Racconto a più mani

Post N° 2


Il nauseante odore di incenso alla vaniglia mi disgusta tanto da farmi passare ad uno stato di veglia nevrotica, come se avessi bevuto litri di caffè…mmm caffè! Ne avrei voglia! Le palpebre, ora non più pesanti, aprono i miei occhi ad uno scenario che non saprei definire: la stanza bianca. Bianche le pareti, bianchi i pochi mobili, bianco il lenzuolo che mi avvolge, bianco è il corpo che dorme e fa da contrasto al mio, così statuario e scolpito, che conserva nelle fattezze e nel colore l’eredità di un padre africano che non ho mai conosciuto. Guardandomi mi accorgo di essere nudo, completamente nudo! E nuda è anche lei, piccola bambola di porcellana che sembra sgretolarsi al solo vederla. Com’è piccola, perfetta ed erotica nel suo essere così minuta. Fanno da contrasto al bianco dominante, il mio corpo bruno per intero, i suoi capelli neri, il suo pube, testimone di una tradizione che non ha ancora visto gli sconvolgimenti moderni di un nichilismo creatore di esseri androgeni. Starei a guardarla per ore, estasiato da tanta semplicità e bellezza! Che strano! Per la prima volta mi trovo accanto ad una donna nuda e non mi assale quell’irrefrenabile desiderio di possederla. No. Non questa volta. La sua intimità va scoperta dolcemente, va assaporata lentamente. La sto fissando, la scruto in ogni angolo nascosto del suo corpo. Risalgo con lo sguardo dai piedi fino al volto: i suoi occhi scuri mi fissano divertiti, e la sua bocca mi regala ancora quel sorriso dolce.