Creato da Tatianna il 19/04/2006

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Tania Nienkötter Rocha - rochatania@libero.it

 

 

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10 Ragioni per Non Legalizzare la Prostituzione

Post n°2401 pubblicato il 10 Aprile 2009 da Tatianna

Le seguenti motivazioni sono rivolte a tutti gli stati che sostengono le forme di prostituzione, includendo ma non limitandosi alla piena legalizzazione dei bordelli e dei lenoni, alla depenalizzazione dell’industria del sesso, regolando la prostituzione per mezzo di leggi che ad esempio indicano o comandano dei controlli sanitari per le donne che si prostituiscono, o ogni sistema in cui la prostituzione é riconosciuta come un « lavoro del sesso » o che la sostiene come una scelta di impiego. Poiché i paesi stanno considerando di legalizzare e depenalizzare l’industria del sesso, vi esortiamo a considerare i modi in cui, legittimando la prostituzione come « lavoro », non si rafforza il potere delle donne che si prostituiscono ma si rafforza ogni aspetto nell’industria del sesso.

Argomentazioni:

l. La legalizzazione/ depenalizzazione della prostituzione é un regalo ai lenoni, ai trafficanti e all’industria del sesso. Che cosa significa la legalizzazione della prostituzione o la depenalizzazione dell’industria del sesso? In Olanda la legalizzazione equivale a disciplinare tutti gli aspetti dell’industria del sesso : le stesse donne, i cosiddetti « clienti », e i protettori che, sotto il regime della legalizzazione, sono trasformati in un terzo partito di uomini d’affari e in legittimi imprenditori del sesso. La legalizzazione/depenalizzazione dell’industria del sesso inoltre trasforma i bordelli, i sex clubs, i saloni di massaggio ed altri luoghi di attività di prostituzione in luoghi legittimi in cui gli atti commerciali sessuali possono prosperare legalmente con poche restrizioni. La gente comune crede che, richiedendo la legalizzazione o la depenalizzazione della prostituzione, essi conferiscono dignità e professionalità alle donne che si prostituiscono. Ma conferire dignità alla prostituzione come lavoro non significa conferire dignità alle donne, ma semplicemente conferisce dignità alla industria del sesso. Le persone spesso non si rendono conto che la depenalizzazione, per esempio, significa depenalizzazione dell’intera industria del sesso e non appunto delle donne. E non considerano le conseguenze del legalizzare i protettori come legittimi imprenditori del sesso o come terzo gruppo di imprenditori, o il fatto che gli uomini che comprano le donne per ottenere prestazioni sessuali ora sono considerati come legittimi consumatori del sesso.

2. La legalizzazione /decriminalizzazione della prostituzione dell’industria del sesso favorisce il commercio del sesso. Le industrie della prostituzione legalizzate o depenalizzate sono una delle cause alla base del commercio del sesso. Un argomento utilizzato per legalizzare la prostituzione in Olanda era che la legalizzazione avrebbe aiutato la fine dello sfuttamento di disperate donne immigrate « commerciate » per la prostituzione.

3. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non controlla l’industria del sesso. Ma la espande. Contrariamente alle rivendicazioni secondo le quali la legalizzazione e la depenalizzazione avrebbero regolato l’espansione dell’industria del sesso e l’avrebbero tenuta sotto controllo, l’industria del sesso ora spiega il 5% dell’economia olandese (Daley, 2001:4) Durante gli ultimi dieci anni, poiché i lenoni sono diventati legali e poiché i bordelli sono stati depenalizzati in Olanda nel 2000, l’industria del sesso si é espansa del 25 per cento (Daley, 2001:4) Ad ogni ora del giorno, donne di tutte le età e di tutte le razze, con quasi niente addosso, sono messe in esposizione nelle famose vetrine dei bordelli olandesi e dei sex clubs e messe in vendita per il consumo maschile. Molte di loro sono donne di altri paesi (Daley, 2001 :4) che con ogni probabilità sono state commerciate in Olanda. La legalizzazione della prostituzione nello Stato del Victoria, Australia, ha condotto a una massiccia espansione dell’industria del sesso. Mentre c’erano 40 bordelli legali in Victoria nel 1989, nel 1999 ce n’erano 94, con 84 servizi di accompagnamento. Altre forme di sfruttamento sessuale, come ad esempio il ballo in top sui tavoli, telefonate a sfondo sessuale e pornografia si sono sviluppate in maniera molto più proficua che precedentemente (Sullivan and Jeffreys : 2001)

