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rai,tassa santoro,io dico mediaset,si privatizzi la rai

Post n°35 pubblicato il 29 Settembre 2009 da annettafuriosa

rai,tassa santoro,io dico mediaset,si privatizzi la rai
la si privatizzi perchè è uno schifo, la gente paga una tassa annua per poter mantenere alla grande mediaset e vedere censurare i programmi da scaiolaberlusconi, tutti e due indfagatim, prescritti ecc ecc.
Se fosse un paese normale le reti non nazionale dovrebberoo pagare un canone,magari proporzionale ai guadagni, invece le reti lemanteniamo noi per fare ricchi i nani, ossia con craxi il danno è stato fatto, ma continuare è un omicidio, l'unica è priavatizzare la rai,togliere i canoni e fare pagare a chi ne trae beneficio, così mediaset deve fare concorrenza non come oggi spadroneggiare con programmi spazzatura, poco edificabili per una nazione civile, ieri all'infedele hanno fotto vedere cosa trasmette mediaset la sera, negli orari sensibili, ossia dalle 18 alle 20, ebbene c'è stata una sfilata di tette e culi,insomma l'impronta di berlusconi e il suo gusto volgare, poi perchè piace?Perchè l'italia è fatta per la maggiore di vecchi, si bavosi e schifosi aggiungo, come berlusconi 70 e passa ,che non potendo fare altro, non resta che la tv, a questo punto per vedere queste schifezze se la paghino loro la tv, la rai va privatizzata




Non si placa, invece, la polemica sul canone, dopo la campagna lanciata da Libero e dal Giornale per non pagare quella che chiamano "la tassa Santoro". I due quotidiani filo-Berlusconi arruolano il ministro Gelmini e il viceministro Castelli. Per il Pdl, si schierano contro Mario Landolfi, ex presidente della Vigilanza, i consiglieri d'amministrazione Gorla e Petroni (rappresentante del Tesoro nel cda) e l'attore-deputato Luca Barbareschi ("La campagna di Feltri è faziosa e stupida"). Dall'altra parte interviene Massimo D'Alema: "Prima di togliere il canone, che serve per bilanciare l'eccesso di entrate pubblicitarie di Mediaset, comincerei con l'abolizione del tetto della pubblicità per riequilibrare il mercato".

(29 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica


http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/rai4/rai-29set/rai-29set.html

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non paghiamo il canone rai, stufa di mantenere vespa e vari

Post n°34 pubblicato il 28 Settembre 2009 da annettafuriosa

non paghiamo il canone rai, stufa di mantenere vespa e vari
non paghiamo il canone rai, stufa di mantenere vespa e vari di stato sapendo che è pieno di politici trombati, di veline e raccomandati,è ora che si guadagnino il pane, ossia vadano sul mercato, penso che una volta andati sul mercato satoro lo terrebbero in quanto rende, mentre vespa dovrebbe andare a leccare a mediaset, ma mi sa che il posto è affollato



Battaglia anti-canone, è polemica. Libero scrive che "cresce la protesta dei lettori che non vogliono pagare il canone" e dà le istruzioni per disdirlo. Il Giornale titola "Non paghiamo più la tassa Santoro": "Le porcherie di Annozero sono la goccia che fa traboccare il vaso: Travaglio e compagni vadano pure in onda, ma non sovvenzionati con i nostri soldi". Replica Franceschini: "Non hanno la minima idea di cosa sia il servizio pubblico, il prossimo passo è che diranno di non pagare le tasse se vince il centrosinistra. Questa è un'altra parte della battaglia di intimidazione". Per il vicecapogruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino, proporre il boicottaggio del canone "è un rimedio peggiore del male e rischia di minare economicamente la più grande industria culturale del paese". A suo parere sarebbe opportuno inserire il canone "nella bolletta elettrica riducendone l'importo ma facendolo pagare a tutti, una misura equa e utile all'azienda, alla quale non vanno sottratte le risorse, ma va chiesta la giusta dose di pluralismo e imparzialità".

