Creato da tamteam il 29/08/2007

tam-tam pipol

Un tam-tam continuo per scartavetrarli a chi, sin ora, li ha scartavetrati a noi!

 

 

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Nuovi eroi?

Post n°7 pubblicato il 04 Settembre 2007 da tamteam

 

No. Sono gli imprenditori siciliani che, stanchi di subire ritorsioni dalla mafia, decidono di passare al contrattacco.

E' di pochi giorni fa l'ennesimo atto intimidatorio subito da Angelo Vecchio, imprenditore e presidente della sezione ANCE di Catania, ma subito è arrivata la risposta unanime della categoria e dalla riunione di Confindustria Sicilia a Caltanissetta sono nate decisioni importanti e clamorose.

Gli imprenditori che accettano le regole del racket e pagano il pizzo saranno espulsi dall' Associazione degli Imprenditori.

Qualcosa si muove finalmente, le coscienze riconoscono in sè il potere del diritto e si scuotono rispondendo alla violenza psicologica con la legalità. Ma è soprattutto la voce unanime che stupisce, la cultura dell'arrendevolezza e della rassegnazione disfatta potrebbe scomparire davanti alla consapevolezza che non si è più soli: un muro di solidarietà è con noi.

Bellissime le parole di Vecchio, di quelle che inducono alla riflessione più intima. "Mi sono sovra esposto, ma non voglio diventare un bersaglio, anche le pallottole non possono uccidermi perché le mie idee non moriranno mai".
E Vecchio non si è fermato, ha scritto a Napolitano e Prodi per chiedere la presenza dello Stato, la vita va vissuta da protagonista e non da eroe.
L'idea è piaciuta a Artioli, n2 di di Confindustria nazionale che chiede l'intervento dell'esercito, una specie dei Vespri siciliani dei giorni nostri.
E i Vespri siciliani sono forse la chiusura del cerchio, se, come affermano alcune interpretazioni storiche e leggendarie, tutto è cominciato durante quel periodo, persino l'utilizzo del nome mafia!
 

Per il momento il primo grande risultato è stato ottenuto: la riscossa degli animi e altri traguardi si possono raggiungere. Ne è convinto il ministro Di Pietro, che entusiasta dell'idea, pensa di estenderla anche al settore tangenti con cui ha conti in sospeso anche da dirigente dei lavori pubblici: l'imprenditore che paga tangenti deve essere espulso dall'Associazione degli Imprenditori.

A questo punto non resta che aspettare gli sviluppi e vedere se il risveglio delle coscienze avverrà anche in altre parti di Italia, ugualmente coinvolte e soffocate dal fenomeno mafia.

Auguriamoci che sia così!


