Creato da nagel_a il 27/12/2008

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La donna autentica

Post n°413 pubblicato il 31 Maggio 2011 da nagel_a




"In fin dei conti se il dilemma è: "Chi conosce la donna autentica, l'amante o il marito? Sono davvero così diverse l'una dall'altra? O sono forse sottilmente mescolate e indistinguibili? O sono plasmate con due sostanze che unite ne generano una terza, non più somigliante ad alcuna delle precedenti?", forse allora né il marito né l'amante conoscono la donna autentica. Eppure, è la donna più semplice che ci sia. Benché io abbia vissuto abbastanza a lungo da sapere che non esistono anime semplici."
(I. Némirovsky, Il calore del sangue)


Ancora sono indecisa se sia frustrante o appagante questo gioco di specchi, questa recita d'attori. Se siamo statue sfaccettate inattingibili allo stesso raggio o matrioske dal contenuto comunicabile solo a scomparti.
E' questione oziosa ma mi diverte. Come nel momento stesso di un denudamento completo, si acquisisca sembianza di sfinge. Così la sfida diviene togliere la maschera e in un giro concentrico dell'interpretazione, nessuno potrà giurare sul vero e sul falso. Perchè le categorie vengono ribaltate, perdono definizione. Confini e limiti si fanno fluidi. E nessuno potrà dire che io sia e come io sia.
Semplice speculazione, senza riscontri. Qualche aggettivo potrebbe essere azzeccato, ma l'etichetta non sostituisce la marmellata dentro al vaso. Eppure anche qui si imbandiscono laute fette, dai colori invitanti e dai profumi suadenti. L'aroma dell'arrosto per gli immortali.
Se non c'è margine tra realtà e immaginazione nel delineare ciò che è vero, io sono chiunque e non sono nessuno. E' un'ebbrezza di libertà. E' una disperazione di senso.
Rimane residua, a volte, la presunzione di un'inutile unicità.

 

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Commenti al Post:
pensiero_bianco
pensiero_bianco il 31/05/11 alle 21:30 via WEB
l'espressione che hai usato per descrivere la marmellata dentro al vaso,rende bene il significato del post :) e la condivido a pieno.se autentica ,significa vera,io nei miei casini quotidiani sono"una onesta complicata semplice ":))e mi sento libera quando attraverso la scrittura riesco a sciogliere alcuni nodi,la libertà quella vera,spero di sentirla addosso presto :).
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:24 via WEB
autentica e libera nelle proprie contradditorietà, in ogni atteggiamento che rispecchi quell'io di un momento, con la possibilità di opporglisi nel momento successivo... siamo in divenire, non monolitici e statici e ci interfacciamo con il mondo che ci sta di fronte: a ogni contesto la sua sfumatura... :)) (in bocca al lupo per tutte le libertà)
 
lightdew
lightdew il 31/05/11 alle 22:12 via WEB
..e poi, in fondo, cosa conta? se l'una è l'altra e mille altre ancora convivono negli stessi occhi..cosa tolgono le une alle altre?..forse, riescono soltanto a mantenere quell'equilibrio instabile, quando una crolla e l'altra prontamente, riprende il controllo del mezzo..
bella tu..;)
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:27 via WEB
hai ragione Dew, forse non tolgono nulla e anzi arricchiscono perchè no.. è solo strano, guardando indietro, scoprire i mille volti che siamo state e i mille abiti indossati... mentre magari l'unica cosa "coerente" che rimane è un sogno di bambina e la ricerca della sua realizzazione... (dolcissima tu :))
 
ebenezer.le.page
ebenezer.le.page il 31/05/11 alle 22:40 via WEB
Inquietante. Ma forse solo perchè ci si sofferma e scava. Forse abbandonandosi le cose si sistemano da sole. Dice un vecchio koan zen che a un millepiedi fu chiesto: «Qual è la zampa che muovi per prima e quale per seconda ecc.?» Beh, il millepiedi si bloccò del tutto.
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:29 via WEB
probabilmente quell'inquietudine è per un pensiero di cui non si può raggiungere il fondo: è la versione del bugiardo che annuncia la sua bugia, sperando nel perdono, una verità ipocrita quindi essa stessa in qualche modo bugiarda. tutte le zampe.. ehm... le facce coesisterebbero a questo punto :)
 
