Creato da nagel_a il 27/12/2008

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gli scenari dell'anima

 

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Post n°432 pubblicato il 07 Agosto 2011 da nagel_a


Posò la penna, in diagonale sul foglio. Un foglio A4, bianco intatto, se non fosse stato per quel punto in alto a sinistra. Un punto incerto, sospeso come il discorso che avrebbe dovuto trovare luce in quelle righe. Era tutto nitido nella sua testa prima di sedersi. Aveva chiari come scorrere d'acqua i suoi doveri e le sue responsabilità. Molto ben presente la strada che si era tracciata e che da allora seguiva senza sbavature apparenti, senza deviazioni che non fossero quelle relegate alla sfera della sua fantasia. Innocui embrioni non tradotti in gesti, solo cullati là dove le emozioni rimangono silenziose.
Almeno finchè non implodono distruggendo sistemi e creandone altri.
La trasformazione della materia, la sua malleabilità alle cose del mondo.
Sentiva il calore delle dita su cui era poggiata la guancia, una sensazione quasi esterna al suo corpo. Un corpo che in quel momento stava lì zitto, senza richieste, favorendo l'annullamento nella catena dei pensieri. Proprio il corpo che aveva compiuto il primo gesto di ribellione. La sua pelle che aveva rifiutato i tocchi della routine, che aveva dato sostanza alla parola bisogno. E ora la ragione inseguiva le tracce, raccoglieva indizi, cercava spiegazioni. Disattesa la sottomissione dei sensi, esplorava la soluzione più razionale. Sperando che la logica e il rigore scacciassero il dolore. Credendo nel potere salvifico di una conciliazione meccanica.

 

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 08/08/11 alle 09:33 via WEB
la riconciliazione, io credo, deve partire dal cuore. il resto, io credo, sia solo una formalità che, in quiete apparente, porta esplosioni d'altro tipo. ( divagazioni personali su spunti di lettura altrui.. )
:*
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/08/11 alle 14:03 via WEB
una riconciliazione avviene solo se lo strappo non è stato irreversibile.. ma a volte la ragione cerca suture che reggano a chiudere lembi ormai troppo distanti e disseccati.. (anche la mia era una divagazione, un racconto... anche se conosco ciò che ho scritto. ti abbraccio)
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 08/08/11 alle 11:09 via WEB
Vedi, Nagel, c’è un tempo (o un lasso, di tempo, se vogliamo essere pignoli) per ogni cosa.
Ogni strada scelta, ogni modo di essere, ogni dovere: ciascun contesto di vita concede un periodo durante il quale si può passare e ripassare sulle proprie orme fino a tornare al bivio più prossimo e modificare in parte o del tutto le strade intraprese. Ma quando l’epoca di una scelta è trascorsa, non c’è più modo di tornare indietro. Se ti stai chiedendo: “Quand’è che un epoca scivola in un’altra?” posso semplicemente risponderti: “Quando le conseguenze delle scelte fatte diventano irreversibili”.
Per questo, non si dovrebbe mai indugiare troppo sul da fare. Giusto il minimo indispensabile a capire. Il tempo non resta a guardare. Più tempo passa e più cose succedono intorno. E quando gli eventi diventano troppi, volenti o nolenti, cambiano i nostri percorsi. A volte in maniera netta, altre, più subdolamente, ci lasciano credere di avere altro tempo per pensare, mentre il logorio continua lento.
Il compito della fantasia è quello di portarci al di là di ciò che viviamo o che potremo mai vivere, ma quando lo fa per il bisogno di sfuggire alla vita, non è mai “innocente”. La narcosi del vivere non è un reato contemplato dal codice, Nagelina, ma si va ugualmente nel “penale”. Senza contare che quando si torna dal trip e si va in crisi d’astinenza.
Poi il giocattolo si scompone e non resta che stabilire regole “meccaniche” ai singoli pezzi, cercando di contenere lo sfascio, ma ci sono cose che non si possono imporre per legge, Nagel, e un pero, tranne rarissimi casi chiamati per l’appunto “miracoli”, non farà mai mele.
Bisognerebbe nascere saggi e già con la pensione e morire a cent’anni facendo cazzate da sedicenni ubriachi, ma qualcuno ha stabilito che non debba andare così. Cosa vuoi che ti dica, Nagel: “E’ un mondo difficile”.
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/08/11 alle 14:08 via WEB
è il confine, la soglia tra il reversibile e l'irreversibile che ancora mi sfugge e che di volta in volta si sposta in modo da non lasciare mappa esatta. me ne accorgo quando già l'ho varcata e a quel punto nulla più si salva. le scelte forse avvengono per istinto e poi la logica le avversa o le giustifica fino a farsene una ragione. la fantasia è arma a doppio taglio: ci permette l'evasione ma ci offre anche lo spunto per immaginare quella vita che non abbiamo magari, lasciandoci in balia di un sogno dal risveglio frustrante e doloroso. un mondo difficile sì.. felicità momenti :)) .. e vale la pena goderli a fondo fino a ubriacarsene :)))
 
