W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°411 pubblicato il 29 Maggio 2011 da nagel_a
C'è stata una festa ieri in città. Una festa di primavera e quasi sembrava che la guerra fosse un incubo germinato dalla fame e dal freddo dell'inverno. C'era voglia di ridere e fiorire per le strade. Tutti i giovani si affollavano a calcare il selciato grigio, come garrule rondini ubriache d'azzurro. Guardo le mie mani. I miei occhi sono asciutti. Il dolore è troppo fondo per trovare parola nelle lacrime. Sono le mie mani a piangere. Erano forti e abili, orgoglio di falegname. Sono rimaste tremanti, a fissare l'ultimo abito di plastica nera sul corpo straziato di mio figlio.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
E’ uno dei libri più belli che abbia mai letto. Il più bello, forse.
Affermazione opinabile, sicuramente. Ma del resto parlo per me, e sul gusto, è cosa risaputa, non si discute.