W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosė noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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L'orizzonte precluso
Post n°389 pubblicato il 25 Marzo 2011 da nagel_a
Le parole si accatastano lì, come legna d'estate. Un trasloco previsto per l'inverno e la legna marcirà, sotto il sole, sotto la pioggia, sotto il gelo. Inutilmente. L'uomo impotente è quello che non viene ascoltato, che non viene creduto, la cui voce è puro canto, senza significato, senza valore. Perdere consistenza. Gettare il discorso oltre il dirupo. Scambiare il segno. Che le vele siano bianche o nere, comunque precipiterà Egeo. Ho sempre ricercato il capirsi oltre le parole, più comunemente partendo dall'attraverso le parole. Ma se le parole vengono mistificate, come mi si potrà conoscere davvero?
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
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