W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°388 pubblicato il 23 Marzo 2011 da nagel_a
Devo essere stata fortunata da bimba. Non ho patito mai nulla. Nessuna ingiustizia. Nessuna mancanza. Eppure in qualche punto dei miei giorni, di cui ho perso memoria, devo aver intrapreso una strada. Una strada lineare pur nelle sue tortuosità e nelle sue imprevedibili svolte. Oggi non riesco più a piangere o dispiacermi per ciò che ho distaccato da me stessa.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Che ci piaccia o no, funzioniamo un po’ tutti così, Nagel: quando qualcosa non ci “serve” più lasciamo che si stacchi da noi senza provare rimpianto, esattamente come crosta dalle ginocchia.
Sicuramente qualcuno avrà da obiettare. Sicuramente qualcuno dirà “Io no!”.
Anche le loro croste si staccano con la stessa facilità, è solo che fanno poco rumore, per chi ha le orecchie foderate di certezze.