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ANCORA SULLA DAS

Post n°290 pubblicato il 17 Maggio 2010 da vbcinghio

E no.non ci siamo proprio.

Non ci siamo cari responsabili di "io resto in Calabria",non è possibile schierarsi a favore di un ecomostro quale la DAS,non è possibile scrivere che per 100.000 euro annui e per 15 posti di lavoro magari anche precari di debba sventrare un gia distrutto ecosistema come la zona Infascinato.

Non è possibile fare un depuratore dove a soli 3 metri di profondità ci sono falde acquifere,non è possibile fare un depuratore che insiste su una zona archeologica che andrebbe valorizzata a dovere e li creare un indotto per tutta l'econimia del paese.

Non è possibile fare un depuratore dove si lavora il cromo esavalente che inqinerebbe e avvelenerebbe  praticamente tutto. 

Non è possibile dare un ulteriore colpo mortale al sito agroalimentare e allo sviluppo delle terme.

Mi sarei aspettato da voi cari amici un no fermo come paventato quella sera dal sig. Garofalo che invito in quanto curatore di un sito a togliere il banner dove mi si definisce "rappresentante  del costituente il movimento per un'altra Spezzano"perchè non corrispondente a verità,io la sera dell'assemblea ho parlato a nome di "DRITA"che mi onoro di presiedere e null'altro ero e rappresento.

Invito ancora una volta i cittadini a firmare la petizione per un NO definitivo alla DAS e purtroppo chiedendo scusa a tutti per mio impedimento purtroppo molto grave non è potuta partire in maniera pubblica e piu incisiva.

