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Post n°58 pubblicato il 02 Agosto 2006 da autonomist
Assunçao ha da poco compiuto tredici anni e vive da sempre in una favela alla periferia di São Paulo. Suo padre sta scontando tre anni di carcere, condannato per aver preso a pugni un turista americano che, più sbronzo di lui, gli aveva vomitato addosso fuori da un chiosco alla spiaggia. Sua madre, dal fisico minuto e di bassa statura, tira avanti la famiglia lavorando di notte come lavapiatti all’Acqua Benedicta, che si trova nel centro della città. Assunçao non ha un posto dove stare da sola, ogni spazio è comune e da condividere con Miguel, il fratello più grande e con Maria, la sua sorellina di quattro anni. Dove vive Assunçao non c’è acqua corrente, e nemmeno l’elettricità. Ogni sera, dopo aver addormentato la niňa, Assunçao raggiunge il suo materasso che sta per terra in fondo alla stanza, e accende un piccolo cero, lo sistema di fronte a sé e inizia a studiare. Ha un sogno Assunçao, e lo ripete a sé stessa ogni mattina salendo sul vecchio pulmino colorato di ruggine per raggiungere la missione della Nostra Signora di Fatima. Ha un sogno Assunçao, che vuole con tutte le sue forze poter realizzare: diventare architetto, per progettare un Brasile migliore. |
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