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(ASCA) - Roma, 18 giu - Il 2011 ha fatto registrare un
''triste record'' per quello che riguarda le persone che, per
motivi politici, etnici o religiosi, hanno dovuto abbandonare
il proprio paese per rifugiarsi in un'altra nazione. Il
numero dei rifugiati, infatti, lo scorso anno e' stato il
piu' alto dal 2000 ad oggi raggiungendo la cifra record di
800 mila persone. E' quanto emerge dal rapporto annuale
pubblicato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (Unhcr). Drammatici dati resi noti alla vigilia
della Giornata mondiale per i rifugiati che si celebrera' in
tutto il mondo mercoledi' 20 giugno. In Italia per celebrare
questa importante ricorrenza l'Unhcr, ha deciso di
organizzare una conferenza a Roma alla presenza del
Presidente dalla Repubblica Giorgio Napolitano e dell'Alto
Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio
Guterres.
Nella pubblicazione ''2011 Global Trends'' l'Unhcr
presenta informazioni e dati dettagliati sulla portata delle
migrazioni forzate provocate da una serie di gravi crisi
umanitarie, cominciate alla fine del 2010 in Costa d'Avorio e
seguite da altre in Libia, Somalia, Sudan e altri paesi.
Complessivamente 4.3 milioni di persone sono state costrette
ad abbandonare le proprie aree d'origine, 800.000 delle quali
attraversando il confine dei propri stati e diventando
rifugiati.
''Il 2011 ha visto sofferenze di dimensioni memorabili. Il
fatto che cosi' tante vite siano state sconvolte in un
periodo di tempo cosi' breve implica enormi costi personali
per tutti coloro che ne sono stati colpiti - ha dichiarato
Anto'nio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i
Rifugiati a capo dell'Unhcr. - Possiamo solo essere grati del
fatto che nella maggior parte dei casi il sistema
internazionale atto a proteggere queste persone sia rimasto
saldo e che le frontiere siano rimaste aperte. Questi sono
tempi difficili''.
Alla fine del 2011 in tutto il mondo vi erano 42,5 milioni
di persone tra rifugiati (15,2 milioni), sfollati interni
(26,4 milioni) o persone in attesa di una risposta in merito
alla loro domanda d'asilo (895.000). Nonostante l'elevato
numero di nuovi rifugiati, la cifra complessiva e' risultata
inferiore al totale del 2010 (43,7 milioni), soprattutto per
effetto del ritorno alle proprie case di un gran numero di
sfollati: 3,2 milioni, la cifra piu' alta da oltre un
decennio. Per quanto riguarda i rifugiati, nonostante un
incremento nel numero dei rimpatri rispetto al 2010, il 2011
si trova comunque al terzultimo posto per numero di ritorni a
casa (532mila) nell'ultima decade.
Considerato in un'ottica decennale, il rapporto evidenzia
diverse tendenze, definite, ''preoccupan''. In primo luogo,
il fenomeno delle migrazioni forzate colpisce numeri maggiori
di persone a livello globale, con cifre annuali che superano
i 42 milioni di persone in ognuno degli ultimi 5 anni.
Inoltre, una persona che diventa rifugiato e' probabile che
rimanga in tale condizione per molti anni, spesso bloccato in
un campo profughi o vivendo in condizioni precarie in un
centro urbano: dei 10,4 milioni di rifugiati che rientrano
nel mandato dell'Unhcr infatti quasi i tre quarti (7,1
milioni) si trovano in esilio protratto da almeno 5 anni, in
attesa di una soluzione alla loro condizione.
Complessivamente l'Afghanistan si conferma il paese
d'origine del maggior numero di rifugiati (2,7 milioni),
seguito da Iraq (1,4 milioni), Somalia (1,1 milioni), Sudan
(500mila) e Repubblica Democratica del Congo (491mila).
Circa i 4/5 dei rifugiati di tutto il mondo fuggono nei
paesi limitrofi. Cio' si riflette ad esempio nelle numerose
popolazioni di rifugiati presenti in Pakistan (1,7 milioni),
Iran (886.500), Kenya (566.500) e Ciad (366.500).
