo subito nel vivo della questione: apprendiamo che la Giudea era vinta e che al potere c’era Erode. La cultura ebraica si trova quindi sotto il giogo di un’altra cultura. In questo periodo dove tutto sembra morto o moribondo c’è comunque un rito, ma si tratta di un rito che non offre speranze.
Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abbia… e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Elisabetta (che significa casa di Elia) era sterile ed anziana. Entrambi osservavano i comandamenti di Dio in maniera irreprensibile. Essere “giusti di fronte a Dio” significa essere puri ed osservare tutti i comandamenti. Inoltre, furono sottoposti a una dura prova, in quanto non avevano figli. A quell’epoca infatti era vergognoso per una donna non aver generato e non poterlo fare: la sterilità era vista come un castigo, perché occorreva che la stirpe si riproducesse (il comandamento era “andate e moltiplicatevi”); se la donna era sterile, dopo dieci anni l’uomo aveva il diritto di divorziare.
Da tutto ciò possiamo dedurre che l’amore di Zaccaria per Elisabetta era molto grande, dato che non volle mai separarsi da lei: restarono insieme fino alla vecchiaia, anche se Elisabetta era disprezzata da tutti a causa della sua sterilità. Possiamo dedurre inoltre che entrambi soffrivano di enormi complessi: lui per non essere stato capace di generare un discendente, e lei per non aver potuto dare un figlio all’uomo che amava tanto. Ciò nonostante rimasero uniti, sopportando il disprezzo della comunità.
Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso.
Zaccaria non viene certo designato per puro caso. All’inizio sembra un caso accidentale, ma in realtà egli è stato scelto: ha già superato le prove e, nonostante queste, non ha mai incolpato Dio, mai gli ha rimproverato qualcosa. Dunque quest’uomo, triste per i motivi che sappiamo, entra nel tempio. In quel momento non pensa affatto ad avere un figlio: ha perso ogni speranza in proposito, perché è vecchio e sua moglie pure.
Attraversa il tempio in completa solitudine, dato che il rito deve essere celebrato da un solo sacerdote. Tutto il popolo lo aspetta fuori. L’immagine è precisa e realistica: il tempio e la solitudine di Zaccaria, colui che avanza per fare ciò che tutti i sacerdoti che lo hanno preceduto hanno fatto a loro volta: chiedere l’avvento del Messia. Si tratta in definitiva del suo incontro col Dio che ama.
Il più profondo desiderio di Zaccaria, dato che egli è “un uomo giusto”, è quello dell’avvento del Messia. E’ il suo maggior desiderio e non ne coltiva altro, particolarmente nel momento in cui si trova nel tempio per adempiere il rito. Non pensa a se stesso e lascia da parte i suoi problemi personali. Dal momento in cui entra, svuota il suo cuore ed il suo spirito.
Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso.
Zaccaria avanza sospinto dalle voci del popolo proveniente dall’esterno, delle quali è un semplice emissario. E’ umile, la sorte gli ha concesso l’onore di diventare il messaggero del popolo e desidera soltanto adempiere al suo compito: bruciare l'incenso. Porta l’offerta e si avvicina all’altare, ma cammina provando il timore che sperimenterebbe qualsiasi uomo che si presenta davanti a un Dio potente che ha fulminato, di colpo, migliaia di persone. Zaccaria avanza, sebbene non si senta abbastanza puro per presentare questa offerta. 
Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 
L’Angelo apparve alla destra dell’altare. Cosa significa? Se ci si trova davanti all’altare, come Zaccaria, allora l’angelo appare alla nostra sinistra; nella cultura occidentale questo è il lato ricettivo, mentre il destro è quello attivo. Ciò significa che l’angelo si rivolge alla nostra ricettività, al nostro cuore, alla nostra emotività. L’altare è d’oro: è anche perfetto, puro. Ma più puro ancora è quello che appare. Bisogna immaginarselo e immaginarsi anche la reazione di Zaccaria.
Quando lo vide Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse “non temere Zaccaria….”.
E’ comprensibilissimo che gli dica “non temere”, dato che vedere un angelo non è affatto cosa comune. Zaccaria avanza, il pavimento inizia a tremare, mentre fuori continuano a elevarsi ininterrottamente le voci della moltitudine in preghiera. 
….l’angelo gli disse: “non temere”
Nel dire a Zaccaria “Non temere”, l’angelo gli toglie davvero ogni paura, poiché la sua voce è quanto di più puro si possa immaginare. Zaccaria cessa di aver paura dell’angelo perché gli dice: “non temere”. L’angelo lo ama completamente: prima di tutto, infatti, è un’incommensurabile energia di amore.
L’angelo è così immenso che all’inizio non possiamo credere in lui e ne abbiamo paura perché ci sovrasta. Ma quando questa forza angelica, questa energia, ci dice “non temere”, per una volta almeno nella nostra vita non abbiamo più paura. E’ possibile, per noi che viviamo costantemente nel timore, immaginare uno stato che consiste nel vivere senza paura?
Per cominciare, abbiamo paura di morire; è una paura che ci perseguita costantemente ed è la prima che bisogna vincere. Poi abbiamo paura della pazzia; l’uomo è un animale folle.
Non provare paura significa essere pronti ad affrontare qualsiasi cosa e possedere una fede assoluta che l’angelo sarà a nostro fianco.
Dobbiamo capire che l’angelo apparso alla destra dell’altare si manifesta in realtà nel nostro cuore. Siamo l’altare d’oro e dentro di noi c’è un angelo che ci parla. Di colpo, in piena notte, immersi nell’angoscia vedendo invecchiare il nostro corpo e consumarsi la nostra vita, un angelo dentro di noi ci dice: “non aver paura”. E ci abbandoniamo a lui e per qualche minuto non abbiamo più paura, sospendiamo per un attimo la nostra costante paura.
Zaccaria vede l’angelo; anche noi siamo Zaccaria, il vecchio deluso, il vecchio punito. Anche in qualche parte di noi c’è una zona sterile: è la mancanza di fede. Infatti, sebbene dica il contrario e faccia notevoli sforzi in tal senso, in realtà Zaccaria non ha fede. Anche noi siamo un po’ Zaccaria, e come lui riceveremo la visita dell’angelo se lo aspetteremo abbastanza, se non ci lasceremo sviare da una sola critica, se non ci permetteremo distrazioni e dubbi. Essere anzitutto irremovibili nella nostra fede. Così senza paura tutto andrà bene. 
Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita…. 
Zaccaria si domanda: “La mia preghiera è stata esaudita? Ma come? L’unica cosa per cui ho pregato è stata l’avvento del Messia. Allora il Messia verrà! Che gioia!
….e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. 
Zaccaria dice fra sé: “Ma questa non era la mia preghiera! Non ho chiesto un figlio! Non ho pregato per questo! Ho pregato per tutti, mai per me! 
Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita…. 
Zaccaria pensa: “Molti? Quante persone potranno rallegrarsi per la nascita di mio figlio? Quanti amici ho? Nessuno. Mia moglie è disprezzata. …” 
Zaccaria non sapeva che quella nascita avrebbe riguardato milioni e milioni di persone, e che l’umanità intera avrebbe gioito. Zaccaria ignorava le enormi implicazioni delle parole dell’angelo perché non aveva coscienza dell’importanza dell’evento. L’angelo gli stava dicendo che a partire da quel momento tutti gli esseri umani si sarebbero rallegrati della nascita di suo figlio; ed in effetti oggi, duemila anni dopo, ancora ci rallegriamo.
A volte riceviamo un’annunciazione…. Lavoriamo come formiche ad una piccola opera senza sapere probabilmente che quest’opera resterà nei secoli. La persona che annuncia e prepara la via è “grande davanti al Signore”. Lo spirito che ci anima quando prepariamo la via è uno spirito sacro, la parte più sacra di noi stessi. Il nostro Io diventa “Giovanni” solo a partire dal momento in cui smette di lavorare per se stesso e inizia a farlo per l’altro.
Durante la maggior parte del tempo, mentre vedo, mi vedo. Conta solo l’io, l’io che lavora sempre per se stesso. Assomigliamo agli autistici: l’io lavora solo per sé e chiede senza sosta. La sua richiesta è come un pozzo senza fondo. Chiedo. Chiedo all’altro. Chiedo alla vita. Chiedo a Dio. Chiedo alle persone che mi stanno a fianco. Chiedo alla società. Chiedo. Perché in questo consiste l’”io”: in una continua richiesta. 
A questo stadio non c’è ancora un “Giovanni”. Solo quando l’”io”, invece di chiedere, impara ad annunciare l’avvento della luce, diventa “Giovanni”.
E’ allora fondamentale vedere in cosa consiste la missione di Giovanni e la sua incomparabile bellezza. Il lavoro consiste nel ricondurre il cuore dei padri ai figli.
Oggi, in genere, il cuore dei genitori non viene dato ai bambini, ma ai genitori stessi. L’umanità ha molto sofferto per questi individui che si dedicano soltanto a se stessi, non preparano la via e non lavorano per il bambino in quanto bambino, ma solo in quando prolungamento narcisistico di sé. I padri e le madri non sono diventati “Giovanni”, non si sono trasformati in esseri umani completi che creano un nuovo essere umano completo. Solo un padre ed una madre senza volto possono dar vita ad un bambino che non abbia volto: un lavoro molto arduo. Infatti se il popolo non è preparato il Maestro non può venire. E’ qui che risiede tutto il mistero.
Ricordiamo che in quel momento Zaccaria non crede, perché ciò che stava accadendo era troppo bello. Quindi dice fra sé: “Non sono che un miserabile vecchio dell’ottava delle ventiquattro classi di sacerdoti. Se mi trovo qui, in questo tempio, è perché sono stato sorteggiato. Nessuno mi ha designato. E’ solo un caso. Così, con quale diritto, con quale merito? IO? Devo riconoscere la mia condizione. Inoltre ho una moglie in menopausa che invecchia di giorno in giorno. Vivo con una vecchia e neanche io non sono diverso. La mia giovinezza, e tutto ciò che vi era legato, se n’è andata. Come potrei produrre, per l’umanità questa enorme cosa? No, no, no! Non è possibile!”. 
Zaccaria disse all’angelo: “ Come posso conoscere questo?” (In realtà sta chiedendo: “Come fare a credere?”) “io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”.
L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio..”
Gabriele, che sta al cospetto di Dio. Bisogna immaginare il suo potere, se era capace di stare di fronte a Dio senza essere fulminato.
…e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo.
Zaccaria si ritrova muto: dovrà aspettare nove mesi per recuperare la parola. Ora si che crede! Dal momento in cui ottiene la prova che gli mancava, crede e obbedisce. Perciò l’angelo gli toglie la parola. Come farà Zaccaria a spiegare tutto a sua moglie? Lei sarà sorpresa. 
Elisabetta sentiva così inspiegabilmente di portare dentro di sé una vita, un grande miracolo, però non poteva mostrarsi agli altri. Bisogna immaginarla: una vecchia cui si ingrossava il ventre….. Pertanto, durante cinque mesi nessuno seppe niente di lei.
…e diceva: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini”
Elisabetta sta dicendo fra sé: “Ora non ho più vergogna. Ho concepito un figlio. Non posso mostrarmi però accetto il miracolo. Ce l’ho. Lo porto con un amore immenso perché mio figlio è per sé e per tutti gli altri. Nel seno della mia vecchia carne c’è quella nuova. E’ la nuova vita che appare in un corpo vecchio, come un pesciolino che nasce in un oceano millenario.”
L’oceano era millenario: dopo un’eternità era pieno di ricchezze. Improvvisamente appare un pesce vivo. Per l’oceano questo pesciolino vivo è più importante di tutti i suoi tesori. La vita che nasce fra le rovine, fra gli avanzi: nella nostra fede e nella nostra sofferenza, grande come un oceano.
A un certo momento della vita, la mia parte sinistra e la destra si incontrano, si perdonano, si amano. Allora vedo nascere dentro di me un uomo nuovo. Capisco, allora, che non sarò mai più lo stesso perché è successo qualcosa di incredibile e tutta la mia vita è cambiata. La mia vita intera non è altro che una pelle vecchia; adesso capisco che ciò che ho posseduto, accumulato, custodito, si consacrerà alla mia crescita, a far maturare il “Giovanni” che è dentro di me. E Giovanni non sarà per me, perché verrà a preparare la via miracolosa che l’umanità sta aspettando.