immatur_el_kap
immatur_el_kap il 01/06/11 alle 01:33 via WEB
beh se e' di sfinge, l'unicita', serve giusto a fare ombra nel deserto. o a qualche improbabile extraterrestre colonizzatore.
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:30 via WEB
hihihi... ma io sto in cima a una rupe :P
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 01/06/11 alle 12:22 via WEB
Vedi, Nagel, in realtà non facciamo mai questo sforzo. Quello di conoscere totalmente gli altri o noi stessi, intendo. D’altronde sarebbe una fatica immane, inutile e non lascerebbe spazio al vivere.
Sarebbe una perdita di tempo, insomma.
Quello che invece siamo soliti fare è cercare, in noi o negli altri, quello che ci interessa in un determinato momento e, se lo troviamo, lo chiamiamo “consapevolezza”. Ed è tutto quello di cui abbiamo bisogno fino alla prossima necessità.
Esempio:
Se sono un pittore e guardo delle ciliegie ricercherò in loro il colore, se sono un contadino, controllerò che maturino bene, se sono un goloso ne inseguirò il sapore, se sono una ciliegia mi preoccupo.
Nessuno sbaglia, nel guardare, anche se la ciliegia è sempre quella. Sono semplicemente cambiati gli occhi di chi guarda e con essi ciò le esigenze.
Allo stesso modo si può guardare una donna:
Uno scultore ne scolpirebbe le forme, un poeta ne canterebbe la leggiadria o l’inquietudine, un trombettista… no, un trombettista meglio di no, va’.
Quanto alle maschere (coscientemente indossate o meno) sono facce anch’esse perché, come le facce, producono effetti sull’intorno, quindi, inevitabilmente, su noi stessi. Comunque giungendo al succo: ci sono luoghi di noi che conosciamo perché li abbiamo percorsi, altri che sappiamo esistere, ma lungo i quali non ci siamo ancora avventurati e altri ancora di cui ignoriamo l’esistenza, ma su qualsiasi strada ci incamminiamo lo facciamo sempre e solo per un bisogno. Chi saprà, per esperienza o desiderio, vedere di volta in volta quale esso sia, avrà la chiave dei nostri passi.
A mio avviso Némirovsky non aveva poi tutti i torti.
Minchia, stavolta mi sono annoiato da solo.
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:34 via WEB
io pratico questa antica credenza secondo la quale la maschera è il volto. un'estremizzazione se vuoi, ma non credo si possa poi fingere tanto da essere altro da sè. e se viceversa fosse possibile, già questa possibilità è indice del "vero" volto. ma la questione è oziosa davvero: ognuna delle mille sfaccettature ha lo stesso "diritto" e privilegio delle altre. Quella chiave si trova quando s'incontra qualcuno che sappia "vedere" tutte quelle facce, che le sappia interrogare e desiderare per conoscerle. fatica immane forse, eppure lì deve stare il tabernacolo che custodisce il senso più alto di questo vivere... (ok.. mi sono annoiata pure io :)))
 
   
giginosco
giginosco il 07/06/11 alle 14:13 via WEB
Se posso: Basilico non annoia mai. E Nagel, invece? Beh, lei ha la gallery come jolly.
 
     
nagel_a
nagel_a il 08/06/11 alle 13:40 via WEB
guarda che così rischi grosso Giginuccio bello... stai bene attento di schierarti dalla parte... ehm.. conveniente.. come ogni donna che si rispetti sono permalosa e vendicativa! .... (rido)
 
     
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 08/06/11 alle 16:27 via WEB
Grazie calorosamente per il supporto morale, Gigi, è sempre bello trovare appoggio.
Per quanto riguarda la gallery della Nagel, non saprei dire. Lei continua a chiedermi l’amicizia e io continuo a rifiutare, quindi tutto ciò che posso vedere è: mezza faccia, due occhi in bianco e nero e una feritoia difensiva in un muro di cinta, chiaro simbolo di una sessualità frust(r)ata.
 
     
nagel_a
nagel_a il 09/06/11 alle 14:51 via WEB
cosa???? che devono sentire le mie caste e quiete orecchie??? io che imploro l'amicizia? TZE... beh... però... pensandoci... in effetti ti perdi delle gran belle foto a non chiedermi l'amicizia :P
 
     
giginosco
giginosco il 09/06/11 alle 18:35 via WEB
Se è per quello, hai notato l'inquietante ombra proiettata dalla statua? La stessa foto del profilo, dico.
Ma Nagelina ha foto dedicate ai soli amici? Mi pento di non avergliela mai chiesta. L'amicizia, dico.
 
     
giginosco
giginosco il 09/06/11 alle 18:41 via WEB
Mi piace dire "dico", dico.
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/06/11 alle 14:56 via WEB
se io fossi una psicologa, sarebbe interessante indagare i meccanismi perversi secondo i quali un'ombra evoca inquietanti interrogativi!... rido... cari miei che vi siete persi! :P
 