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Commenti al Post:
Red_Lady
Red_Lady il 05/09/07 alle 14:34 via WEB
io sono d'accordo con Travaglio: il deterrente non puo' essere l'espulsione dalla confindustria. Facite ammuina di Marco Travaglio - 4 settembre 2007 Si può essere contrari alla decisione della Confindustria di espellere i soci che pagano il pizzo? No che non si può. Come non si può che essere favorevoli alle politiche dei sindaci per la sicurezza nelle città. Eppure qualcosa non torna. Prendiamo la guerra ai lavavetri a Firenze: è senz’altro molto interessante interrogarsi se l’ordinanza Cioni sia di destra o di sinistra e domandarsi che cosa ne direbbero Rudy Giuliani e i padri del comunismo (l’altroieri il Cioni si paragonava a Pecchioli, subito smentito dalla figlia di quest’ultimo; ieri il sindaco Domenici spiegava che Lenin sarebbe molto fiero di lui). Ma forse è più interessante chiedersi se l’ordinanza serva a risolvere il problema. I magistrati interpellati sul tema hanno già risposto che non serve a nulla, se non a ingolfare i tribunali di processi inutili, che si concluderanno dopo qualche anno con condanne virtuali a carico di imputati ormai irreperibili; e a riempire di secchielli e spugnette gli uffici dei palazzi di giustizia destinati ai corpi di reato. Questo per dire che è vero, l’ordinanza anti-lavavetri non è né di destra né di sinistra: infatti è inutile. Vediamo ora l’ultima mossa di Confindustria: fuori chi cede al racket della mafia. Splendido segnale, encomiabile iniziativa dopo anni di silenzio omertoso. Ma la domanda è sempre la stessa: punire chi paga il pizzo è utile a combattere il pizzo? Stando ai dati ufficiali, a Palermo pagano il pizzo oltre il 90 per cento dei commercianti e degli imprenditori. Dunque, se tutti coloro che pagano il pizzo venissero scoperti ed espulsi, a Palermo la Confindustria dovrebbe chiudere i battenti, e così la Confcommercio e la Confesercenti. Per fortuna di chi paga il pizzo, il suo nome e le prove a suo carico sono più inaccessibili e misteriosi del terzo segreto di Fatima. Il vero problema è come scoprire chi paga il pizzo (ma soprattutto chi lo impone), non che fare di lui dopo averlo scoperto. Senza dimenticare che pagare il pizzo è un pessimo comportamento, ma quasi sempre è questione di vita o di morte: o paghi, oppure ti ammazzo o almeno ti rovino. Tant’è che chi cede alle estorsioni non è penalmente perseguibile, essendo vittima di cause di forza maggiore. Anziché punire chi cede, bisognerebbe cominciare a premiare chi non cede e denuncia: ma l’esperienza dei (pochi) imprenditori e commercianti che, sull’esempio di Libero Grassi, hanno deciso di resistere al racket, abbandonati dallo Stato ma non dalla mafia, insegna che conviene pagare. E, finchè lo Stato non dimostrerà che conviene ribellarsi, la gente seguiterà a pagare. La prospettiva di esser espulsi dalla propria associazione di categoria è una minaccia paragonabile a quella della mafia (attentato o morte), e dunque sufficiente a scoraggiare chi vuole pagare? La risposta naturalmente è no, dunque tutto continuerà come prima. Salvo che i vertici di Confindustria, come sindaci e assessori della "tolleranza zero" a parole, fanno un po’ di bella figura a costo zero. Le due campagne sono quanto di più italiano, o italiota, si possa immaginare: il solito "facite ammuina" di borbonica memoria. Confindustria e le altre associazioni di categoria sono piene di imprenditori, manager, banchieri e commercianti che evadono le tasse, o pagano tangenti, o accumulano fondi neri, o taroccano bilanci, o truffano i risparmiatori, o fanno affari con la mafia, o impiegano lavoratori in nero, o abusano del precariato, o negano ai dipendenti le condizioni di sicurezza minime facendo lievitare a livelli da terzo mondo gl’infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il tutto senz’alcuna lupara puntata alla tempia, ma solo per bieca cupidigia. Gente condannata in Cassazione o beccata dall’Agenzia delle entrate o dall’Inail o dall’Inps, con nome e cognome. Perché non si comincia a cacciare costoro? Ma in che paese si espelle il barista che paga il pizzo per salvarsi la pelle e si mette al vertice dell’ Eni uno che pagava le mazzette al Psi per fare carriera e al vertice di Mediobanca uno che ha più processi che capelli? In Italia, naturalmente.
 
 
eccelso86
eccelso86 il 05/09/07 alle 15:58 via WEB
Quoto in toto il commento di Red Lady e, quindi, l'articolo di Travaglio. Bisognerebbe "educare" la gente e resistere ma, per resistere, la gente comune, ha bisogno di protezione(e non di quella "protezione" che spinge a pagare il pizzo). Come giustamente osserva Travaglio, l'Italia è il paese del "Facimm ammuina" e del, deviamo l'attenzione su altri fatti(comunque di comune interesse) per sotterrare le malefatte di noi che governiamo. Anche l'accostamento con la risoluzione anti-lavavetri è calzante . In entrambi i casi, infatti, non si risolve il problema alla radice ma, anzi, se ne creano di nuovi. Il problema, alla fine, sapete qual'è? Che fin quando in Italia si ragionerà in un certo modo e cioè si farà finta di risolvere i problemi per i cittadini e, in realtà, si baderà, ESCLUSIVAMENTE, a fare i furbi e a salvare le chiappe di chi, per anni, si è riempito il portafogli e ci ha svuotato il futuro, non andremo mai avanti e, anzi, retrocederemo. Chi decide sul serio(e non solo blaterando)di combattere la mafia alla fine si ritrova da solo, o meglio, con l'unica compagnia che non vorrebbe mai ritrovarsi vicino: la mafia stessa. Ricordate la lotta ai contrabbandieri di sigarette?!Uno dei pochi episodi che hanno visto lo Stato impegnare tutte le sue forze per risolvere, nel vero senso del termine, un problema che stava diventando grave. In quel frangente lo stato ha vinto e il contrabbando è stato sconfitto...certo, ci sono state vittime tra finanzieri e poliziotti ma, purtroppo, certi sacrifici debbono farsi per garantire un futuro migliore ai giovani d'oggi. A mio avviso, i finanzieri che hanno perso la vita durante la guerra al contrabbando di tabacco, sono degli eroi e, il loro esempio, dovrebbe essere ricordato spesso. Volere e potere ma, a quanto pare, il detto di chi ci governa è: "Chi si fa i cazzi suoi, campa cent'anni"!
 
