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La tela marina

Post n°380 pubblicato il 20 Febbraio 2011 da nagel_a


C'è stato un viaggio. Lasciata Itaca "che guarda verso il crepuscolo", scelta una nave veloce e tese le vele, Penelope rincorreva Odisseo interrogando il mare, scrutando l'orizzonte e ogni scoglio battuto dall'onda.
Ma il mare è immenso, grande il doppio quando lo si percorre in due, cercandosi. Senza risposte, tomba di ogni domanda, che rimane inevasa.
Ha disfatto la sua tela Penelope, navigando sui crinali di spuma salina. Divisa in molteplici fili, bussole per labirinti, alghe nel becco dei gabbiani.

Di nuovo li miete Penelope. Dall'intreccio dei fili di mille Arianna, tesse la tela, lenzuolo nuziale per il suo talamo solitario, sudario per il suo amore deserto.

E' muto l'oceano. Imbavagliato dalla trama fitta dei fili infiniti che s'incrociano a Nasso.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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