Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d'estate. Tre giorni così, con te, li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere.
Odio l'arroganza razziale che decreta che le cose belle della vita siano un diritto esclusivo di una minoranza della popolazione e che riduce la maggioranza della popolazione a una posizione di sottomissione e di inferiorità, considerandola un insieme di schiavi senza volto che lavorano e si comportano come gli viene detto dalla minoranza dominante. |
Qui non si misura il tempo, qui non vale alcun termine e dieci anni son nulla. Essere artisti vuol dire: non calcolare e contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e sta sereno nelle tempeste di primavera senz’apprensione che l’estate non possa venire. Ché l’estate viene. Ma viene solo ai pazienti, che attendono e stanno come se l’eternità giacesse avanti a loro, tanto sono tranquilli e vasti e sgombri d’ogni ansia. |
Ho sempre benedetto i colpi di fulmine. Quelli in cui ti infiammi per qualcosa che non conosci, il fuoco si abbassa una volta presa coscienza di chi hai davanti, poi si riaccende. Gli amori che crescono nel tempo invece... Quelli fanno male. Perché sono veri e se non hai il coraggio e la prontezza di sbatterci addosso li perdi per sempre. O meglio, durano per sempre. |
Al mio capo non ho detto che ho detestato mio padre perché mi ha costretto a cercare in altri i suggerimenti, i consigli, gli incoraggiamenti che mi sarebbero serviti. Mi ha costretto a cercarlo fra le braccia di falsi padri incapaci del perdono che a un figlio si concede quando sbaglia, o di condividerne le gioie, e non invidiarle, quando riesce. |
Non aveva voglia di mangiare, né di curarsi, perché se lo sentiva che tanto lei non sarebbe guarita e bambini non ne avrebbe avuti mai. I figli li avevano le donne normali, allegre e senza brutti pensieri, come le vicine di via Sulis. I bambini, appena si rendevano conto di essere nella pancia di una matta, scappavano via, come avevano fatto tutti quei fidanzati. |
E' opportuno che il detenuto non abbia affatto - o in caso contrario provveda immediatamente a eliminare - sogni notturni il cui contenuto possa risultare incompatibile con la condizione e lo stato di prigioniero, quali: paesaggi splendenti, gite con amici, pranzi familiari, così come rapporti sessuali con persone che nella vita reale e in stato di veglia non sopporterebbero la vicinanza di detto individuo, il quale sarà pertanto considerato dalla legge colpevole di stupro. |
Non era coraggio quello che ci spingeva ad affrontare tanto dolore in modo così impersonale ma codardia, solo di un tipo particolare. Era un meccanismo di difesa distruttivo, che consisteva nel costringere gli altri ad ascoltare le nostre esperienze più orrende rifiutando, al momento opportuno, la loro solidarietà con un "Oh, sapete, non c'è niente di così grave che io non possa affrontare. Non è nulla, davvero, non è nulla". |
nelle cose di questo mondo è meglio tenersi lontani dalla perfezione: la luna quando è piena comincia a calare, la frutta quando è matura cade, il cuore quando è felice già teme di perdere quella gioia, l'amore quando raggiunge l'estasi è già passato. Solo le mancanze assicurano la bellezza, solo l'imperfezione aspira all'eternità. |
Quando cominciamo a stare meglio, quando cominciamo a staccarci dalla sofferenza, viviamo degli stati d'animo contraddittori. Da un lato siamo contenti, dall'altro ci sentiamo in difficoltà, perché ci manca qualcosa che faceva parte della nostra identità e comunque garantiva una forma di equilibrio. |
Non sono sicuro di nulla, tranne della sacralità degli affetti del cuore e della verità dell'immaginazione.
John Keats
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