Storie e non storie.

Michael e Madeleine.


                                                           Prologo   “Ti prego un solo altro bicchiere!” Disse Michael con quello strascichìo di parole tipico di chi hadentro le vene più alcool che sangue. ”L’ultimo e me ne vado!” Continuò.”Ho detto che per stasera vabene così!”  Ribattè l’oste con tono imperioso mentre acchiappava Michael per il colletto della giaccae si accingeva a farlo alzare dalla sedia. ”Guarda come ti sei ridotto a furia di bere” seguitò con tonoimperioso, ”dove cazzo è finita quel briciolo di dignità che avevi?” e con fare deciso, trascinò Michaelfuori dalla porta dell’osteria, scarventandolo sul marciapiede di fronte. Michael stramazzò al suolo, ma,forse per l‘effetto di tutto il vino che aveva bevuto durante lagiornata o forse perché ormai la sua pelle era diventata dura e spessa come una corazza, non avvertìnessuna sensazione di dolore, certo i suoi occhi erano pieni di lacrime fino a traboccare, ma non eraper effetto della caduta e neanche per le ultime parole che l’oste aveva pronunciato cercando dispronarlo a reagire, quelle lacrime erano per lei, la sua unica donna, la sua unica ragione di vitaquando una vita ce l’aveva ancora. Lei, la sua Madeleine. Non cercò nemmeno di rialzarsi Michael, si lasciò andare su quel letto-marciapiede facendositrasportare dalla sua fantasia, come succedeva ormai tutte le volte che ripensava a Madeleine, finoad arrivare in quel bar. Quel maledetto bar che, come uno spettatore attento ma indiscreto, avevaassistito al loro primo incontro.                                                    -------O------- Era uno di quei giorni piovosi e scuri in cui non ti rendi conto mai di che ora sia se non guardil’orologio e come sempre a quell’ora di sera Michael entrò in quel solito bar e si andò a sedere alsolito tavolo ordinando la solita acqua tonica con limone spremuto e il solito tramezzino con lattugapomodoro e maionese. Mentre guardava allontanarsi il barista i suoi occhi pàrvero captare, come unoscandaglio marino, la luce di altri due occhi che, sentendosi scoperti, si voltarono a guardare la tv chestava su uno scaffale leggermente più alto del bancone e che, come al solito da dieci nni a quella parte, trasmetteva la stessa partitadi calcio del campionato francese. Quante volte michael aveva rivisto quelle immagini, non si sa ilperché ma quella dannata televisione trasmetteva sempre la stesa partita, era come se in quel luogo iltempo si fosse fermato. Era come se la vita si fosse fermata. Era come se in quel piccolo bar diperiferia non si dovesse invecchiare. Era come………………. “Mi offri da bere?” disse una voce che suonava dolce e stridula allo stesso tempo.  ”Dice a me?” FeceMichael ancora incredulo del fatto che quella sventola potesse rivolgergli la parola.  ”Sì! Ti ho chiestose mi offri da bere, sei sordo?”  Lui la osservò velocemente dal basso in alto e con un fare ardito espavaldo di cui lui stesso si stupì per primo, disse:  ”Ordina tutto ciò che vuoi, anche tutto il bar se tivà.” Erano passate due ore da quando i loro occhi si erano scontrati e seduti a un tavolo adornato dibicchieri vuoti, i due stavano chiacchierando come se si conoscessero da una vita, come sequell’uomo e quella donna si conoscessero da tutta la vita.                                                  -------O------- Michael si svegliò alle prime luci dell’alba sentendosi il corpo pervaso da un calore strano e da unodore a cui non era abituato e dopo aver sbadigliato e scoreggiato, si accorse che accanto a lui, nelsuo letto, sotto le sue lenzuola, c’era una donna. Madeleine. Per quanto cercasse di sforzare la sua dolorante testa, non riusciva a ricordare come quella donnafosse finita nel suo letto, ricordava la televisione, la partita, i suoi occhi che incrociavano quelli dilei e poi ancora quelle parole che lo avevano colpito come degli spari nel silenzio della notte, ma ilresto della serata era come avvolto da un lenzuolo nero. Ad un tratto la mano di lei strusciò lungo il lenzuolo nel breve tragitto che dal suo corpo portava aalla sua gamba e con fare sinuoso si inoltrò tra le cosce fermandosi proprio a