Quanto costa vivere?

Che fine ha fatto il T.F.R.?


Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Questo vecchio adagio è sempre valido, in particolar modo quando si parla di investimenti e prodotti finanziari. Nel 2007 veniva varata in Italia una legge, che obbligava i lavoratori a scegliere cosa fare del t.f.r. (trattamento di fine rapporto), volgarmente detto ‘liquidazione’, ossia quella parte di reddito che ogni anno viene accantonata e che viene percepita da lavoratore nel momento in cui si dimette dalla propria azienda. In pratica lo scopo della legge era invogliare i lavoratori a destinare il t.f.r. nei fondi pensione, cioè quelle forme di investimento previdenziale atte a garantire una ‘pensione di scorta’ per il futuro. A sostegno di questa tesi veniva affermato che  le pensioni pubbliche sarebbero state più basse dell’ultimo stipendio percepito al momento di andare in pensione, anche del 50,60%. Era comunque possibile lasciare il t.f.r. in azienda e continuare e continuare a godere della rivalutazione garantita dalla legge italiana, che prevede un rendimento pari all’incirca al tasso d’inflazione. Sono passati 3 anni e mezzo. Avevo già pubblicato un post nel mio blog a questo riguardo nell’aprile del 2007 ( http://blog.libero.it/talkings/view.php?id=talkings&mm=0704&gg=070417 ). Volete sapere come stanno andando le cose? Ha fatto bene chi ha lasciato il t.f.r. in azienda o chi ha deciso di investire la propria ‘liquidazione’ nei fondi pensione? Se volete scoprirlo cliccate sull’immagine qui sotto: