W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
« Al dio lontano | La cappa » |
Post n°413 pubblicato il 31 Maggio 2011 da nagel_a
|
https://blog.libero.it/spigoli/trackback.php?msg=10271612
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: cassetta2
il 26/10/2020 alle 16:45
Inviato da: cassetta2
il 21/07/2020 alle 11:30
Inviato da: TANCREDI_45
il 22/08/2018 alle 21:38
Inviato da: archetypon
il 17/05/2013 alle 18:29
Inviato da: boezio62
il 12/05/2013 alle 23:42
IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
bella tu..;)
Sarebbe una perdita di tempo, insomma.
Quello che invece siamo soliti fare è cercare, in noi o negli altri, quello che ci interessa in un determinato momento e, se lo troviamo, lo chiamiamo “consapevolezza”. Ed è tutto quello di cui abbiamo bisogno fino alla prossima necessità.
Esempio:
Se sono un pittore e guardo delle ciliegie ricercherò in loro il colore, se sono un contadino, controllerò che maturino bene, se sono un goloso ne inseguirò il sapore, se sono una ciliegia mi preoccupo.
Nessuno sbaglia, nel guardare, anche se la ciliegia è sempre quella. Sono semplicemente cambiati gli occhi di chi guarda e con essi ciò le esigenze.
Allo stesso modo si può guardare una donna:
Uno scultore ne scolpirebbe le forme, un poeta ne canterebbe la leggiadria o l’inquietudine, un trombettista… no, un trombettista meglio di no, va’.
Quanto alle maschere (coscientemente indossate o meno) sono facce anch’esse perché, come le facce, producono effetti sull’intorno, quindi, inevitabilmente, su noi stessi. Comunque giungendo al succo: ci sono luoghi di noi che conosciamo perché li abbiamo percorsi, altri che sappiamo esistere, ma lungo i quali non ci siamo ancora avventurati e altri ancora di cui ignoriamo l’esistenza, ma su qualsiasi strada ci incamminiamo lo facciamo sempre e solo per un bisogno. Chi saprà, per esperienza o desiderio, vedere di volta in volta quale esso sia, avrà la chiave dei nostri passi.
A mio avviso Némirovsky non aveva poi tutti i torti.
Minchia, stavolta mi sono annoiato da solo.
Per quanto riguarda la gallery della Nagel, non saprei dire. Lei continua a chiedermi l’amicizia e io continuo a rifiutare, quindi tutto ciò che posso vedere è: mezza faccia, due occhi in bianco e nero e una feritoia difensiva in un muro di cinta, chiaro simbolo di una sessualità frust(r)ata.
Ma Nagelina ha foto dedicate ai soli amici? Mi pento di non avergliela mai chiesta. L'amicizia, dico.