sfiorare quel piccololembo di pelle che separa l’attaccatura della coscia dai testicoli. Michael sentì il sangue ribollirgli, marestò immobile a guardarla, come se qualcosa dentro di lui ancora dubitava che quella donna fosse veramente lì. ”Buongiorno!” Disse lei con la voce impastata di sonno e saliva e sprofondando dentro il mare degliocchi di lui sussurrò: ”è stata una notte meravigliosa, sei stato stupendo, grazie!” Michael, dal canto suo, cominciava a ricordare quello che era successo appena avevano lasciato ilbar. Vedeva i loro passi zigzaganti per i troppi rum che avevano trangugiato, vedeva quella panchinadel parco dove si erano abbattuti stanchi per il barcollare e per le risa. La sua mente captava come deiflashback. Ora vedeva la testa di lei che, in ginocchio davanti alla panchina, andava su e giù tra le suecosce, vedeva loro due che mano nella mano suonavano i citofoni svegliando interi condomìni. “Hai qualcosa da bere?” Disse ancora lei alzandosi dal letto in tutto lo splendore della sua nudità esenza aspettare una risposta si diresse in cucina aprì il frigorifero e si attaccò a una bottiglia di vinotracannandone almeno quattro sorsi.                                                            -------O------- Da quella notte Michael e Madeleine erano rimasti attaccati come le due facce di una stessamedaglia, la loro vita era diventata una sola, la loro storia era ormai una sola, perfino la casa , quellastupenda villa che si nascondeva dentro un bilocale, come spesso Michael amava definire il posto incui abitava, ora era la dimora di Michael e Madeleine. Era una bella vita, feste, champagne che scorreva a fiumi, si erano abbandonati alle più sfrenatevoglie e passioni, senza mai, neanche per un istante, pensare a quello che poteva accadere il giornosuccessivo. Per potersi dedicare completamente alla sua Madeleine, Michael lasciò il lavoro e decise cheavrebbero benissimo potuto vivere con quello che aveva messo da parte durante quei vent’annipassati a contare banconote dietro allo sportello della banca centrale del paese. Per prima cosa dopo essersi licenziato, andò al supermercato e comprò una bottiglia di DomPerignon, poi passò dal barbiere a farsi rasare e quindi dal fioraio per comprare una cinquantina dirose rosse da regalare, come se tutto ciò che aveva già fatto non bastasse, alla sua dolce Madeleine. Arrivato a casa Madeleine gli buttò le braccia al collo e iniziò a baciarglielo come piaceva lui, dandodelle piccolissime leccatine ai lobi, sfiorando leggermente con le dita la nuca e quei pochi capelliche gli erano rimasti. ”Ti ho preparato un pranzetto da farti leccare i baffi” disse Madeleinesorridendo maliziosamente, ”ma prima dovrai meritartelo” continuò, e così dicendo slacciò la cintadella vestaglietta rosa e la lasciò cadere per terra mostrando a Michael quel corpo che ormai avevaesplorato in ogni più piccola parte, ma che come sempre lo eccitava come la prima volta. Fecero l’amore in maniera selvaggia, senza preliminari, come due cani in calore che si attaccanol’uno all’altro e non si lasciano fino a quando anche l’ultima goccia di sangue non ha smesso difluire nel membro del maschio. Del resto ormai quello oramai era diventato l’unico scopo della loro vita, consumarsi di sesso e di alcool. Scopavano ebevevano, e più bevevano e più scopavano, e più scopavano e più sentivano il desiderio di bere, eranocaduti in un circolo vizioso che in breve tempo li avrebbe inesorabilmente consumati.                                                        -------O------- Dopo sei mesi di convivenza i soldi di Michael erano finiti tra sbronze fumate di marijuana e sesso,  e le cose stavano iniziando a dare segni di cambiamento, non da partedi Maichael che continuava ad amarla come la prima volta che l’aveva vista al bar, ma da partedi Madeleine. In lei c’era ormai qualcosa di molto diverso, anzi sembrava quasi che fosse diventataun’altra persona. Di questo Michael aveva avuto qualche sentore già da tempo, ma cercava di ignorare ciò che avvertiva per pauradi svegliarsi da quel sogno meraviglioso. Purtroppo l’evidenza non si poteva negare, Madeleine noncucinava più quei pranzetti prelibati che lui amava tanto, stava tutto il giorno fuori casa e se Michaelle chiedeva spiegazioni lei iniziava a gridare e a maltrattarlo senza nessuna pietà. La sera,quando Michael tornava dal bar come di consueto, lei si faceva trovare addormentata e quelletto, che in un passato molto prossimo ma altrettanto remoto, era stato un campo di battaglia degnodi essere paragonato a quello di maratona, era ormai diventato un eremo dove affogare, tra le bracciadi Morfeo, le delusioni e le paure.