Il caos e la psicheUn elogio alla follia che alberga dentro ad ognuno di noi |
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Post N° 212
Post n°212 pubblicato il 25 Maggio 2006 da scemotta64
Non so cos'è il tempo. Non so qual'è la sua vera misura, ammesso che ne abbia una. So che la misura dell'orologio è falsa: divide il tempo in modo spaziale, dal di fuori. Quella delle emozioni è falsa anch'essa, lo so: non divide il tempo, ma la sensazione di esso. La misura dei sogni è sbagliata; li sfioriamo col tempo, a volte lungamente, altre volte in fretta, e ciò che viviamo è frettoloso o lento secondo un decorso di cui ignoro la natura. A volte ho l'impressione che tutto sia falso, e che il tempo non sia altro che una cornice per inquadrare ciò che gli è estraneo. Quando ripenso al mio passato, i tempi sono disposti in livelli e piani assurdi, e io, in un certo giorno del mio solenne quindicesimo anno di età, sono più giovane di quando ero un bambino seduto tra i giocattoli. La coscienza mi si confonde se penso a queste cose. So che c'è un errore, ma non so dove. E' come se assistessi a un numero di illusionismo durante il quale so di essere ingannato, ma non capisco la tecnica o la meccanica dell'inganno. E mi vengono dei pensieri assurdi che tuttavia non riesco a considerare totalmente assurdi. Mi domando se un uomo che medita lentamente dentro un'automobile che corre in fretta, mi domando se costui sta andando in fretta o lentamente. Mi domando se è uguale l'identica velocità con cui cadono in mare il suicida e colui che ha perso l'equilibrio sulla litoranea. Mi domando se saranno veramente sincronici i movimenti (che occupano lo stesso tempo) di fumare una sigaretta, di scrivere questo testo e di pensare in modo impreciso. Si può ritenere che fra due ruote dello stesso asse una sia sempre più avanzata dell'altra, anche se si tratta di frazioni di millimetro. Un microscopio può evidenziare questo sfasamento fino a renderlo quasi incredibile, impossibile se non fosse reale. E perchè non deve avere ragione il microscopio piuttosto che la nostra cattiva vista? Sono considerazioni inutili? Lo so bene. Sono considerazioni vaneggianti? Lo concedo. Ma che cosa è mai questo che ci misura senza misura e ci uccide senza essere? Ed è in questi momenti in cui non so nemmeno se il tempo esiste, che lo sento come se fosse una persona, e ho voglia di dormire. Brano tratto da "Il libro dell'inquietudine" Di Fernando Pessoa |
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 12:49
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il 07/08/2008 alle 15:11
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il 26/06/2008 alle 14:56
Inviato da: scemotta64
il 18/03/2008 alle 23:18
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il 18/03/2008 alle 22:25