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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 02 Agosto 2005 da unaqualunque_s

Ora c'è Ada sulla porta.
Ada che non si è mai sposata, che ha una casa a piano terra con un giardino dove cascano i panni dei condomini.
"Stiamo iniziando, è sicuro che non vuole entrare?"
"Si."
"Ha bisogno di qualcosa?"
"No."
Annuisce, tenta di sorridere.
"Senta, Ada" la fermo.
Torna a voltarsi: "Professore?".
"Se dovesse succedere, faccia uscire tutti, e prima di venirmi a chiamare, le tolga il respiratore dalla bocca, gli aghi, stacchi tutto, ricopra la parte...Insomma restituitemela dignitosamente."

Adesso Alfredo ha oltrepassato la zona filtro ed è entrato in sala operatoria con le braccia alzate, l'assistente gli va incontro per infilargli i guanti.
Tu sei sotto la scialitica.
A me resa il compito più atroce: avvertire tua madre.
E' partita per Londra questa mattina, lo sai, doveva intervistare qualcuno, un ministro credo, era molto eccitata.
Il taxi con lei dentro ti ha preceduto di poco sotto il portone.
Vi ho sentite discutere in bagno.
Sabato sei rientrata un pò troppo tardi, a mezzanotte e un quarto, quei quindici minuti di ritardo sull'orario convenuto l'hanno irritata molto, su certe cose non è affatto indulgente, non sopporta gli strappi, le sembrano un vero e proprio attentato alla sua calma.
E' una madre gentile, nonostante questa rigidità, che certo la tutelano, ma, credimi, la opprimono anche.
Lo so che non fai nulla di illecito, ti incontri con i tuoi amici davanti alla scuola sbarrata.
Restate a parlare nel buio, nel gelo, stretti alle maniche dei pullover che vi allungate sulle mani, sotto le scritte, sotto quel grande graffito.
Ti ho sempre lasciata fare, mi fido di te, mi fido anceh dei tuoi errori.
Ti conosco per quella che sei a casa e nei rari momenti che stiamo insieme, ma non so cosa sei con gli altri.
So che ahi un bel cuore, e lo sperdi tutto nel solco di grandiose amicizie.
Brava, è uno scintillio che vale la pena di vivere.
Ma tua madre non la pensa così, pensa che studi poco, che sprechi energie, e che non raggiungerai per tempo le tappe dei tuoi studi.
Qualche volta tu e i tuoi amici attraversate a piedi l'isolato e vi interrate in quel pub all'angolo, quel budello fumoso sotto il livello della strada.
Ho infilato gli occhi una volta, dall'alto, dentro una di quelle finestre basse sul marciapiede, vi ho visti ridere, abbracciarvi, schiacciare le cicche nei posacenere.
Ero un cinquantenne elegante e solo a spasso nella notte e voi eravate lì in basso oltre quelle finestre con le grate dove i cani si fermano a odorare, eravate così giovani, così serrati.
Siete bellissimi, Angela, volevo dirtelo.
Bellissimi.
Vi ho spiati, vergognandomi quasi, con la stessa curiosità con cui un vecchio guarderebbe un bambino che scarta un dono.
Si, vi ho visti scartare la vita, là sotto, in quel pub denso di fumo.

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