W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°389 pubblicato il 25 Marzo 2011 da nagel_a
Le parole si accatastano lì, come legna d'estate. Un trasloco previsto per l'inverno e la legna marcirà, sotto il sole, sotto la pioggia, sotto il gelo. Inutilmente. L'uomo impotente è quello che non viene ascoltato, che non viene creduto, la cui voce è puro canto, senza significato, senza valore. Perdere consistenza. Gettare il discorso oltre il dirupo. Scambiare il segno. Che le vele siano bianche o nere, comunque precipiterà Egeo. Ho sempre ricercato il capirsi oltre le parole, più comunemente partendo dall'attraverso le parole. Ma se le parole vengono mistificate, come mi si potrà conoscere davvero?
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
La domanda è mal posta!
Innanzi tutto, chi mistifica chi?
Secondariamente, questa fissa tutta femminile del desiderare di essere capite senza il manuale delle istruzioni onestamente comincia a rompere le scatole.
Terziariamente, infattamente, inquantamente, mi scappa di dire che se poi un uomo riesce a capirvi perché ha un vissuto fatto anche di donne (magari tante) e sa già cosa pensate ancor prima che voi lo pensiate (perché, anche se non fa piacere sentirselo dire, la costola originaria era la stessa per tutte quante), allora quello è sì l’uomo giusto, ma…
“Io non esistevo ancora e tu già amavi e soffrivi per amore. Eri già tu, anche senza di me.” (vedasi post successivo).
Tornando al dubbio iniziale alla luce di quanto appena constatato, ripeto:
La domanda è mal posta. Quella giusta è:
Potevamo mai vincere la guerra?
- entrambe si imbottiscono di caffè;
- sono sempre sotto pressione (ma, caso strano, le coronarie saltano all’uomo);
- borbottano allo stesso modo (solo che le donne non smettono quando chiudi il gas).
In compenso, però sono più economiche, ti fanno risparmiare sull’acqua: vanno di ritenzione idrica.
Anche l’automobile, via!… Ci vorrà mica il libretto delle istruzioni?
A proposito, ma lo sai che ci sono donne… hem, pardon, persone, che ancora oggi per poter ascoltare l’autoradio sono convinte sia necessario accendere la macchina? In fondo chissà quale mente perversa ha potuto pensare di scrivere ON/OFF vicino alla manopola del volume e di spiegarlo addirittura in un manuale? Sicuramente quella di un tipico progettista maschio fancazzista, mammone e sciovinista!!!