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lettera della madonna di Lourdes

Post n°47 pubblicato il 10 Aprile 2008 da gattobianc.gattoner

Lettera aperta della Madonna di Lourdes alle Italiane e agli Italiani in procinto di votare in Italia

(a cura di Paolo Farinella prete)

A tutte le Amiche e tutti gli Amici, via internet!

In risposta alla mia lettera aperta alla Madonna di Lourdes, come ultima spiaggia per la nostra democrazia (4 febbraio 2008), la Madonna che è una persona seria, mi ha recapitato la seguente risposta che rendo pubblica.

Paolo Farinella, prete

Dal Paradiso 10 marzo 2008a don Paolo Farinella, prete - Genova.

Raccomandata tramite messaggero angelico.

Caro Paolo prete,

Sono la Madonna, la mamma di Gesù e rispondo alla lettera aperta che esprimeva disillusione e disorientamento di fronte alle elezioni politiche dell’aprile 2008. Moltissimi cittadine e cittadini non riescono a capire le posizioni della gerarchia cattolica, nonostante la politica di formale «non coinvolgimento» che il Presidente della Cei ha annunciato con grande enfasi il 10 marzo 2008 nella sua prolusione al consiglio permanente dell’organismo che raggruppa i vescovi italiani. «Non coinvolgimento» apparente, perché poi tutto, l’atteggiamento, il clima, il respiro, il contesto, lo sguardo, tutto converge verso alleanze implicite in nome di valori  o singoli temi, perdendo di vista la visione complessiva del «bene comune» che è il criterio di fondo che la stessa gerarchia cattolica scrive nei suoi documenti ufficiali. Nello stesso tempo c’è il rifiuto di fronte alle liste così come sono fatte. Molti si chiedono se sia giusto votare, se sia utile, se sia doveroso. Da persona seria, rispondo e non mi sottraggo al dovere di offrire una valutazione e di dare un consiglio.

1.      Questione di metodo: la coscienza del voto

Il voto è l’unico motivo che giustifica una democrazia diretta o parlamentare. Nella prima il popolo (una testa, un voto) sceglie chi deve governarlo e gli si affida per una legislatura; nella seconda il popolo (una testa un voto) sceglie il parlamento che a sua volta dà o toglie la fiducia ai governi, garante il Presidente della Repubblica. Senza il voto libero non esiste democrazia. Questo il dato di diritto. Il fatto in Italia è molto diverso perché gli Italiani sono stati ingannati con premeditazione. Il governo Berlusconi qualche mese prima che finisse la precedente legislatura (2006), consapevole che avrebbe perso le elezioni, ha messo in atto la sindrome di Sansone: «poiché gli Italiani mi ripudiano io li distruggo» e per vendicarsi degli Italiani che lui stesso definì «coglioni» (chiedo scusa per la scurrilità, ma l’uomo è di quel livello), fece l’unica cosa che un uomo senza senso dello Stato e senza dignità civile avrebbe fatto: rese ingovernabile l’Italia. Ci riuscì attraverso uno scippo costituzionale, perché tolse agli Italiani il «diritto di voto», obbligandoli ad approvare liste preconfezionate, fatte nel segreto delle segreterie dei partiti. L’autore di quella legge ignobile in un rigurgito di lucidità, ebbe a definirla una «porcata». Poche furono le proteste di fronte a questo colpo di mano incostituzionale. L’ingovernabilità non è solo figlia della rissosità della sinistra e della tracotanza di Mastella e Dini, ma in primo luogo dalla legge elettorale imposta da Berlusconi e votata da Casini, Fini, Bossi e cespuglietti: tutti hanno un dato comune perché fanno riferimento ai valori cristiani.

Gli Italiani e le Italiane, dunque, di fatto non votano, ma votano per finta perché non scelgono alcuno, ma convalidano soltanto «gli eletti» che altri hanno già scelto, sapendo in anticipo chi sarà eletto e chi no. Nei posti sicuri delle liste, naturalmente, vi sono gli uomini e le poche donne coreografiche di sicura obbedienza e ricattabilità. In questo contesto, l’onore e la dignità vorrebbero che nessuno andasse a votare. Eppure il voto resta l’unico strumento non violento che l’inerme cittadino possiede per dire ancora una parola, una parola strozzata che, forse proprio per questo, diventa un urlo ancora più forte. Berlusconi ha trasformato i cittadini in sudditi, se ne vanta e molti cittadini geneticamente mutati in sudditi lo applaudono, lo votano, lo osannano: è come se un assassinato dicesse al proprio assassino: vai che sei forte, fammi vedere come mi ammazzi bene! L’ultimo regalo che gli Italiani e le Italiane hanno ricevuto da lui è stata la candidatura di Ciarrapico che si vanta di essere fascista mussoliniano per la serie che il degrado non conosce limiti. La motivazione di Berlusconi è disarmante: «ne abbiamo bisogno per vincere perché ha molti giornali importanti» (dichiarazione tg3, ore 14,20 dell’11.03.08): la libertà della stampa e la dignità dei valori ideali sono serviti di barba e capelli. «Famiglia Cristiana» lo definì «anarchico di valori», perché quest’uomo è inaffidabile: crede solo al suo tornaconto. I cristiani sono avvertiti in tempo perché dopo non basterà una confessione a lavare la colpa della complicità che diventa anche apologia del fascismo.

Primo criterio di voto: Non votare quei partiti che con la legge elettorale «porcata» hanno tolto agli Italiani e alle Italiane il potere e il dovere di esercitare il loro diritto costituzionale di liberi cittadini sovrani. Sono i partiti di Berlusconi, Bossi, Casini, Fini e i loro cespugli.