4. La legalizzazione/ depenalizzazione della prostituzione aumenta la prostituzione clandestina, nascosta, illegale e di strada. La legalizzazione doveva togliere dalla strada le donne che si prostituiscono. Molte donne non vogliono registrarsi e sottoporsi a controlli sanitari, come é richiesto in alcuni paesi che hanno legalizzato la prostituzione, cosi’ la legalizzazione spesso le conduce nella prostituzione di strada. E molte donne scelgono la prostituzione di strada perché esse vogliono evitare di essere controllate e sfruttate dai nuovi commercianti del sesso. In Olanda, le donne che si prostituiscono mostrano che la legalizzazione o depenalizzazione dell’industria del sesso non puo’ cancellare il marchio della prostituzione, ma invece, rendono le donne più vulnerabili agli abusi, poiché esse sono registrate e perdono l’anonimato. In questo modo la maggioranza delle donne che si prostituiscono scelgono di lavorare illegalmente e clandestinamente. I membri del Parlamento che all’inizio erano favorevoli alla legalizzazione dei bordelli sulla base del fatto che questo avrebbe liberato le donne stanno ora vedendo che ora la legalizzazione rafforza l’oppressione delle donne (Daley, 2001 :A1)

5. La legalizzazione della prostituzione e la depenalizzazione dell’industria del sesso aumenta la prostituzione dei bambini. Un altro argomento utilizzato per la legalizzazione della prostituzione in Olanda é stato che essa avrebbe contribuito alla fine della prostituzione dei bambini. In realtà, invece, la prostituzione infantile é drammaticamente aumentata durante gli anni novanta. L’organizzazione Amsterdam-based Childright stima che il numero é passato da 4,000 bambini nel 1996 a 15,000 nel 2001. Il gruppo stima che almeno 5,000 dei bambini nel mondo della prostituzione provengono da altri paesi, con un’ampia parte composta da bambine Nigeriane (Tiggeloven: 2001). La prostituzione infantile é drammaticamente aumentata in Victoria a confronto con altri Stati in cui la legalizzazione non é stata legalizzata. Tra tutti questi stati e territori in Australia, il più alto numero di incidenti riportati di prostituzione di bambini viene dal Victoria. Nel 1998 uno studio condotto da ECPAT (End Child Prostitution and Trafficking) il quale ha condotto una ricerca per l’inchiesta Nazionale Australiana sulla prostituzione di bambini, ha rilevato che c’é stato un evidente aumento dello sfruttamento commerciale organizzato di bambini .

6. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non protegge le donne che si prostituiscono. CATW ha condotto due studi principali sul commercio del sesso e sulla prostituzione, intervistando quasi 200 vittime dello sfruttamento commerciale sessuale. In questi studi, le donne che si prostituivano rivelavano che nei luoghi di prostituzione veniva fatto poco per ptoteggerle, non importa se essi erano legali o illegali. « L’unico momento in cui essi proteggono qualcuno é per proteggere i clienti ». In uno studio di CATW su 5 paesi che intervistava 146 vittime del commercio internazionale e della prostituzione locale, l’80% delle donne intervistate subiva violenza fisica dai lenoni e dai clienti e soffrivano di varie conseguenze di salute a causa della violenza e dello sfruttamento sessuale (Raymond et al : 2002). La violenza a cui le donne erano soggette era una parte intrinseca della prostituzione e dello sfruttamento sessuale. I lenoni si sevivano della violenza per molte diverse ragioni e scopi. La violenza veniva usata per introdurre alcune donne nel mondo della prostituzione e per deprimerle cosi’ esse avrebbero fornito atti sessuali. Dopo l’iniziazione, ad ogni momento del percorso, la violenza veniva utilizzata per la gratificazione sessuale dei lenoni, come forma di punizione, per minacciare ed intimidire le donne, per esercitare il dominio dei lenoni, per pretendere sottomissione, per punire le donne per presunte « violazioni », per umiliare le donne, per isolare e imprigionare le donne.

7. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione aumenta la richiesta di prostituzione. Essa aumenta la motivazione degli uomini a comprare donne per sesso in una serie molto più ampia e permissiva di contesti socialmente accettabili. Con l’avvento della legalizzazione nei paesi che hanno depenalizzato l’industria del sesso, molti uomini che non correvano il rischio di comprare le donne per sesso ora vedono la prostituzione come accettabile. Quando le barriere legali sono scomparse, cosi’ sono scomparse anche le barriere sociali ed etiche per trattare le donne come merce sessuale. La legalizzazione della prostituzione manda il messaggio alle nuove generazioni di uomini e di ragazzi che le donne sono comodità sessuali e che la prostituzione é un divertimento inoffensivo. Poiché gli uomini hanno un eccesso di servizi sessuali che sono loro offerti, le donne devono competere a fornire servizi come sesso anale, sesso senza preservativi, schiavitù e dominazione e altre attività richieste dai clienti. Una volta che la prostituzione é iniziata, non ci sono più limiti.
Le capacità riproduttive delle donne sono vendibili come prodotti, per esempio. Un intero nuovo gruppo di clienti trova la gravidanza una forma di eccitamento sessuale e domanda il latte dal seno nei loro incontri sessuali con le donne in gravidanza. Sono forniti bordelli specializzati per uomini disabili, e custodi assunti dallo Stato che sono soprattutto donne devono accompagnare questi uomini nei bordelli se essi vi desiderano andare (Sullivan and Jeffreys:2001)

8. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non favorisce la salute delle donne. Un sistema legale di prostituzione che ordina controlli medici e certificazioni solo per le donne e non per i clienti é manifestatamente discriminatorio per le donne. I controlli sanitari solo per le donne non hanno senso per la salute pubblica perché monitorare le donne che si prostituiscono non le protegge dall’HIV/AIDS o STDs, in quanto i clienti maschi possono e originariamente trasmettono malattie alle donne. E’ stato affermato che i bordelli legalizzati o altri luoghi di prostituzione controllati “proteggono” le donne attraverso politiche che costringono l’uso del preservativo. In uno degli studi di CATW, le donne americane dedite alla prostituzione intervistate riferivano come di seguito : il 47% affermava che gli uomini si aspettavano sesso senza preservativo ; il 73% affermava che gli uomini offrivano di pagare di più per sesso senza preservativo, il 45% delle donne affermava che esse venivano violentate se instistevano con gli uomini di usare il preservativo. Alcune donne affermavano che in alcuni luoghi ci potevano essere regole per fare usare il preservativo agli uomini, ma in realtà, gli uomini ancora cercavano di fare sesso senza. Una donna riportava : « é la regola indossare il preservativo durante la sauna, ma é negoziabile tra le parti. Molti ragazzi si aspettano servizi orali senza preservativo” (Raymond and Huges : 2001).

9. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non aumenta la scelta delle donne. La maggior parte delle donne che si prostituisce non ha fatto una scelta razionale di entrare nel mondo della prostituzione.Esse non si sono sedute un bel giorno e hanno deciso che volevano prostituirsi. Piuttosto, queste « scelte » sono state definite « strategie di sopravvivenza ». Più che acconsentire, una prostituta si sottomette alle uniche opzioni per lei disponibili. Il suo consenso é dato dal solo fatto di doversi adattare alle condizioni di inuguaglianza create dal cliente che la paga per farle fare quello che lui vuole che ella faccia. La maggior parte delle donne intervistate negli studi CATW affermava che la scelta di entrare nel mondo della prostituzione poteva essere discussa solo in un contesto di mancanza di altre opzioni. La maggior parte enfatizzava che le donne che si prostituivano avevano poche altre opzioni. Molte parlavano della prostituzione come dell’ultima possibilità , o come una maniera involontaria per arrivare alla fine del mese. In uno studio, 67% del corpo professionale (come la polizia, la giustizia)che CATW ha intervistato affermavano che le donne non entravano nel mondo della prostituzione volontariamente. 72% dei fornitori dei servizi sociali che CATW ha intervistato non credeva che le donne scelgano volontariamente di entrare nell’industria del sesso (Raymond and Huges : 2001).

10. Le donne nel sistema della prostituzione non vogliono che l’industria del sesso sia legalizzata o depenalizzata. In uno studio condotto in 5 paesi sul commercio del sesso fatto fatto da CATW e finanziato dalla Ford Fundation, la maggior parte delle 146 donne intervistate affermava energicamente che la prostituzione non deve essere legalizzata e considerata un lavoro legittimo, avvertendo che la legalizzazione creerebbe più rischi e danni per le donne da parte dei già violenti clienti e lenoni (Raymond et al, 2002). « Assolutamente no. Non é una professione. E’ umiliazione e violenza che proviene dal mondo maschile ». Nemmeno una donna intervistata voleva che i suoi bambini, famiglia o amici, dovessero guadagnare il denaro entrando nel mondo della prostituzione. Una donna affermava : « La prostituzione mi ha spogliata della mia vita, della mia salute, di tutto ».

by Janice G. Raymond
Coalition Against Trafficking in Women International (CATW)

 
 
 
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