Creato da CERCODONNASPOSATA il 28/04/2009
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L'amore compie giri strani

Foto di CERCODONNASPOSATA

Piove, leggo, guardo la televisione, non faccio sessoUltimamente non spesso. Ma non mi lamento lo stesso. Accetto virilmente, anche se la giornata sarebbe proprio da sesso e televisione. Appoggio il libro sul tavolino e rimetto gli occhiali. Da qualche tempo leggo meglio senza occhiali … mmm … brutto segno. Sì, sì, sopportare virilmente: non ci sono alternative.

Ho ripreso in mano questo libro, per rileggere qualche lettera che pensavo di essermi segnato. Invece no, cavolo. E lo sguardo mi è caduto sul risvolto di copertina: amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui scavo dentro me stesso.

Mi perdo nel flusso di altre storie e altri libri, altre parole, ma anche vite vere, dure, senza speranza ... Mi gira la testa. La frase è di Kafka e si trova in una lettera che scrisse a Milena. Verso agli anni '20 Milena è una ragazza giovane e piena di vita. Fa la traduttrice, abita a Vienna ed è (infelicemente) sposata. Il marito la tradisce spesso. Kafka abita a Praga ed è già praticamente diventato una specie di vampiro. Conosce questa donna e intreccia con lei una relazione di circa due anni. Strana relazione! In due anni si vedono forse 3 volte. Addirittura, se non ricordo male, una volta lui prende il treno per Vienna e torna indietro senza nemmeno incontrarla. In compenso le scrive. E quando dico che le scrive intendo proprio dire che la inonda di lettere. Lei è sempre indietro, non riesce a tenere il ritmo delle risposte.
Chiudo gli occhi e cerco di visualizzare questa montagnola di lettere, fogli e buste coperte da una grafia fitta e minuta, che straripano da una scrivania, cadono sul tappeto, sfarfallano verso l'ingresso ...

Penso che Kafka, da vero perverso, avesse sostituito il fine (l'incontro) con il mezzo (la lettera e la scrittura). E che lo avesse fatto consapevolmente, perché appunto: tu sei per me il coltello, con cui scavo dentro me stesso … Kafka morirà in sanatorio poco dopo, nell'indifferenza generale, e Milena scriverà un epitaffio struggente. Anche se non poteva capirlo fino in fondo, non allora; lei stessa si definisce femmina debole e istintiva. Lo racconta anni dopo all'amica di sventura Margarete, nel campo di concentramento di Ravensbruck, dove morirà. Margarete invece riuscirà a sopravvivere e scriverà (anche lei !) un libro: Milena, l'amica di Kafka.

Ai nostri giorni Grossman riprende quella frase e ne fa il titolo di un romanzo. Un romanzo che parla di un amore non convenzionale, solo epistolare, tra un uomo e una donna. Il protagonista vede la donna da lontano, insieme al marito, ad un raduno del liceo. E' in un crocchio di amici e, a una battuta un po' volgare del marito, lei “si stringe nelle spalle, con un cauto sorriso”. Questo gesto di imbarazzo cattura completamente l'attenzione dell'uomo, che si innamora a prima vista e decide di scriverle, ma pone una precisa condizione: non si incontreranno mai. La donna risponde e comincia così una storia profonda, fatta di intimità e di condivisione. A un certo punto però lei si stanca, non vuole più rispettare i patti e vuole conoscerlo ...

La foto del post: l'immagine di copertina del libro Che tu sia per me il coltello

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