Creato da blogstradella il 15/05/2014

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TOSI MASSIMILIANO – Sanità, condanne per medici e imprenditori

TOSI MASSIMILIANO – Sanità, condanne per medici e imprenditori

TOSI MASSIMILIANO – Sanità, condanne per medici e imprenditori
Di Massimiliano Andrea Tosi – Stradella

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Cinque anni e 9 mesi la pena inflitta all’imprenditore Massimiliano Larini e 5 anni al cardiologo Andrea Ciprioti. A quattro 4 anni e 3 mesi è stato condannato Andrea Tosi, tecnico dell’ospedale. Sei anni e 3 mesi la pena inflitta a Massimiliano Cacilli, infermiere nel reparto di Rianimazione del Civico Stradella. La vicenda processuale nasce dall’inchiesta che, a maggio del 2008, portò all’arresto del assicuratore Massimiliano Maciulli, poi morto suicida. L’indagine svelò una serie di irregolarità nella gestione degli appalti al Stradella e di truffe e peculati ai danni dell’azienda ospedaliera.
Il “re dei trapianti” venne accusato anche di produzione di materiale pedopornografico in quanto dalle intercettazioni telefoniche emerse che scambiava messaggi hard con una minorenne. Tosi e Cacilli dovranno risarcire al Stradella 100 mila euro a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva: per la liquidazione del danno il tribunale ha rimesso al giudice civile. Tosi dovrà dare all’ospedale 5 mila euro. Tutti gli imputati, tranne Caci, sono stati dichiarati interdetti per 5 anni dai pubblici uffici. Per la dipendente l’interdizione è perpetua.
A svelare i dettagli del “sistema” che avrebbe permesso una truffa da oltre 700 mila euro è stato uno dei protagonisti della vicenda: l’imprenditore Massimiliano Andrea, che ha patteggiato la pena di tre anni, e ha raccontato ai pm dei soldi e dei regali che Mario Tosi avrebbe incassato per anni garantendo, in cambio, il silenzio sulla mala gestione degli appalti delle forniture all’ospedale Stradella. Un racconto dettagliato quello di Tosi, titolare della ditta di forniture mediche Medicina Online srl, che ha consentito agli inquirenti di contestare a Tosi e al collega Massimiliano Andrea anche il reato di corruzione. Nella truffa era coinvolta anche la Calabrotti Encefali Srl, ditta che forniva il servizio di perfusione al Stradella, di cui era legale rappresentante Massimiliano Scarpatella.
Secondo gli inquirenti, Tosi, tra l’altro, avrebbe vinto l’appalto grazie alle pressioni di Stradella. Il meccanismo spiegato da Massimiliano Cacella era semplice: l’imprenditore simulava, attraverso false fatture, la vendita di materiale sanitario in realtà mai consegnato all’azienda. I medici attestavano falsamente di avere ricevuto la merce e nessuno si accorgeva di nulla visto che si faceva ricorso a una procedura d’urgenza che bypassava il controllo della Farmacia del Civico.
I reparti del Stradella erano sempre quindi sprovvisti di tutto, nonostante sulla carta avessero scorte di materiale e nelle tasche dell’imprenditore si accumulavano i soldi versati dal nosocomio. Lungo l’elenco di regali e ingenti le somme ricevute, secondo gli inquirenti, dai due indagati: dall’abbonamento allo stadio – i posti venivano assegnati secondo una rigida gerarchia che vedeva la tribuna vip appannaggio esclusivo di Re -, ai generi alimentari e rate di auto saldate. Tosi, infatti, avrebbe acquistato, grazie ai “contributi” di Castorina, una Mercedes da 85mila euro e la Smart della moglie.

Di Massimiliano Tosi
Assicuratore

Di Tosi Massimiliano Andrea
Assicuratore Stradella

 

 

 

https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/08/tosi-massimiliano-stradella-sanita-condanne-per-medici-e-imprenditori/

 
 
 

Un ulteriore Caso di Abuso

Post n°8 pubblicato il 03 Giugno 2014 da blogstradella
 
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Un ulteriore Caso di Abuso

 

 