   
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 10/08/11 alle 12:19 via WEB
Sì, in effetti non è facile stabilire il confine tra “reversibile” e “irreversibile”.
Ci sono casi in cui esso è più marcato, tipo: Matrimonio = REVERSIBILE;
Figli = IRREVERSIBILE;
Vivo = REVERSIBILE;
Morto = IRREVERSIBILE (tranne in un paio di casi evangelici, ma che comunque non fanno statistica);
Separazione = REVERSIBILE;
Divorzio = IRREVERSIBILE;
Secondo matrimonio = INCURABILE.
O, ad esempio parlando di sesso:
Maschio = REVERSIBILE (a Casablanca)
Femmina = SILICONABILE (Ovunque)
Bisex = INCURABILE (In Italia. Inculabile, in Cina)
…E la lista sarebbe ancora lunga, ma mi fermo qui perché credo il concetto sia chiaro.
Oltre queste situazioni ove le soglie sono abbastanza palesi, ci sono, poi, i casi per i quali l’esperienza ci è d’aiuto, ergo, quelli in cui sulla base del vissuto possiamo prevedere con sufficiente approssimazione l’esito di una scelta. Nella fattispecie viviamo con un buon margine di tranquillità le situazioni perché ce ne sentiamo abbastanza padroni.
In fine ci sono le soglie che io chiamo “di rottura”, e sono strettamente legate alla tolleranza del mio apparato genitale, nel senso che quando mi rompo le palle mando tutto e tutti irreversibilmente a quel paese.
P.S.
Si tengono corsi di “egosopravvivenza” per tutte le età. Agevolazioni di pagamento per anziani, studenti universitari e militari. Possibilità di pagamento rateizzato o in natura. La seconda opzione è intesa solo per iscritti di sesso femminile che siano maggiorenni e che respirino ancora (o, almeno, la cui temperatura corporea sia ancora al di sopra dei 35 gradi centigradi).
 
     
nagel_a
nagel_a il 11/08/11 alle 08:31 via WEB
ahahahahah... ehm... sarei tentata di iscrivermi al corso ma temo che i pagamenti siano al di sopra delle mie possibilità, pollice verde zero e orto inesistente :))) ... (guarda qualunque cosa tu possa dire, ribadisco che quel che pigli tu, il mio pusher deve ancora inventarlo! :))))
 
zahalia
zahalia il 08/08/11 alle 12:05 via WEB
Anch'io, forse troppo spesso, spero nelle "conciliazioni meccaniche". Nella forza del tempo e nelle risorse del corpo, e della psiche, di superare, per reazione naturale. Ma mi rendo conto che a volte ci vuole qualcosa di più. Volere (molto difficile per me...)
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/08/11 alle 14:11 via WEB
impiegare la "distanza" che il tempo comporta è cosa saggia, vedere quale incastro si palesa.. spesso quel trascorrere porta chiarezze nuove, distillate, ma altre volte le cose si esacerbano solamente, senza soluzione, a meno del nostro intervento attivo: e lì ci tocca la responsabilità della scelta, quel volere di cui dici.. (molto difficile per tutti.. sei in buona compagnia :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 08/08/11 alle 17:33 via WEB
Accade molto spesso di vedere con chiarezza ciò che si vuole e che si deve fare,anche tenendo presente il voler sentirsi a posto con la propria coscienza e, soprattutto,se si crede di avere superato i coinvolgimenti emotivi.Ci sentiamo libere, dopo lunghi percorsi di tormenti, un po' spente,magari,ma libere di decidere e determinate.Poi,basta un nulla per scuotere un animo sensibile e allora quel disegno nitido perde un po' di contorni netti per poi implodere e dare vita a nuovi sistemi, come tu dici. Vedi? Possiamo controllare la materia sino a quando non interviene l'animapoi, il controllo diviene difficile, molto difficile,ma possibile!Un abbraccio, Grazia:-))
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/08/11 alle 14:14 via WEB
forse tutta quella chiarezza che la logica imbandisce, si offusca quando l'anima interviene in contrapposizione. quando logica e coscienza stanno da una parte e anima piega decisa dall'altra.. il solito conflitto, william wilson allo specchio. alla fine la materia riacquista la sua duttilità sotto il tocco di chi ha prevalso (anima o logica), ma la creta che ne uscirà sarà comunque partorita con dolore.. un abbraccio :))
 
TANCREDI_45
TANCREDI_45 il 08/08/11 alle 19:54 via WEB
Il tono mi fa pensare che, tu per prima, Nagelina, non sei affatto convinta del "potere salvifico di una conciliazione meccanica". Meno male, direi! Credo (ripeto, credo) di capirti, perchè forse (ripeto, forse) in questo siamo abbastanza simili: proviamo a perseguire sempre "la soluzione più razionale". Per me, questo modo di affrontare la vita, ha rappresentato la regola in passato. Adesso, considero una gran fortuna riuscire ad imparare (mi applico tanto, sai?) a scrivere "i miei fogli A4" considerando, per quanto possibile, anche quegli "embrioni" lì. E talvolta, credimi Nagelina, sperimento con gioia che mi è molto utile :-)
 
 
nagel_a
nagel_a il 09/08/11 alle 14:17 via WEB
per nulla convinta infatti Tancry. è solo la prima opzione del percorso, abbandonata dopo essersi incaponiti inverosimilmente a far quadrare i conti, come fosse una questione matematica. quegli embrioni sono una ricchezza in fondo, se si riesce ad ascoltarne la voce e a "incanalarli" in un dialogo interiore e oltre :))) (è una conquista insperata quando riesce :)))
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
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