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Egitto on the road
Post n°6 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da tanganica0
Milioni di luci sotto di noi, il Cairo ci accoglie in una notte di primavera. Un silenzio assordante per le strade, è il rumore che solo un'umanità di 17 milioni di anime sa regalarti. Strade buie, a volte illuminate, deserte, a volte affollate, ci accompagnano verso Alessandria. Il rumore dell'asfalto, la stanchezza, brevi soste tra preghiere e braci di sigarette che brillano al buio e di nuovo in viaggio. Alessandria ora ci circonda in un'alba di nuvole grigie già soffocata da un traffico che sembra non avere né un inizio né una fine. Il ricco museo, le catacombe incredibilmente conservate non bastano a rinverdire i fasti di una città imperiale che desideriamo lasciarci alle spalle perché è quel che verrà che desideriamo vedere e vivere. Ancora sulla strada verso la storia recente, storia di eroismi e di morte....è El Alamein che ci accoglie. E' d'istinto che ti inchini davanti alla semplice maestosità del Sacrario e la commozione ti prende davanti a tutti quei nomi stemperati sul bianco di quadrati di marmo e sepolti per noi sotto quelle sabbie. Ti senti un nulla davanti a loro e lo lasci alle spalle senza dimenticare. La strada corre diritta, inesorabili passano i chilometri in mezzo a un nulla di sabbia e ciotoli. Chiuso nei tuoi pensieri con gli occhi fissi verso un orizzonte che sembra allontanarsi, ti senti perso e il deserto ti prende, ti circonda con un fascino cui non puoi e non vuoi sottrarti. Forme, colori, disegni di sabbia corrono sotto le ruote e ti rimangono dentro e non sai dove guardare perché è un qualcosa più grande di te che già sai non dimenticherai più e vorresti che non finisse mai quello spettacolo della natura che attraverso il riverbero di un piccolo fuoco fumoso vedi dolcemente sciogliersi verso una notte di stelle. Siwa ti viene incontro, piccola, grande oasi persa tra le dune del gran mare di sabbia. La vita scorre lenta, ritmata dall'andatura tranquilla di magri asinelli che docili percorrono strade strette e polverose, intatte da secoli. Uomini dalle barbe ispide, donne velate che sembrano desiderare l'invisibilità, sapore di tè alla menta, un altro mondo o forse un altro secolo. Non siamo abituati al ritmo di una vita scandita dal sole ma quasi con sollievo ci lasciamo trascinare da questo lento volgere del tempo. La sabbia copre e nasconde tesori inestimabili, necropoli e tombe egizie che sembrano aver visto appena uscire da quelle strette porte, artisti, scriba e sacerdoti. La sabbia cela i segreti di una civiltà forse troppo grande ed evoluta per essere interamente svelata e compresa da noi. Notte di deserto, piccole tende appese alla sabbia, un'emozione incontenibile guardando il fuoco che allunga le ombre, il silenzio della notte fredda e milioni di stelle che ti guardano mentre aspetti che un nuovo giorno ti sorprenda. Si leva un'alba grigia di vento. Da lontano sembra nebbia che avvolge le dune cambiandone l'aspetto, si avvicina fischiando tra le piccole valli formate dalla sabbia e ci sorprende, ci avvolge. Spilli sulla pelle, piccole stilettate che feriscono gli occhi, ora è lui che domina il deserto e tu cerchi un riparo come i viandanti di un tempo ormai perduto. Una stanza spoglia in una piccola casa di un povero e polveroso paese, il nostro rifugio. L'ospitalità della gente, il sorriso di una giovane che porta del cibo, il riso grande e sincero di una bimba, la sua mano che si agita quando ripartiamo nel vento che sembra aver esaurito la sua forza. Una strada che sembra senza fine, rotaie in mezzo al nulla, una montagna di cristallo che nasce dalla terra e poi l'inimmaginabile. Bianche di calcare, strane forme si innalzano dal deserto per sorprenderti, sono ovunque, minuscole, piccole, grandi, gigantesche formazioni che sembrano stare a guardia di questo fiabesco deserto bianco. La sera disegna forme strane sulla sabbia, cala veloce la notte nel deserto, il fuoco raccoglie le nostre voci, è fredda la notte nel deserto ma non per il nostro cuore che si riempie di queste bellezze. Si alza il sole e lentamente scalda l'amicizia che si è creata fra noi in questi luoghi fantastici, così lontani dal nostro vivere normale, così diversi da restare indimenticabili. Il nastro d'asfalto si perde verso la città dove un'orrenda periferia ha circondato in modo sacrilego le piramidi di Giza, come sono lontane Siwa e Baharia, le nostre oasi del silenzio, com'è lontano quel mare di sabbia che ci ha avvolto nel suo fascino dolce e violento, com'è lontana quella vita scandita dal sole e dalla natura ma come è forte e vicino il desiderio di tornare e la certezza che ancora potremo sentire soffiare il vento del deserto e vedere le nostre ombre appoggiarsi dolcemente su quelle magiche dune di sabbia. |
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