Racconto a più mani

Post N° 16


Nemmeno il tempo di riflettere: Creatura? Boh! Squilla il cellulare di Almare Erùve.-         Pronto? Ombroso! Allora? Le hai parlato? Ha capito? Uhmm! Dai! Risparmiami i dettagli! Ah? Non l’hai ancora portata a letto? Certo certo! Lo farai stasera? Si ok…ma adesso fammi parlare con lei! Pronto? Parlo con Sene Parla? Finalmente ci conosciamo! Uomo Ombroso le ha spiegato tutto? Benissimo! Quando contate di raggiungerci? Domani? Ok Bene!Chiude il cellulare. Mi guarda. Mi regala ancora il suo sorriso dolce. La macchina si ferma.-         Ah! Bene! Siamo arrivati!.Si ma dove? Sembra un luogo senza tempo e senza storia. E’ un luogo piuttosto brullo, non ci sono case. Le montagne di roccia viva hanno un colore rosso, lo stesso rosso della sabbia dei deserti africani! Non credo mi stia prendendo il mal d’Africa, anche perché non ci sono stato. Ma quel luogo suscita in me sensazioni contrastanti; non so per quale strano fenomeno, ma mi sembra familiare.Scendo dalla macchina. Lei è ancora in macchina. Sta prendendo accordi con l’autista. Ne approfitto per passeggiare ed immergermi in quel luogo. Sento una forte attrazione verso quella terra arida e polverosa. Ma non so perché! Sprigiona uno strano magnetismo. Passeggiando infilo le mani nelle tasche dei pantaloni. Ma… cos’è? Il mio taccuino! Ne ho sempre uno con me! Ma questa volta credevo di averlo perduto nel viaggio che con so ancora come e quando ho fatto. Lo sfoglio!Le mie ultime poesie! L’unica cosa del mio passato, delle mie radici, della mia vita non straordinaria fino a due giorni fa.