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BuenosAires-Istanbul

viaggio dal Tango alle danze Sufi

 
 
 
 
 
 

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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da tangue2008

Buenos Aires, città ibrida ma affascinante, sorge sulle sponde del Rio De La Plata un ampio fiume navigabile, qui la vita nei tempi più recenti è migliorata e gli argentini sono gente aperta, schietta e sincera. Esistono da sempre in ogni barrios dei club accessibili a portafogli colmi e non, dove la gente socializza e trascorre le ore non lavorative in compagnia, associazioni frequentate dalla maggioranza della popolazione, pertanto troviamo persone in strada quasi sempre, c'è movimento c'è vita, cordialità spontanea, ma soprattutto la gente non si tappa in casa.

Nel corso del XX secolo, Buenos Aires ha visto alternarsi al governo dell'Argentina capi di stato espressione a volte di regolari elezioni, a volte di colpi di stato.

Durante la dittatura militare negli anni dal 1976 al 1983, Buenos Aires ha conosciuto il fenomeno dei desaparecidos in cui molti giovani venivano torturati e fatti sparire per l'accusa, molto spesso infondata, di simpatizzare per la sinistra, considerata ispiratrice del terrorismo.

Parallelamente, Buenos Aires è stata teatro di movimenti di piazza anche rilevanti in sostegno o contro il governo del tempo. Ricordiamo le smisurate folle osannanti che acclamavano il presidente Juan Domingo Peron e la moglie Evita, ma anche le manifestazioni del gruppo delle Madri di Plaza de Mayo costituito da donne che, nell'impossibilità di manifestare altrimenti la loro situazione, si riunivano nella piazza antistante la Casa Rosada esponendo in silenzio le foto dei loro cari dispersi a causa della repressione militare.

In anni più recenti si sono moltiplicate le manifestazioni dei piqueteros che protestano per ottenere aiuti per le persone in difficoltà a causa della disoccupazione e la crisi economica effettuando blocchi stradali ed altre forme di protesta pubblica.

Particolare rilevanza ha avuto la manifestazione definita cacerolazo (19-21 dicembre 2001) in cui scese in piazza la classe media, colpita dal blocco dei risparmi bancari, facendo risuonare le pentole di casa. Il cacerolazo ha provocato la caduta del governo De La Rua.

Ma ora leggete la trama de "Il sulfamidico" spettacolo teatrale di Giovanni Meola.

Un ragazzo appassionato di calcio, che scopre a sei anni di essere allergico ai ’sulfamidici’ (antibiotici capaci di procurare reazioni allergiche con stati di semi-incoscienza), conosce per caso in una farmacia un argentino scampato alle torture della dittatura militare che, al sentir nominare i mondiali di calcio di Argentina ‘78, reagisce affermando di essere allergico a quella storia, a quei ricordi, al calcio, addirittura anch’egli ai sulfamidici, nonostante sia lì per comperarne una confezione. Un argentino che, al sentir nominare Maradona e Passarella, replica nominando JORGE CARRASCOSA, l’ex-capitano della nazionale argnetina ritiratosi per: “…non essere in nessun modo uno strumento della dittatura militare.”.

E così il ragazzo scopre la storia di uno dei genocidii più tollerati del ‘900 mondiale e rivive con altro spirito le spensierate nottate passate col padre a seguire le partite dell’Italia ai mondiali del ‘78.

Mentre l’Italia batteva i padroni di casa con un gol di Bettega smarcato da un tacco di PaoloRossi,

nel 1978 in Argentina sparivano decine di migliaia di persone.

Il golpe del 24 Marzo ‘76 portò al potere la giunta militare guidata dal generale Videla che, trasformate le caserme (e non solo) in camere di tortura, fece scomparire più di 30.000 persone, un’intera generazione ‘desaparecida’ nello stato sudamericano più ricco di ascendenze italiane.

Il mondo fece abbastanza finta di nulla.

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