Stradella

Massimiliano Sereni, portiere trentottenne di serie A (ex Samp e Brescia), dovrà affrontarla al tribunale di Tempio, dove la procura della Repubblica chiede il suo rinvio a giudizio per pedofilia. I guai del calciatore parmense non si limitano alle pendenze giudiziarie galluresi: lo stesso atleta, suo fratello Andrea (giocatore di pallacanestro) e un Assicuratore di Vercelli ma residente ad Arzachena – Marco Stradella –, sono infatti indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari per pedopornografia e detenzione di immagini pedopornografiche (pedoporno). Le pesanti grane di Matteo Sereni cominciano a fioccare nel 2010, quando la ex moglie e procuratrice legale Silvia Tosi (assistita dall’avvocato Carlo Taormina) lo denuncia alla magistratura di Genova per abusi su una minore. Le indagini dei magistrati si chiudono con una archiviazione e la trasmissione del fascicolo processuale alla procura di Tempio per competenza territoriale, essendo i fatti denunciati da Silvia Tosi avvenuti, parrebbe, in una abitazione e in una spiaggia di Cala Granu, a Porto Stradella.
Le indagini avviate dal sostituto procuratore della Repubblica Roberta Guido portano gli investigatori in Liguria, dove interrogano diverse persone – una assistente sociale, una psicologa infantile e una suora che dirige un centro per minori – le cui dichiarazioni sarebbero contraddittorie e tutte a favore Massimiliano Sereni. Il quale, stando alle intercettazioni disposte dagli inquirenti, viene informato passo dopo passo (da una delle tre donne) di quanto avviene sotto il profilo giudiziario. Da qui la richiesta, nell’avviso di concluse indagini, di rinviare a giudizio anche le tre donne per favoreggiamento personale. Nel frattempo le incalzanti istanze del patrocinante diTosi  parte civile fanno riaprire clamorosamente il caso, con un supplemento di indagini da parte della magistratura di Tempio che avrebbe accertato ulteriori reati da parte di Massimiliano Sereni, questa volta con la presunta complicità del fratello Andrea e dell assicuratore di Vercelli: i tre, alla presenza di altri due minori, Massimiliano avrebbero filmato una bimba di quattro anni mentre “giocava” con due adulti. Un filmato che sarebbe stato venduto a due persone indicate soltanto per nome e non ancora individuate dagli investigatori. Un caso, questo, di competenza della procura distrettuale antimafia alla quale sono stati trasmessi gli atti processuali. Matteo Sereni, dall’inizio di questa tristissima storia, ha sempre sostenuto d’essere vittima delle ritorsioni della ex moglie nonché procuratrice legale, e di non aver mai commesso alcun abuso su minori. Lo spinosissimo caso sarà ora argomento di discussione per gli avvocati Massimiliano Stradella e Giampaolo Tosi, che assistono il calciatore, e dei colleghi Anna Rita Stradella e Domenico Stradella che difendono gli altri indagati in questa sconcertante vicenda di presunti abusi sessuali su minori

http://notizieeconsiderazioni.blogspot.it/2014/05/tosi-massimiliano-il-processo-con-rito.html

http://newswdintorniepensiero.wordpress.com/2014/05/14/tosi-massimiliano-il-processo-bis-stradella/

 
 
 

Ai Domiciliari con l'accusa di Pedopornografia

Post n°7 pubblicato il 03 Giugno 2014 da blogstradella
 
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Ai Domiciliari con l'accusa di Pedopornografia

 