beth_el
beth_el il 01/06/11 alle 14:08 via WEB
Spesso l'amante diventa marito, e scopre la truffa, direi a Némirovsky. Maschere bambole e metafore altro non sono che scudi alla consapevolezza della propria pochezza, vera o presunta, comunque invalidante. Puoi sapere di te e dell'altro solo con onesta nudità, e scoprire così poco o molto, ma sempre prezioso, perchè vero e non fittizio. Il resto è un gioco sciocco/crudele di cui, come donna, si è regina e schiava.
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:40 via WEB
l'amante diviene martito? naaaaaaa... :)) non so se siano davvero scudi oppure "emanazioni". non credo esista regola. è come essere dotati di un bel corpo: c'è chi lo esibisce denudandolo e chi comunque per pudore lo "usa" con discrezione. così la maschera indossata: come si può rintracciarne i motivi o le origini. la indosso per esaltare ciò che ho o per imbandire ciò che non possiedo? se le maschere sono solo un belletto della mia pelle, anch'esse mi appartengono, si fondono con il volto: se tu volessi conoscermi, dovresti passare attraverso esse. le immagini del labirinto riflettono comunque la verità del minotauro pur non avendone il corpo. ... io sono per il Gioco (e la posta è questa vita)
 
   
beth_el
beth_el il 03/06/11 alle 17:18 via WEB
Forse che oggi non si è prima amanti e poi sposi? Prima follia poi ordine? Pensaci. E lì la truffa: ti piace l'amante, ti trovi una moglie... Per il resto, maschere bambole indovinelli stepbystep chisonochisei belletti labirinti e minotauri, ecc: naaaaa! Qui abbiamo già parecchio dato. Passo. Preferisco un semplice fiore di campo ad una matrioska :)
 
     
nagel_a
nagel_a il 07/06/11 alle 10:04 via WEB
... non esiste il fiore di campo... è maschera anch'esso al seme :)
 
     
beth_el
beth_el il 07/06/11 alle 14:01 via WEB
Buona risposta, pur se figlia di retorica. Ma so che hai capito benissimo, senza scampo :)
 
only4words
only4words il 01/06/11 alle 15:17 via WEB
inutile unicità mi piace. lo trovo perfettamente calzante, come la quasi totalità di ciò che scrivi. :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:42 via WEB
una provocazione cara Only... tutto sommato quell'inutile unicità serve al proprio orgoglio. che poi sarebbe forse preferibile la spensierata felicità è altro discorso.. :))
 
d4ny3L4
d4ny3L4 il 02/06/11 alle 10:11 via WEB
Credo che la sola unicità sia nel modo di percepire tutto questo. Per il resto, non fa una piega :) ti abbraccio!
 
 
nagel_a
nagel_a il 03/06/11 alle 13:43 via WEB
vero... sorrido... e poi a volte scoprire affinità e non sentirsi troppo "uniche" ha la sua consolazione :)) (ricambio!)
 
vocevera
vocevera il 04/06/11 alle 11:15 via WEB
sono d'accordo, siamo in divenire, perché siamo vita. Le etichette, le maschere, le categorie vengono usate per semplificare la realtà. Nella società abbiamo bisogno delle etichette per identificare subito un "prodotto"... quello è il primo stadio, poi dall'etichetta si va oltre, si dovrebbe andare oltre. La maschera rivela in qualche modo cmq ciò che siamo, ma non lo "esaurisce" del tutto. Io direi più "ebbrezza di libertà" che disperazione di senso. Sempre molto interessanti i tuoi post :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 07/06/11 alle 10:07 via WEB
è così: è facile che la maschera sia una cristallizzazione di un momento, di un'ispirazione, di una reazione. condensa e sintetizza mille pulsioni retrostanti o altrettanti silenzi: semplifica e non esaurisce come dici tu, ma trovo che comunque dia indizi.. (li trovo interessanti quando "provocano" questi commenti: questa è la loro "utilità"... grazie :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 08/06/11 alle 18:09 via WEB
Mutano le situazioni e mutiamo noi.Non capiamo l'altro e capiamo noi stessi e poi lo scenario muta.L'essere umano sconcerta nella sua mutevolezza;quello che fa la differenza è la forza interiore,risultato di un lavoro lento e faticoso che,talvolta,porta all'unicità. Un caro saluto, Grazia.
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/06/11 alle 14:53 via WEB
sconcerta e spesso è imprevedibile, ma in questo divenire in questo evolvere sta il suo fascino.. forse è solo questione di trovare quel filo rosso che ci attraversa e che lega assieme tutte le parti anche quelle apparentemente contrastanti. quel filo rosso che denota indubitabilmente l'unicità di ognuno. buon pomeriggio Grazia
 
   
Lolablu7
Lolablu7 il 09/06/11 alle 15:40 via WEB
Il divenire è ciò che ci rende gradita la vita;l'attesa è palpito e il palpito è vita,ma la mutevolezza dell'uomo mi fa paura.Tocca le mie certezze,mi toglie i punti di riferimento ed io,così,vivo male.Un sorriso Alessandra,nonostante il tema. Grazia.
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/06/11 alle 14:59 via WEB
non so Grazia.. vivo in maniera contraddittoria questa mutevolezza: da ua parte la mancanza di punti di riferimento mi sconcerta, dall'altra diviene sfida che stimola. quel palpito che dici tu inebria e quando non c'è lo ricerco a misura del sentirmi viva. buon fine settimana :)
 
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A. Zagajewski - Due città

 

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