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

Cara amica, Caro amico,

non ho ancora approfondito per quale motivo ho deciso di aprire questo Blog "Sorsi di luce"... probabilmente si tratta del bisogno, oggi così diffuso, di sentirsi in contatto .... di avere compagnia... di ascoltare e sentirsi ascoltati.

Non credo di avere delle cose importanti o stupefacenti da offrire...

ma..... probabilmente, solo la quieta serena confidenza di un'amica che di tanto in tanto ti segnala qualcosa che l'ha interessata.... che ha fatto vibrare per quache istante la sua anima.... qualche riflessione ad alta voce... senza alcuna pretesa.... semplicemente perchè sgorga naturalmente... come l'acqua del ruscello che ho scelto come l'immagine del blog.

Spero possa stare bene in mia compagnia ...  buon divertimento

 

TRAMONTO SUL MARE

 C'è un'ora del giorno in cui tutto cambia, è il tramonto, momento in cui il colore del cielo si tinge di rosa e il mare diventa lo specchio perfetto per tanta bellezza. A noi non resta che fermarci ed ammirarlo. sentendoci per un attimo parte di quella bellezza. 

 

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BENVENUTO

....così desidero immaginare questo blog come una bella festa da passare con tutti gli amici e parenti, vicini e lontani geograficamente e spiritualmente. Creare per rendere accogliente e gradevole la mia "casa", per poter condividere dei momenti sereni con gli invitati o semplicemente, come avviene nelle feste di paese, con i curiosi.

Ecco che allora il mio lavoro assume un significato più completo e gratificante: diventa come una bella pesca matura che si lascia cogliere, grata di aver avuto la fortuna di aver potuto vivere il suo scopo e poter liberare i suoi semi.

Perciò ti ringrazio amico mio. Il realizzare questo blog in tua compagnia, pensando alla nostra  possibile comunione, sera dopo sera,  è per me fonte di gioia. Spero che anche tu, leggendo, possa divertirti e conoscermi un pochino, almeno da sapere che, al di là della vita banale di tutti i giorni, dietro allo sguardo talvolta soprappensiero, c’è una persona che vive. 

 

 

ESSERE COME SE....

Lavora come se non avessi bisogno dei soldi, ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire, balla come se nessuno ti stesse guardando, canta come se nessuno ti stesse sentendo, vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra

 
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