 
arabafelice59
arabafelice59 il 05/09/07 alle 16:30 via WEB
commento encomiabile ed esaustivo ...CHE GRAN BELLA TESTA PENSANTE ! ecco un altro pregio che potrebbe avere questo blog, quello di far emergere persone come Red_lady, dotate di proprietà di linguaggio e chiarezza di espressione dei concetti. Grazie, mi hai veramente fatto considerare l'argomento da altre angolazioni. Il tuo commento sarebbe stato un ottimo post...
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/09/07 alle 16:58 via WEB
ehm...mi pare che il commento fosse di Travaglio! Comunque si, concordo con Red lady e con quella che, comunque, è la sua visione. Enrico
 
     
arabafelice59
arabafelice59 il 05/09/07 alle 17:28 via WEB
risposta all'anonimo Enrico, vero, l'articolo è di Travaglio..Red_Lady però,ha avuto la gran bella pensata di inserirlo nei commenti e in tale modo l'ha portarto a conoscenza di chi non l'ha ancora letto..
 
archeowall
archeowall il 05/09/07 alle 17:08 via WEB
Speriamo che sia presto sto risveglio delle coscienze, prima che sia troppo tardi! Travaglio o non travaglio. Interessante questo blog, vi seguirò con curiosità! Archeowall
 
tamteam
tamteam il 05/09/07 alle 17:30 via WEB
Perché non ci invii anche tuoi contributi, se il blog ti piace?
Inviali a tamteams@libero.it.
Il regolamento di partecipazione è semplice: chiunque abbia voglia di portare a conoscenza degli altri argomenti importanti può farlo.
Leggi QUI e vedrai che questo è un blog di tutti: quindi anche tuo!
Tamteam
 
Red1dgl
Red1dgl il 05/09/07 alle 17:39 via WEB
complimenti per il blog, davvero interessante! Bellissima anche la "copertina" con Totò e il suo megafono! Rende benissimo l'idea!
 
luxeye
luxeye il 05/09/07 alle 18:44 via WEB
non ho nulla da aggiungere a quanto è stato detto. Mi limito a dire che reputo attuabili i controlli per mendicanti e lavavetri. Ma la lotta al pizzo è qualcosa che non puo' essere risolta' cosi' semplicemente. Non sono ottimista. Francamente il problema "cosa nostra" è troppo complesso. io davanti ad una richiesta di tangente ho detto seccamente no. rinunciando ad un buon guadagno. La saccenza del mio interlocutore mi ha irritata non poco. Ma dopo di me.. qualcun altro avra' pagato... A che è servita la mia rinuncia?
 
mara2003
mara2003 il 05/09/07 alle 22:23 via WEB
io mi trovo pienamente d'accordo con la decisione della confindustria sicilia. In una realtà in cui lo Stato è completamente assente, qualcuno doveva cominciare a muoversi e se il primo segnale è stato quello di radiare dall'albo gli imprenditori che pagano il pizzo, ben venga! Tra l'altro, sono convinta che la morma nasconda in sè un messaggio, che potrebbe suonare così, più o meno, non abbiate paura, non siete più soli, denunciate che vi intimidisce. Già qualche giorno dopo le prime reazioni positive ci sono state, in Calabria ad esempio stanno per seguire lo stesso percorso, sposando pèrò l'idea del ministro Di Pietro, cioè quella di radiare dall'albo gli imprenditori che pagano le tangenti, il rovescio della medaglia, un altro tipo di mafia non meno improtante!
Buon proseguimento, state andando benissimo, Mara
 
peripateticoseduto
peripateticoseduto il 06/09/07 alle 08:27 via WEB
I Vespri Siciliani??? Una missione inutile, un fallimento. Potevo avere 8/9 anni, a Gela eravamo in piena guerra di mafia, la più cruenta che si conosca a detta di Falcone, ricordo che dinanzi al mio negozio abitava il giudice Ventura. Sotto la sua dimora vi erano una 15ina di militari come scorta (dei Vespri ovviamente).Spesso e volentieri mi avvicinavo incuriosito per far loro delle domande e notavo che i "carusi" di 11/12 anni andavano da loro con la pistola in tasca e mostrandogliela dicevano "U sai che u tempo cha spari cu ssa scupetta iu ti fazzu un purtusu?" ovvero lo sai che il tempo che spari con il fucile di faccio un buco e i militari si cagavano addosso
 
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