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La donna autentica

Post n°413 pubblicato il 31 Maggio 2011 da nagel_a




"In fin dei conti se il dilemma è: "Chi conosce la donna autentica, l'amante o il marito? Sono davvero così diverse l'una dall'altra? O sono forse sottilmente mescolate e indistinguibili? O sono plasmate con due sostanze che unite ne generano una terza, non più somigliante ad alcuna delle precedenti?", forse allora né il marito né l'amante conoscono la donna autentica. Eppure, è la donna più semplice che ci sia. Benché io abbia vissuto abbastanza a lungo da sapere che non esistono anime semplici."
(I. Némirovsky, Il calore del sangue)


Ancora sono indecisa se sia frustrante o appagante questo gioco di specchi, questa recita d'attori. Se siamo statue sfaccettate inattingibili allo stesso raggio o matrioske dal contenuto comunicabile solo a scomparti.
E' questione oziosa ma mi diverte. Come nel momento stesso di un denudamento completo, si acquisisca sembianza di sfinge. Così la sfida diviene togliere la maschera e in un giro concentrico dell'interpretazione, nessuno potrà giurare sul vero e sul falso. Perchè le categorie vengono ribaltate, perdono definizione. Confini e limiti si fanno fluidi. E nessuno potrà dire che io sia e come io sia.
Semplice speculazione, senza riscontri. Qualche aggettivo potrebbe essere azzeccato, ma l'etichetta non sostituisce la marmellata dentro al vaso. Eppure anche qui si imbandiscono laute fette, dai colori invitanti e dai profumi suadenti. L'aroma dell'arrosto per gli immortali.
Se non c'è margine tra realtà e immaginazione nel delineare ciò che è vero, io sono chiunque e non sono nessuno. E' un'ebbrezza di libertà. E' una disperazione di senso.
Rimane residua, a volte, la presunzione di un'inutile unicità.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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