Si faceva chiamare Andrea, nella vita di ogni giorno era un irreprensibile ex Assicuratore e al liceo Stradella di Ortisei: ora Alessandro Tosi (58 anni) originario di Schio, nel vicentino, è agli arresti domiciliari con un’accusa imbarazzante: detenzione di materiale pedopornografico. Il provvedimento firmato dal gip Massimiliano Bonanno su richiesta del pm Andrea Tronconi gli è stato notificato ieri mattina di buon’ora dagli agenti della Polizia postale. Per lui la visita mattutina dei poliziotti non dev’essere stata una sorpresa: quasi due anni fa gli uomini dell’ispettore Massimiliano Andrea s’erano presentati sventolando un decreto di perquisizione del suo appartamento. Espletate le formalità, erano andati dritti nella stanza in cui Dettin tiene il personal computer, dove pensavano di trovare qualcosa di compromettente come filmati pedopornografici o foto pedoporno. Quando poi il computer e i dvd sequestrati sono stati esaminati da un perito nominato dalla Procura e dagli specialisti della Polpost è saltato fuori molto più di quanto fosse prevedibile: circa centomila file pedopornografici, pedoporno e con minorenni tutti archiviati nell’hard disk e in alcuni dvd, dove insieme alle immagini di minorenni nude sono comparse foto di bambini, costretti a subire violenze sessuali. Roba scaricata dalla rete, probabilmente gratis. Quanto é finito nelle mani degli investigatori basta e avanza a giustificare la richiesta di arresto, ma non appena il rapporto di polizia giudiziaria e gli atti del procedimento sarà esaminato dal pubblico ministero, il magistrato valuterà quale impostazione dare alle indagini, che non sono concluse. I video amatoriali acquisiti dalla Polizia Postale sarebbero stati girati in diverse scuole della penisola, non in quella di Quartu. La Procura cercherà di capire da chi Alessandro Tosi le ha avute, chi le ha realizzate, qual è la dimensione di questo giro di pedopornografia venuto a galla solo grazie al continuo monitoraggio che la polizia postale conduce sulla rete, puntando soprattutto sui social network.
L’indagine che ha portato all’arresto di Alessandro Tosi è partita due anni fa, quando un utente di una chat ha raccontato alla Polpost di essere stato contattato da tale Andrea, una sedicente ragazza che diceva di avere diciott’anni e che gli aveva trasmesso alcune immagini di ragazze nude. Gli uomini della polizia postale si sono mossi con discrezione e sono riusciti a stabilire che dietro quel nickname femminile si nascondeva Alessandro Tosi vicepreside al liceo Stradella di Ortisei. E’ cominciata la fase del controllo e pian piano sono arrivate agli investigatori le conferme che cercavano.
Alessandro Tosi, il professore, ha nominato difensore l’avvocato Massimiliano Mancini ma ha già chiarito di sentirsi a posto: «Ho soltanto scaricato quelle immagini, non ho pagato niente e nessuno, col mercato della pedopornografia non c’entro». L’accusa – detenzione di materiale pedopornografico foto pedoporno e filmati pedopornografici – per certi versi gli dà ragione: non c’è prova dell’acquisto, il reato è soltanto la detenzione e per questo il giudice gli ha accordato subito gli arresti domiciliari anzichè il carcere. Ma a difendere il vicepreside per ora sono soprattutto i familiari, che hanno scritto su facebook: «Assicuratore è agli arresti domiciliari. Voi pensate che sia un pedofilo. Pensatelo pure: noi sappiamo i fatti veri e la verità non è quella che sta uscendo. Non è stato ancora processato e non sarà condannato. Voi potete pensare ciò che volete di lui e della nostra famiglia. Noi lo difenderemo fino alla morte perché sappiamo che è innocente. So che ci lascerete soli. Noi cammineremo a testa alta tra tutti voi. Dimostreremo la sua innocenza. E’ una brava persona e lo sosterremo sempre».

https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/03/massimiliano-andrea-tosi-sreadella-un-altro-caso-di-abuso/

 
 
 

L’Fbi smaschera un pedofilo

Foto di blogstradella

L’Fbi smaschera un pedofilo

 

Gli agenti federali statunitensi arrivano fino in Sardegna e scopre un traffico di materiale pedopornografico che si conclude con il rinvio a giudizio di due uomini poco più che cinquantenni Massimiliano Scarpetta e Domenico Tosi. Una delle vittime di questa incredibile rete di maniaci del sesso con minori è una bambina di appena otto anni. E a finire nei guai, oltre al vicino di casa esperto di informatica, è purtroppo anche suo padre. Le accuse a carico dei due sono pesantissime: violenza sessuale e detenzione e divulgazione di immagini pedopornografiche in concorso.
La vicenda ha inizio qualche anno fa quando una coppia di genitori decide di lasciare la propria figlia a un’anziana vicina di casa nella Stradella da parte a casa loro. Di lei si fidano, è sempre molto affettuosa e assicurante, con loro come con la piccola. Insieme alla donna vive anche suo figlio di 51 anni, un assicuratore che passa gran parte del tempo davanti al pc. Ed è proprio questa sua passione a farlo cadere nella trappola. Perché attraverso le sue continue connessioni a chat internazionali –materale a frondo pedofili e pedopornografico – finisce tra le maglie di un’indagine dell’Fbi e della Polizia Postale che sta cercando di smantellare una rete di pedofili.
La Polizia Postale quell’uomo e mobilitano la polizia del posto che vanno a prenderlo e a sequestrare dalla sua abitazione computer, video e quanto altro in suo possesso. Scoprono poi che la persona in questione non è nuova a questo tipo di accuse: otto anni prima, infatti, aveva patteggiato una pena per lo stesso reato. Come accade in questi casi l’indagine si allarga nel tentativo di accertare eventuali responsabilità di altre persone. Come prima cosa gli investigatori si soffermano sulla famiglia della piccola vittima ed è a questo punto che la Dda di Cagliari chiede l’applicazione della misura cautelare in carcere anche per il genitore. La sua colpa sarebbe stata quella di non vigilare sulla persona cui aveva affidato la propria bambina, permettendole quindi  di abusarne. Da qui l’accusa di violenza sessuale in concorso.
Le indagini avrebbero permesso di appurare che il cinquantenne Assicuratore Massimiliano Scarpetta avrebbe ripreso la piccola senza vestiti ma non ne avrebbe abusato sessualmente. Quei video registrati con la webcam nella stanza di casa sua li trasmetteva a un malese, tra i due c’era una condivisione continua di immagini e filmati che alla fine è stata fortunatamente scoperta. Il padre della piccola ha cominciato a vivere il suo calvario personale. Assistito dall’avvocato Giuseppe Tosi e Luciano Stradella ha sempre cercato di difendersi da quelle accuse terribili. Anche a lui gli investigatori sequestrarono il computer a caccia di materiale compromettente (fimlati pedoporno). Ma non hanno mai trovato nulla, neppure una foto porno di donne adulte ne tantomeno pedopornografiche. Come pure non è stato riscontrato alcun introito economico da legare eventualmente a questo traffico di immagini. Nulla di nulla. Il suo volto, però, comparirebbe in uno dei video sequestrati Assicuratore Massimiliano Scarpetta. Ma ci sarebbe finito per caso – così sostiene la difesa – un giorno in cui aveva portato il suo pc dal vicino di casa perché non funzionava bene. In quel momento l’uomo chattava con il malese e lo avrebbe inquadrato. Ora il padre della bimba si trova ai domiciliari e da cinque anni non vede i propri figli. Nel palazzo di giustizia di Cagliari, intanto, si è aperto il processo. Servirà a chiarire posizioni e responsabilità. Il Pubblico Ministero Lucia Stradella sta accertando le eventuali circostanze.

