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Bjork in Cina rischia di essere espulsa

Nel paese che ospiterà le prossime Olimpiadi la libertà di parola e di opinione non è ancora concessa. A farne le spese è la cantante islandese attualmente in tour in Cina; durante il suo concerto a Shangai (il 2 marzo, l’ultimo della serie) Bjork ha concluso il suo brano “Declare Independence” inneggiando al Tibet libero. Questa sua decisione è stata aspramente criticata da alcuni ‘guardiani della cultura’ inviati dal governo a controllare ciò che succede durante concerti o altre manifestazioni: “La performance di Bjork ha offeso i sentimenti del popolo cinese” ha dichiarato il Ministro della Cultura all’agenzia Reuters. “E’ un peccato che ciò sia successo.

Capisco che gli artisti devono portare avanti i propri ideali, ma Bjork non può pensare di fare del bene” ha ribadito un promoter “Il governo potrebbe aumentare le misure di sicurezza e creare delle regole più ferree; questo scoraggerà altri artisti a venire in Cina”. Negli ultimi anni molti musicisti stranieri hanno avuto il permesso di suonare nella Repubblica Popolare, anche se con alcune ‘postille’ come il non danneggiare l’unità nazionale, o il non fomentare risentimento; agli artisti viene chiesto di spedire in anticipo scaletta e testi delle proprie canzoni, in più a ogni concerto, il Ministro della Cultura manda un proprio rappresentante a controllare che tutto proceda secondo gli accordi. Lo scorso anno i Sonic Youth stavano per essere rispediti a casa perché in passato avevano partecipato alla manifestazione ‘Free Tibet’.

Su Bjork.com la cantante ha pubblicato un messaggio datato 3 marzo nel quale spiega: “Spesso mi hanno chiesto di commentare la mia decisione di dedicare il brano ‘Declare Independence’ al Kosovo e al Tibet. Io non sono un politico, sono una musicista e ho il dovere di esprimere tutte le emozioni umane. Il fatto che il brano sia stato interpretato come un inno alla lotta dei popoli soppressi mi ha dato molto piacere. Voglio augurare a tutti gli individui e alle nazioni buona fortuna nella loro battaglia per l’indipendenza. Giustizia!”.

Fabrizio Galassi