Creato da nagel_a il 27/12/2008

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La folla

Post n°466 pubblicato il 23 Novembre 2011 da nagel_a


"La folla è il velo attraverso il quale la città ben nota appare al flaneur come fantasmagoria."
(Walter Benjamin, Angelus Novus)

C'è stato un tempo in cui il bisogno della folla era cifra della mia malinconia, tanto quanto una ricercata solitudine lo era della mia forza.
Raggiunta una spirale concentrica del pensiero, mi serviva una leva di disinnesco. Devo avere un'accentuata propensione alle impennate umorali che si declina secondo lo scandire del giorno. Così l'apice di una vorticosità che si richiudeva sterile su se stessa, si schiudeva sotto la luce del pomeriggio che cede alla sera. Quando già si bruniscono i contorni delle cose sull'azzurro distante del cielo. Quella era l'ora. Chiusa ogni pendenza uscivo, lasciandomi trascinare nella corrente della folla, quasi sospesa sul ritmo di passi estranei. Catartico bagno che mi lasciava pur intatta. E io riacquistavo così la mia integrità oltre i compromessi accettati o subiti, abitando il cuore pulsante della città, delle sue strade umane, delle sue finestre e dei suoi volti. Unico ventre germinante creatura multiforme. Caleidoscopio di sole sagome, senza intenzione di pensieri.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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