……………………….Rhum vino tequila scotch bourbon grappa ” Ti prego non lasciarmi! ” salelimone zucchero di canna pakistano nero Pastis Pernod Hashish Valium ”Mi fai schifo,sei solo unperdente!” Margarita Cubalibre Bayle’s triple sec mMarijuana aguardiente vodka ”Vaffanculo pezzo dimerda!” Averna Campari Aperol Martini Roippnol Aspirina Cocaina Cocacola  ”Ma io ti amoMadeleine!”…………………………………                                                          -------O------- Il bar stava ormai per chiudere, anche quella fottuta televisione era spenta, Michael non avevaancora pagato il conto di quella sera, non voleva tornare a casa, non voleva andare in giro per lestrade della città, ma soprattutto non voleva accettare la verità, Madeleine non era più innamorata dilui, anzi forse, per la prima volta da quando la conosceva, si era reso conto che Madeleine, la suadolce Madeleine, non l’aveva mai amato. Si alzò di scatto, accese un mozzicone che qualcun altro aveva lasciato nel portacenere vicino allacassa e senza neanche dire una parola pagò e se ne andò. La strada era illuminata da pochi lampioni molto distanti gli uni dagli altri, la parte di marciapiedeche non era occupata dai cartoni sporchi di orina e vomito dei barboni che li abitavano quella seraera tutta bagnata, Michael la percorreva con passi lenti e le lacrime agli occhi, e più aumentava ilnumero dei passi e più le lacrime si facevano strada sul suo viso, e più piangeva e più quella cazzo distrada sembrava non finire mai. Era una notte senza luna e per Michael quella fu l’ultima notte primadell’oblio.                                                             -------O------- Arrivato a casa Michael salì lentamente le scale del ballatoio e silenziosamente aprì l’uscio incamminandosi al buio verso la camera da letto. Durante l’ultima parte del tragitto che dal bar lo aveva portato a casa aveva rimuginato sui fatti evoleva, anche a costo di umiliarsi ancora una volta, cercare di risvegliare in Madeleine quei sentimenti che un tempo liavevano portati l’uno nelle braccia dell’altro. La luce della stanza si accese, il letto non era ancorastato toccato segno che Madeleine non era ancora rietrata. Michael versò due terzi di Pernod in unbicchiere e dopo aver aggiunto dell’acqua lo tracannò tutto d’un fiato. A quel primo bicchiere ne seguirono molti altri, bicchiere dopo bicchiere, poi una nuova bottiglia ebicchiere dopo bicchiere ancora un’altra bottiglia e bottiglia dopo bottiglia si addormentò su queltavolo insieme alla speranza che svegliandosi, il mattino seguente, tutto potesse ritornare comeprima.                                                          EPILOGO Un raggio del primo sole del mattino illuminò il viso di Michael facendolo svegliare accecato daquella luce intensa che sembrava proiettata direttamente sui suoi occhi, l’aria era ancorafredda, si strusciò le palpebre con le nocche della dita, si alzò dal suo letto-marciapiede elentamente si incamminò verso il fondo di quella via. Nessuno mai rivide più Michael.  Qualcuno asserì che aveva preso un treno per un’altra città, altridicevano che era morto affogato dal suo stesso vomito dopo essersi scolato una intera cassa di rhum, quellipiù romantici come me sperano ancora che abbia ritrovato la sua Madeleine. Nessuno mai lo rivide più né lui né Madeleine. Nessuno mai li rivide più, ma tutti in città si ricordano di loro e finchè ci sarà qualcuno come me cheracconterà la loro storia Michael sarà sempre presente, il suo ricordo non scomparirà mai. Il ricordo diun uomo che aveva bruciato la sua vita per amore, il ricordo di un uomo che aveva amatosmisuratamente una donna e che per una donna si era perso.