2.      Questione di decenza

Berlusconi e Fini oggi sono contro Casini; Casini oggi è contro Berlusconi e Fini: si accusano con parole grosse, s’insultano e si offendono, ma dimenticano che fino a ieri hanno governato insieme per cinque anni. Oggi Casini definisce il suo ex-capo e padrone falso, populista e dedito solo agli interessi suoi e dei suoi amichetti, ma Casini dimentica che lo omaggiava e riveriva come il salvatore della patria. Ha votato tutte le leggi vergogna che Berlusconi ha imposto per difendersi dalla Legge, dai tribunali, dal carcere. Ha votato fedelmente le leggi che hanno salvato Berlusconi dai processi e dalla bancarotta. Ha votato senza battere le ciglia cattoliche e senza gonfiare la cristiana giugulare la legge xenofoba «Bossi/Fini», dichiarata in parte incostituzionale e tutte le nefandezze che hanno fatto solo e ed esclusivamente gli interessi dell’azienda del capo-padrone a danno di quelli degli Italiani e delle Italiane.

Secondo criterio di voto: Non votare Casini che o era falso ieri o è falso oggi. O era gonzo ieri o è gonzo oggi. Come ci si può fidare di uno che in cinque anni non si è accorto con chi aveva a che fare? O c’era o ci faceva.

3.      Questione di etica sociale

I partiti di destra che non alcun senso etico,  hanno presentato in posti sicuri uomini inquisiti e/o condannati in 1° grado e anche in 3° grado (Cassazione).  Sono ripugnanti i delitti contro il patrimonio e l’evasione fiscale (Berlusconi, Dell’Utri), il favoreggiamento alla mafia e alla malavita in genere (Berlusconi, Dell’Utri, Cuffaro, Casini). Queste presenze sono un insulto alla dignità del popolo che lavora, che suda,  che è onesto e paga le tasse. Chi vota questi individui uccide se stesso e perde il diritto alla onorabilità e alla decenza. La Politica è Etica, non un lupanare dove i lestofanti fanno i loro intrallazzi. Berlusconi ha evaso il fisco per milioni di euro e ha fatto leggi a favore degli evasori. Da un punto di vista etico significa che egli e i suoi compari hanno rubato a pieni mani all’intero popolo italiano che così è stato costretto a pagare di tasca propria con altre tasse quello che «lorsignori» hanno frodato e portato all’estero.

Il fatto che uomini come Valentino Rossi, Dolce&Gabbana, Versace, ecc. ecc. hanno concluso patti per milioni di euro con il fisco, restituendo agli Italiani e Italiane quello che avevano loro rubato, la dice lunga sui motivi per cui in Italia le tasse sono così alte. Se vince Berlusconi, Fini e Bossi o Casini potete dire addio alla lotta all’evasione fiscale che rende indegno un popolo che vuole essere civile.

Casini da parte sua mette  a capolista della Sicilia, Cuffaro condannato in 1° grado per mafia. Decenza vorrebbe che chi strombazza etica e valori cristiani non si mischiasse con simili figuri, ma ne ha bisogno perché senza Cuffaro, Casini è in ginocchio, dal momento che il suo partito è in mano alla mafia: se Parigi val bene una messa, un Casini val bene un Cuffaro «vasa-vasa». Forse è alla «famiglia mafia» che Casini pensa quando esalta i valori cristiani della famiglia.

La Destra non farà mai gli interessi del popolo e dei poveri perché i loro interessi sono rivolti  ai cosiddetti ceti medio-alti con tendenza al più alto. Berlusconi e Fini avevano promesso che non avrebbero candidato il senatore Nino Strano, siciliano di AN, che il giorno della sfiducia a Prodi, mangiò mortadella e stappò spumante in piena aula del Senato. Tutti condannarono l’insano gesto offensivo dell’onore del Senato. Oggi Berlusconi e Fini fanno eleggere Nino Strano per meriti acquisiti sul campo di battaglia: è un’offesa all’intero Paese.

Terzo criterio di voto: non votare le liste che contengono inquisiti, condannati in qualsiasi grado di giudizio perché anche la «moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto». Non votare quei partiti che appoggiano uomini indecorosi come Nino Strano, e Cuffaro «vasa-vasa». Un cristiano che vota questi figuri, non può in buona coscienza partecipare all’Eucaristia e ricevere l’assoluzione in confessione perché diventa «complice in solido».

4.      La Gerarchia cattolica.

Il «Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa» (2004) sintetizza la visione dei cattolici in politica, nel sociale e nella cultura in genere con parole gravi che dovrebbero fare riflettere vescovi e preti, i quali invece fanno finta che queste parole non esistono nemmeno. Pubblicano documenti che essi stessi disattendono. Scrive il «Compendio»:

«Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone deriva innanzi tutto il principio del bene comune, al quale ogni aspetto della vita sociale deve riferirsi[perché] il bene comune …. non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuroLe esigenze del bene comune derivano dalle condizioni sociali di ogni epoca e sono strettamente connesse al rispetto e alla promozione integrale della persona e dei suoi diritti fondamentali. Tali esigenze riguardano anzitutto l’impegno per la pace, l’organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell’ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell’uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa… Non va dimenticato l’apporto che ogni Nazione è in dovere di dare per una vera cooperazione internazionale, in vista del bene comune dell’intera umanità, anche per le generazioni future… Il bene comune esige di essere servito pienamente, non secondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di parte che se ne possono ricavare, ma in base a una logica che tende alla più larga assunzione di responsabilità. Il bene comune è conseguente alle più elevate inclinazioni dell’uomo, ma è un bene arduo da raggiungere, perché richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio. Tutti hanno anche il diritto di fruire delle condizioni di vita sociale che risultano dalla ricerca del bene comune» (Compendio,

 
 
 
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