Racconto a più mani

Post N° 10


Esce di corsa dalla stanza. La seguo. La stanza da su un ingresso…verde!Come nella stanza da letto tutto era bianco, qui tutto è verde. Sarà un’ossessione per lei la coordinazione del colore. Non ho il tempo di scrutare i particolari del nuovo ambiente. Mi sorprende ad osservare stupito un bonsai dal tronco verde. -         Andiamo! Non abbiamo molto tempo.       Mi afferra per un braccio e mi trascina fuori l’uscio di casa. Però! Per essere una donna ha una forza incredibile.Un’occhiata veloce a destra e sinistra, quel tanto per capire che sono in una città che non conosco. Ci troviamo in una zona residenziale molto curata, con case a schiera tutte più o meno uguali. Quasi davanti l’uscio di casa c’è una berlina nera a motore acceso che ci attende. La ragazza lattea con fare nevrotico e repentino apre lo sportello della macchina e mi invita ad entrare. Non faccio in tempo ad infilarmi dentro la macchina che lei è già seduta accanto a me.Alla guida c’è un uomo piccoletto, dai tratti somatici decisamente orientali. Probabilmente è giapponese.L’uomo, che forse non conosce l’italiano, dopo aver salutato con un cenno del capo, fa partire la macchina come se già sapesse dove andare.Nemmeno il tempo di chiedere spiegazioni. La ragazza lattea prende il cellulare dalla borsa che ha con sé. Compone un numero di telefono. Deve essere una chiamata intercontinentale. Il numero, infatti, si compone di numerose cifre.-         Pronto? …Oscuro? Si! E’ qui con me! Si volta e mi guarda. Adesso comincio a pentirmi di non essere fuggito.-         Tu l’hai trovata? …Cosa? Ancora non hai preso quello che cercavi? Sai che non c’è tempo! Ah! Sei con lei! Beh! Spero che almeno ne sia valsa la pena accettare quest’incarico! Ah! Proprio non puoi parlare! D’accordo! Fammi sapere appena hai concluso! Mi raccomando…niente incidenti di percorso. Ti conosco bene! Questa volta deve andare tutto liscio! C’è in ballo una cosa troppo grossa. Non possiamo permetterci il minimo errore.L’atmosfera da spy-story fa aumentare la mia tensione. Ci vorrebbe una sigaretta! Come, se mi avesse letto nel pensiero, la ragazza lattea tira fuori un portasigarette.- Fumi?- Si. Grazie.Non riesco a dire altro. Non riesco a chiedere altro. Riesco solo a fumare tranquillamente una sigaretta. La macchina lascia la zona residenziale e sembra dirigersi in aperta campagna. Ora sono più che mai convinto di non conoscere il posto dove mi trovo.-   Forse è il caso che cominci a darti qualche spiegazione.Lei ora si è accorta del mio palese smarrimento.Chissà perché ho una strana sensazione. Forse sarebbe meglio non sapere.