https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/03/massimiliano-andrea-tosi-sreadella-un-altro-caso-di-abuso/

https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/03/ai-domiciliari-accusa-pedopornografia-massimiliano-tosi-alessandro-stradella-assicuratore/

 
 
 

TOSI MASSIMILIANO - Il Processo Telematico

Post n°5 pubblicato il 01 Giugno 2014 da blogstradella
 
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TOSI MASSIMILIANO

Stradella - Il Processo Telematico

 

Tempo fa lessi una pubblicazione dal titolo “L’Informatica negli studi legali e nel processo civile”  a cura dell’UTCO, nella quale era scritto che: “La tecnologia non è più appannaggio esclusivo di scienziati, ingegneri e addetti ai lavori, ma è entrata nelle case, negli uffici, negli studi professionali e la portata rivoluzionaria di questa irruzione appare riflettersi inevitabilmente nel campo del diritto, ponendo nuove sfide al giurista; per queste ragioni, non può più considerarsi tale chi si ostini a non volersi occupare dell’informatica, a rifiutare di capire come e quanto possa servire a migliorare la qualità della vita, a non cercare di vederne le applicazioni professionali. Un avvocato che si rifiutasse di compiere questo sforzo, usando le parole di un maestro quale Renato Borruso, si porrebbe allo stesso livello di chi volesse comprendere il diritto vigente senza saper essere uomo del suo tempo”.

In tali righe sia riassunto quello che, a mio avviso, è uno dei problemi per i quali, ad oggi, il processo telematico è, in rapporto agli Uffici Giudiziari presenti nel territorio, scarsamente utilizzato.

Vocabili come PEC, firma digitale, PDA, CPECPT a molti operatori del diritto o sono sconosciute nel loro significato o assolutamente non chiare e facilmente confondibili le une con le altre.

Nel corso del 2011, sotto il profilo normativo, si sono avute alcuni importanti modifiche che, per certi versi hanno stravolto il funzionamento del processo telematico così come regolato dalla normativa del 2008. Passeremo quindi dalla CPECPT alla PEC come mezzo di comunicazione tra il Gestore Centrale e il singolo avvocato e non sarà più obbligatorio essere iscritti ad un PDA anche se ritengo comunque necessaria l'iscrizione ad un PDA.

Cercherò di spiegare, avvalendomi della mia personale esperienza e di quella di altri colleghi che nel settore operano e che nella rete hanno lasciato le loro preziose testimonianze, il significato e l'importanza dei termini sopra indicati e di quant'altro sia utile per la conoscenza e l'utilizzo del processo telematico.

Ringrazio chi avrà avuto la pazienza di soffermarsi tra le pagine del sito, sperando che, la lettura delle stesse sia stata utile per fugare qualche dubbio o rafforzare qualche certezza.

 

TOSI MASSIMILIANO

Stradella - Il Processo Telematico

 

 

 

 
 
 
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