TORTORA – Poste sotto sequestro due vasche per la raccolta di rifiuti nell’impianto della località San Sago a Tortora, lungo le sponde del fiume Noce.
L’operazione effettuata ieri dai carabinieri della compagnia di Scalea, agli ordini del tenente Vincenzo Falce, si inserisce in un vasto controllo legato alla tutela dell’ambiente. Il servizio è stato effettuato in collaborazione con le speciale Noe, Nucleo operativo ecologico, dei carabinieri di Catanzaro e con il supporto del Corpo forestale di Tortora e Paola, guidato dal maresciallo Gaetano Torchia. L’azienda indagata è la Ecologica 2008 che, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, gestisce l’impianto di San Sago, non nuovo ad indagini e situato in una posizione delicata perché a poche centinaia di metri dal fiume Noce, quasi al confine con la Basilicata.
Le indagini dei carabinieri hanno portato a verificare un traffico, definito anomalo, di mezzi pesanti che vanno a scaricare i rifiuti nelle vasche dell’impianto.Il controllo di ieri dei carabinieri e della forestale ha portato a scoprire la presenza di ben due vasche per un totale di 473 metri cubi contenenti rifiuti speciali, classificati come pericolosi. L’impianto, pare sia autorizzato a smaltire rifiuti speciali, ma i carabinieri hanno fatto presente ai responsabili dell’azienda che quelli contenuti nelle due vasche erano risalenti al 2005. La legge stabilisce invece che al massimo, il materiale in questione, può sostare sei mesi nelle vasche di decantazione, poi deve essere trasportato in altri impianti adatti al definitivo smaltimento.
Al termine dei controlli effettuati sono stati apposti i sigilli in due strutture all’interno dell’impianto: una vasca grande da 428 metri cubi e una più piccola da 65 metri cubi. Il responsabile dell’azienda è stato denunciato all’autorità giudiziaria. Nell’aprile del 2002, lo stesso sito era stato posto sotto sequestro dalla magistratura paolana. In quella data a gestire l’impianto era un’altra azienda. Vennero posti sotto sequestro mezzi e attrezzature per tre milioni di euro, e furono sigillate tutte le vasche di decantazione con un totale di tredici persone indagate. L’operazione dei carabinieri, molto più vasta perché aveva interessato più regioni, venne denominata ‘’Econox’’. In quella occasione avevano collaborato: il nucleo provinciale di Cosenza, la compagnia e il nucleo radiomobile di Scalea insieme ai nuclei operativi ecologici di Napoli, Roma e Reggio Calabria.
«Un luogo tranquillo – affermarono in quella occasione i magistrati – trasformato in una discarica a cielo aperto con i rifiuti provenienti da tre regioni, oltre alla Calabria anche dalla vicina Campania edal Lazio». La stessa operazione Econox portò al sequestro di ben quaranta veicoli, intestati a ditte con sede a Palestrina, in provincia di Roma, Nocera Inferiore in provincia di Salerno e Scalea; tutti mezzi impiegati per il trasporto e per il compostaggio dei rifiuti. L’inchiesta era stata avviata in seguito al semplice fermo di un carico di rifiuti speciali, nell’estate del 2001. I carabinieri, dopo aver seguito il mezzo, avevano sorpreso l’autista a smaltire i reflui in un appezzamento di terreno nel Comune di Tortora, vicino al fiume Noce.
Le associazioni ambientaliste più volte hanno denunciato la particolare posizione di quegli impianti che, anche se a norma e regolarmente utilizzati, sono posizionati in un luogo che dal punto di vista ambientale è incantevole e che, a giudizio delle associazioni stesse, non merita di essere maltrattato. |
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il 13/05/2012 alle 11:00
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