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(ASCA) - Assisi (Pg), 18 giu - ''Con Confindustria ci siamo
detti molto chiaramente che questo decreto che segue a molte
altre misure del passato e a cui altri decreti seguiranno,
non ha ancora un capitolo importante che e' quello
dell'incentivazione all'innovazione''. Se ne e' detto
convinto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado
Passera, nel rispondere alla sollecitazione dei giornalisti
riguardante il giudizio del presidente di Confindustria,
Giorgio Squinzi, sui contenuti del decreto che ha incassato
il via libera di Palazzo Chigi. ''Dobbiamo trovare le risorse
- ha aggiunto - perche' qualsiasi misura di questo Governo
non deve mai mettere a rischio gli obiettivi finanziari che
ci siamo dati come Paese nei confronti dei mercati e dei
partner internazionali''.
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Roma, 18 giu. - (Adnkronos) - "Innanzitutto non e' cosi' scontato che la Spagna vinca con la Croazia e che l'Italia vinca con l'Irlanda. Al di la' dei giochi di classifica bisogna essere anche realisti su quello che puo' succedere nel calcio. Ci sono gironi che hanno riservato delle sorprese, se si pensa a quanto accaduto alla Russia, sia spagnoli che italiani dovrebbero concentrarsi sulle rispettive partite". Damiano Tommasi, presidente dell'Aic, mette in guardia l'Italia, non deve pensare agli altri, ma prima di tutto a se stessa e alla sua partita, senza pensare al possibile 'biscotto'. Comunque per gli azzurri anche vincere 1-0 potrebbe non bastare.
"E' difficile pareggiare 2-2 una partita -prosegue Tommasi a radio Anch'Io Sport, riferendosi a Spagna-Croazia- dove chi vince e' prima nel girone. Sembrano frasi fatte ma se vinciamo con l'Irlanda penso che passiamo il turno. Quando giochi con squadre che non hanno nulla da perdere non e' facile. Certo e' inevitabile che le squadre possano pensare di eliminare una concorrente, ma il fatto di eliminare l'Italia puo' essere solo un qualcosa in piu' da guardare in questa partita. Non mi fisserei su Croazia-Spagna, ma starei attento a quella con l'Irlanda. Non sara' facile fare tre gol all'Irlanda".
Sulle dichiarazioni di Buffon e Cassano nei giorni scorsi, Tommasi e' chiaro. "Le dichiarazioni della vigilia sono figlie del momento che vive il calcio italiano. Dovremo essere in grado di fare quadrato. Va cambiata la mentalita', non solo di quei giocatori che si sono prestati a giochi poco educativi, ma del sistema che ha chiuso un occhio su risultati che erano scontati e che sono andati come si pensava", aggiunge Tommasi.
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(ASCA) - Roma, 18 giu - ''Se si potesse distillare, neanche una goccia dello spirito francescano e' presente nei provvedimenti varati dal governo, in particolare quelli riguardanti il mondo del lavoro che tra i tanti effetti negativi hanno prodotto l'allarme sociale dei circa 400 mila esodati''. Lo dichiara il segretario generale dell'Ugl (Francoforte: - ) , Giovanni Centrella, al termine dell'intervento del ministro Passera al Convegno 'Un contributo francescano al superamento dell'attuale crisi economica', al quale il leader sindacale ha presenziato. ''Ci aspettiamo - sottolinea il sindacalista - che, alla luce degli spunti, delle ispirazioni e delle soluzioni poste all'attenzione del ministro Passera da importanti esponenti del mondo francescano, si possa in futuro realizzare uno o piu' provvedimenti che rimettano al centro delle scelte economiche il lavoro e la persona, contrariamente a quanto sta avvenendo in Italia e in tutta Europa, dove prevalgono fin troppo facili scorciatoie per superare la crisi come licenziamenti, tagli allo stato sociale, riduzione dei diritti e incremento inverosimile delle tasse''.
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Torino, 18 giu. (Adnkronos) - "Le linee di intervento in astratto vanno bene ma riteniamo che sia necessario un investimento a breve termine su un piano di sviluppo della Valle e crediamo che con 10 milioni di euro non si possa fare". Lo ha detto Sandro Plano, presidente della Comunita' montana Valli Susa e Sangone, al termine dell'incontro in Regione in cui sono state presentate le linee guide per gli interventi di compensazione per i territori interessati dalla linea Torino-Lione. "Dei 140 milioni di euro previsti per ora ce ne sono solo 10 - ha spiegato Plano - e' una cifra piccola rispetto alla mole di problemi che avremo con la Tav". Nei prossimi giorni il dossier distribuito oggi verra' presentato all'assemblea dei sindaci.
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