Saluti Frankie

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/05/10 alle 12:37 via WEB
Sangue in prescrizione Sangue prescritto. di Francesco Cirillo Nel Tribunale di Scalea i processi si consumano a ritmo battente. Quattro parole di qualche avvocato o del PM ed il processo si rinvia. Può essere una causa per una truffa o per una lite condominiale, tutto va verso la prescrizione oramai. E gli avvocati difensori si industriano per tranquillizzare i propri clienti, &#147;tanto finirà in prescrizione&#148;. Il 18 luglio scorso si è celebrato il processo contro Duca Agostino responsabile dell&#146;impianto denominato WTS sito a Tortora lungo il fiume Noce. L&#146;impianto si trova subito dopo la centralina dell&#146;Enel e subito prima un impianto dove si allevano e vendono trote. L&#146;impianto era autorizzato per lo smaltimento di fanghi provenienti da impianti di depurazione e di reflui provenienti da pozzi neri . Ora non si chiama più WTS ma &#147;Ecologistica service&#148; e molto probabilmente il Duca Agostino non risulterà più fra i proprietari o gestori. Ma le strutture sembrano essere le stesse di prima. Il caldo è opprimente ed il giudice è quasi senza toga , tenuta a mezza spalla. L&#146;aria condizionata non funziona a pieno ritmo ed anche gli avvocati boccheggiano fra le loro carte. Il processo, uno dei più importanti della costa tirrenica per inquinamento, non suscita grande interesse da parte della stampa locale, totalmente assente all&#146;avvenimento. E&#146; chiaro che si va verso la prescrizione. E difatti l&#146;imputato numero uno è assente. Ha una colica renale e manda attraverso il suo avvocato, anch&#146;egli assente un fax, chiedendo il rinvio della causa. Uno pensa che adesso il giudice chiederà una verifica di questa grave colica renale. Il Ministro Brunetta proprio in quel giorno campeggiava su tutte le prime pagine dei giornali, intimando a tutti gli impiegati di fare attenzione d&#146;ora in avanti poiché anche per un solo giorno di malattia verrà mandata l&#146;ispezione. Parole sagge, che evidentemente valgono per tutti, meno che per un aula di tribunale. Ed il PM Molinari, senza colpo ferire acconsente al rinvio, che ci sia questa colica renale o no, che importanza ha. Lo dice un fax ! Gli avvocati non si oppongono, tranne uno. E&#146; l&#146;avv. Rodolfo Ambrosio. E&#146; un avvocato scassapalle, di quelli che difendono i cittadini, che si costituiscono parte civile nei processi che riguardano la difesa dell&#146;ambiente e della salute dei cittadini. E&#146; qui come parte civile per conto della Legambiente. Ha scritto anche ai sindaci di Tortora e di Centola, chiedendo di costituirsi parte civile, senza riceverne risposta. Ha pregato anche l&#146;Avvocatura di Stato ad essere presente al processo, ma anche questa è assente ad ogni udienza. Ora è lì solo. &#147;Chi glie lo fa fare&#148; ripeterebbe sempre mia madre. L&#146;avvocato Ambrosio ricorda al giovane giudice Mostarda, che è da sei anni che questo processo va avanti senza una sola udienza, per cui non ne accetta il rinvio. Gli avvocati difensori degli inquinatori, si risvegliano subito dal torpore estivo e ribattono invece le motivazioni giuste e sacrosante del rinvio. Ed il giudice Mostarda rinvia al prossimo 10 ottobre , pur sospendendo i termini di prescrizione. Eppure questo processo è di un importanza vitale per tanti aspetti. Uno fra tutti. Potrebbe servire per conoscere i luoghi dove sono stati seppelliti i rifiuti tossici. L&#146;interrogatorio degli autisti che lavoravano per la ditta WTS o per gli autospurgo che provenivano dai paesi della costa tirrenica potrebbero parlare e ricordarsi dove sono stati scaricati i liquami. Potrebbero essere terreni coltivati, potrebbe essere lo stesso fiume Noce, potrebbero essere spiagge o aree pubbliche dove i bambini giocano. Nella costa tirrenica troppi i silenzi su queste cose. I rifiuti tossici hanno sempre attorno una cappa di omertà, di paura, di silenzi che non aiutano né gli inquirenti né tantomeno i cittadini, che anno dopo anno si vedono sempre di più colpiti da tumori. Proprio per questo da anni continuiamo a chiedere dove sono finiti i rifiuti tossici della Jolly Rosso, quelli della Pertusola di Crotone, quelli della Marlane di Praia a Mare, quelli delle navi affondate nel tirreno. Il clima del silenzio presuppone sempre la mano della ndrangheta e la sua ombra protettiva. A margine di questo processo c&#146;è anche un grave comportamento da parte del Duca che dimostra come si lavorava in quella ditta. Alla vista di due carabinieri del NOE di Reggio Calabria, all&#146;interno del suo impianto , giunti per un ispezione, il Duca andava su tutte le furie e minacciò i due carabinieri gridando loro che nessuno doveva permettersi di distruggere quanto da lui creato e che &#147;aveva fatto saltare la testa al maresciallo D&#146;Amato del NOE di Reggio Calabria facendolo trasferire in altra sede&#148;. Poi nel 2001 lo stesso Duca faceva un esposto incolpando i due carabinieri del NOE di abuso ed omissione d&#146;atti d&#146;ufficio. Nel processo, quello concluso, Duca riconosceva le sue colpe e chiedeva un bonario componimento pagando ai due carabinieri la somma di 7000 euro cadauno. L&#146;inchiesta aperta dai carabinieri di Scalea e del Nucleo ambientale di Reggio Calabria portò nell&#146;aprile del 2002 all&#146;arresto del rappresentante legale della ditta Duca Agostino . Nell&#146;inchiesta furono poi coinvolti a vario titolo altre 18 persone, risultanti intestatari di ditte di trasporto di rifiuti. L&#146;impianto WTS fu sequestrato e con esso quaranta veicoli per il trasporto dei rifiuti, per un valore complessivo di tre milioni d&#146;euro. L&#146;operazione denominata &#147;Econox&#148; fu firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola Alfredo Cosenza. I reati sono gravissimi e riguardano quelli di aver messo insieme una serie d&#146;azioni esecutive per conseguire profitto attraverso il prelievo trasporto e smaltimento di rifiuti solidi e liquidi che però erano dispersi, secondo l&#146;accusa, nell&#146;ambiente senza essere trattati nell&#146;impianto di Tortora risparmiando così sui costi di smaltimento. In particolare si dovrà dimostrare dove sono finiti, essendo l&#146;impianto attrezzato solo per lo smaltimento di 5 milioni di litri di refluo, i liquami per un totale di 32 milioni e 600 mila litri circa di rifiuti provenienti sia da percolato di discarica oltre che rifiuti speciali. Il gioco era molto semplice. Una ditta di trasporto compiva viaggi verso l&#146;impianto di trattamento di Tortora dopo aver avuto l&#146;incarico di tale trasporto da un Comune o da un&#146;azienda , ma evidentemente tale scarico non avveniva nell&#146;impianto specializzato pur risultando che vi avveniva. Di conseguenza tali scarichi avvenivano nel territorio direttamente circostante l&#146;impianto o nel più vasto territorio di Tortora. Quindi dove sono finiti i rifiuti trasportati dalla ditta &#147;la Recuperi&#148; srl ? Si tratta di 8 milioni 847 mila 461 chili di rifiuti provenienti da demolizioni non utilizzabili per il compost ( nell&#146;impianto secondo l&#146;accusa se ne trovarono traccia per soli 851.000 chili) . Così come non si conosce dove siano finiti i reflui di ditte d&#146;autospurgo quale quella della &#147;Mula Blu&#148;. Una parte di questi reflui risulta dall&#146;inchiesta che la ditta li seppelliva in un terreno privato in località Santo Stefano del Comune di Tortora. Si tratta di decine di migliaia di rifiuti liquidi costituiti principalmente da fanghi provenienti da fosse settiche e mai giunti all&#146;impianto WTS di Tortora. E sono scomparsi anche fanghi provenienti dalla &#147;Barilla Alimentari&#148; spa di Melfi, così come sono scomparsi il 22 settembre del 2001, 4.200 litri di fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane, il 24 settembre del 2001 , 5000 litri di percolato di discarica, il 27 settembre del 2001 , 4.000 litri di fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane. Ma l&#146;aspetto più inquietante della vicenda è lo smaltimento di sangue di macellazione mai giunto all&#146;impianto di Tortora dove invece risultava arrivato. In quale terreno della costa sono stati sotterrati 5000 litri di sangue animale ancora non è stato accertato e sicuramente , salvo qualche pentimento, mai verrà trovato, come sarebbe possibile che tutto il carico sia stato gettato in mare attraverso il fiume Noce. Un fiume che nella notte del 2 dicembre 1998 ricevette certamente liquidi inquinanti e tossici tali da far ritrovare la mattina successiva alla sua foce migliaia di pesci morti. Non si riuscì a capire quale sostanza poté provocare quelle improvvise morti, nonostante l&#146;intervento dell&#146;istituto di veterinaria di Pozzuoli. Fatto sta che le strane morie di pesci avvennero anche a Bisignano nel vicino fiume Crati dove , anche qui sorge un impianto gestito dalla stessa WTS di Tortora. Comunque fino al 10 ottobre possiamo stare tranquilli. Possiamo continuare a bagnarci nel fiume Noce e mangiare anche le sue trote e giocare sulla spiaggia, tanto poi arriverà la prescrizione . Link correlati: http://scirocco.blog.tiscali
 
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