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Islam: crudeltà e violenza

Post n°668 pubblicato il 16 Aprile 2007 da Tatianna

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Nonostante Maometto abbia avuto rispetto per le donne, l’interpretazione dei messaggi lasciati non segue il concetto iniziale e il mondo femminile ne esce umiliato e sofferente. Fra le violenze subite c’è la proibizione di studiare, di uscire di casa, di mostrare il viso in pubblico e in certi posti persino di lavorare. Sono obbligate a usare il chador che le copre dalla testa ai piedi, non possono viaggiare sole, devono obbedire ciecamente al padre e al marito. La donna deve anche accettare che il marito sposi altre donne: insomma, per quelle che vivono in un paese islamico non esistono diritti né rispetto. Non fanno parte neanche dei censimenti demografici o dati statistici. E nella maggioranza dei paesi quando muoiono sono sepolte nel deserto senza nemmeno una lapide, anche perché quando sono nate non sono state registrate. Sono fantasmi, persone mai esistite, vissute solo per soddisfare gli uomini, partorire e crescere i loro figli.

Tutto ciò è possibile perché nei paesi mussulmani le leggi della religione sono anche le leggi dello stato; è religione di stato. In tal modo gli uomini usano i precetti religiosi come leggi dello stato e puniscono in forma durissima chi non li rispetta. Ci sono pattuglie che girano le città per scoprire chi trasgredisce per punirlo immediatamente senza riconoscergli il diritto alla difesa. Tra le infrazione c’è quella della mancata osservanza dell’obbligo del velo. Se una donna subisce violenza sessuale viene assassinata dalla famiglia per il disonore portato al suo nome o dallo stato che tutela le leggi di condanna. L’Arabia Saudita fa parte delle Nazioni Unite però non rispetta i diritti dei propri cittadini e molto meno la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Per dare un’idea della mancanza di rispetto ai diritti delle donne, basti dire che solo gli uomini possono guidare le macchine e le donne che hanno osato guidare sono andate in carcere. Anche alle migliaia di straniere provenienti dai paesi asiatici in cerca di lavoro è negato ogni diritto e le poverette sono spesso violentate e seviziate senza che nemmeno possano rivolgersi alla polizia.

Sono moltissimi gli esempi di disuguaglianza fra uomini e donne in paesi come Siria, Egitto, Marocco, Iran e Giordania, dove  non è permesso sposare un uomo che non sia musulmano, mentre gli uomini possono accasarsi anche con una appartenente ad un’altra religione. Negli stati arabi la legge non tutela in alcun modo la donna al punto che se viene stuprata toccherà a lei provare di essere stata sottoposta a violenza senza suo consenso. E poiché molte volte non riesce a dimostrarlo, da vittima si trasformerà in accusata e, secondo la legge, sarà incarcerata e condannata duramente, a volte persino alla morte per lapidazione, per aver avuto relazione sessuale senza essere sposata.

In alcuni villaggi algerini e pachistani la donna non esiste se non c’è un uomo accanto a lei. Non può comprare, vendere, commerciare, chiedere prestito, richiedere la carta di identità o qualsiasi documento legale senza l’autorizzazione del padre, del marito o del fratello. In Algeria il marito ha diritto di cacciare di casa la moglie all’improvviso, lasciandola sola e senza niente. Lui detiene il patrio potere mentre le donne sono considerate come i bambini davanti alle leggi e non come cittadine. In Egitto gli uomini pensano che le donne debbano restare in casa perché il lavoro femminile è la causa dell’aumento della disoccupazione maschile. Nel Sudan quelle che escono senza il velo che le copre interamente, sono ritenute colpevoli di offendere la pubblica decenza e sono condannate alla fustigazione.

Perché la donna è un bersaglio per i musulmani? Cosa temono questi uomini dal comportamento femminile? Tante guerre, esplosioni terroristiche che mutilano e uccidono tante persone innocenti non saziano ancora la sete di sangue e l’odio? Perché milioni di donne che professano questa religione vivono sottomesse all’uomo come se fosse un dio? Perché non riescono a liberarsi dagli abusi e dalle violenze di questi uomini tanto crudeli? Esiste un dio che giustifichi tanto male? Sarà la violenza veramente un desiderio divino?

E’ molto importante combattere il terrorismo islamico, ma il terrorismo che gli uomini esercitano contro le bambine e le donne? Per esse non c’è vita, non c’è libertà e non esiste una via di uscita, e l’occidente democratico riuscirà a liberarle?

Tania Rocha - "Sesso senza Valore"

 
 
 
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