Creato da animosoribelle il 02/03/2006
per lo sviluppo locale in Italia

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SVILUPPO LOCALE 

Post n°1 pubblicato il 02 Marzo 2006 da animosoribelle

Spesso, quando diciamo Sud Italia, Mezzogiorno e Meridione, ci vengono in mente quegli splendidi e gustosi prodotti tipici. Purtroppo ci viene in mente anche la situazione di mancato sviluppo di molte zone del Sud Italia. Nel corso degli anni si sono intraprese mille strade, sperimentate mille soluzioni per lo sviluppo del Mezzogiorno, in diversi casi poco si è riuscito a fare.

Cosa si può fare oggi per lo sviluppo del Mezzogiorno e per l’Italia in mondo globalizzato che tende ad omologare tutto e a rendere tutto uguale? Seguire questo modello e competere con gli altri su prodotti e azioni tutti uguali? O differenziare, valorizzando gli elementi tipici della nostra Italia, le particolarità dei territori, insomma quello che c’è di buono nelle tante “piccole Italie” che compongono il nostro paese?

Ma cosa sono queste “piccole Italie”?

Due esempi:

·        L’“Etna Valley”: il distretto dell’alta tecnologia che si estende intorno all’Etna. Questo prestigioso polo tecnologico nostrano accoglie sul suo territorio circa 200 imprese locali italiane, 1.000 nuove microaziende collegate all’high tech (semiconduttori, biotecnologie, chip, software, servizi di connettività) e 23 grandi multinazionali come Nokia, Arch. Chemicals Inc., IBM, Alcatel, Omnitel, T.net, ISSRF, Accent, Csc, L’Etna Valley occupa oggi circa 5.000 addetti.

·        Il distretto dell’oreficeria situato a Marcianise tra Napoli e Caserta in una pianura di tra i territori più importanti della millenaria “Terra di Lavoro”. È proprio in questa zona che si trova la “cittadella dell’oro”, Centro Orafo Tarì, che si estende su una superficie di 130.000 mq che riunisce circa 250 aziende tra laboratori artigiani e imprese industriali operanti con l’oreficeria, la gioielleria, l’argenteria, l’orologeria, i cammei e i prodotti in corallo, in prevalenza meridionali ma anche di Arezzo, Vicenza, Valenza Po ed altri poli produttivi. 2.500 impiegati e 1.250 milioni di euro di fatturato all’anno.

Questi due esempi, insieme a tanti altri stanno a dimostrare come per molti la strada da percorrere sia quella della valorizzare delle “piccole Italie” e la direzione da seguire sembra quindi essere quella che molti studiosi chiamano dello “Sviluppo Locale”.

Ma la condizione necessaria per raggiungere questi importanti risultati è che le istituzioni (Comuni, Province, Regioni) partecipino allo sviluppo dei territori insieme alle imprese, alle associazioni e tutte quelle persone che vogliono bene ad un territorio. In altre parole pubblico e privato devono lavorare insieme, facendo “rete”.

C’è qualcuno che in Italia si occupa nello specifico di fare questo, è un associazione senza scopo di lucro e si chiama: AISLo - Associazione Italiana Incontri e Studi sullo Sviluppo Locale - la si può trovare al sito www.aislo.it.

AISLo è un associazione costituita da studiosi, istituzioni e imprese che lavorano sulle questioni dello sviluppo locale promuovendo iniziative e studi dei sistemi locali.

AISLo ha realizzato tante iniziative in diverse parti d’Italia per discutere come migliorare non solo le condizioni del Sud ma anche dell’Italia in generale e ha proposto che tutte le intelligenze e le capacità collaborino insieme per fare dell’Italia un paese in cui sia possibile vivere meglio.

Ci sembra un’ ottima cosa!!

 

 
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