W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosė noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Il distruttore di ponti
Post n°386 pubblicato il 15 Marzo 2011 da nagel_a
A me basta, la sera, sedermi a un tavolo pulito, alla luce limpida di una candela e avere il mio piatto fumante e il mio bicchiere fresco. Sono elementari i miei bisogni. La mia mente si concentra sull'essenziale. L'essenziale è il mio mestiere. Il mio mestiere sono i ponti. Distruggo ponti, su fiumi inesistenti. Ponti costruiti e poi abbandonati. Mai usati. Ci vuole perizia nel mio lavoro. E' un'arte raffinata la mia, che salvaguarda le rive e affonda i detriti sotto le pieghe verdi dell'acqua. Io preservo ciò che era prima che l'uomo avventatamente unisse. Solo Dio può unire ciò che è separato, ma non so di ponti divini. Sono un soldato dall'onore immacolato. Rispettato. Mi chiamano a correggere errori. Mi chiamano a distruggere i ponti che non dovevano essere costruiti.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
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