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lo scandalo è il parlamento non anno zero

Post n°33 pubblicato il 26 Settembre 2009 da annettafuriosa

lo scandalo è il parlamento non anno zero

image001.jpga scaiola chiedo perchè a fronte di componenti del governo e non che fanno festini,volano dai mille ai 10.000 euro e si usa coca lo scandalo è anno zero, cioè è come se non si deve dire il nome del ladro sapendo che c'è stata la rapina e la colpa è di chi lo dice e non di chi la fa, io sono italiana,adulta e non ho bisogno della censura di scaiola, che si vergognino d'esistere, perchè in questi tempi di vacche magra, quando io che con la svalutazione delle pensioni prendo 500 euro al mese e devo mantenere dei porci la cosa che non mi piace non è anno zero, ma scaiola, e i vertici rai che leccando il potere e matenuti alla grande da me, mi censurano la dura realtà, cioè siamo governati da delinquenti,non che lo scriva per metafora, no da gente condannata, prescritta, decaduta, tutta gente che ha avuto a che fare con la giustizia e in parlamento per decenza e sicurezza della repubblica non ci deve stare, scaiola dimettiti che oltre ad esserefazioso e servo sei pure vecchio te, berlusconi e buona parte del parlamento, mi vergogno per voi, ed adesso avete raggiunto il massimo dello schifo



Pesante intervento del ministro: "Campagna mediatica basata sui pruriti e l'infamia"
Zavoli: "Pericoloso precedente". Davanti al video 5 milioni di spettatori, 23% di share
Scajola attacca Annozero
"Spazzatura, convoco i vertici"


Michele Santoro con Marco Travaglio e Vauro
ROMA - Il Governo interviene sulla Rai dopo la prima puntata di Annozero e le notizie sugli alti livelli di ascolto. In un comunicato ufficiale il ministro Scajola attacca: "E' ora di finirla. Quella di ieri è l'ennesima puntata di una campagna mediatica basata sui pruriti, sulla spazzatura, sulla vergogna, sull'infamia, sulle porcherie". Parole alle quali il ministro dello Sviluppo Economico aggiunge l'annuncio: "Convocherò i vertici della Rai per verificare se trasmissioni come Annozero rispettino l'impegno, assunto dalla Rai nel contratto di servizio, a garantire un'informazione completa e imparziale".

Zavoli: "Pericoloso precedente". Intervento che ha suscitato l'ira del presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli, che non ha tardato a giudicare le parole di Scajola "un pericoloso precedente. Non corrispondendo ad alcuna regola o prassi istituzionale". Precisazione del ministro: "Non ho commesso nessuna intromissione. E' compito del Ministro dello Sviluppo Economico, il quale sovrintende in rappresentanza delloStato al settore delle Comunicazioni, verificare che l'offerta televisiva sia conforme al contratto di servizio, al fine di tutelare i cittadini che versano il canone e ai quali va assicurato un adeguato livello culturale". Ma dall'opposizione si alza forte la protesta di Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd: "Scajola fa una censura governativa. Il compito di vigilare sul pluralismo è affidato alle Camere, non al governo".

Share al 23%. Dopo le polemiche della vigilia, la trasmissione di Santoro ha sfiorato il 23% di share, pari a 5 milioni 502 mila spettatori, seconda solo di poco dalla storica fiction Don Matteo (23,56% di share). Soddisfatto il conduttore che riferisce anche che entro lunedì sarà risolta la questione del contratto di Marco Travaglio, ieri intervenuto in qualità di "ospite". "Il buon risultato di ascolto - ha detto Santoro - premia un prodotto interamente Rai e non è soltanto frutto delle polemiche. Il pubblico chiede un'informazione più libera da qualunque tipo di condizionamento politico".

Garimberti: "Nessuno vuole cancellare Rai Tre". Intanto, in attesa delle nomine rimaste in sospeso, è intervenuto il presidente Rai, Paolo Garimberti: "Non ci sono urgenze per Rai Tre e Tg3" ha detto, auspicando una soluzione concordata. Garimberti ha poi criticato "l'eccessivo allarmismo" su alcuni programmi della terza rete Rai: "Nessun disegno per cancellare le trasmissioni di Rai Tre altrimenti sarei pronto a lasciare".

(25 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica

 
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Santanchè accusa: aggredita.islamici andate a casa vostra

Post n°32 pubblicato il 20 Settembre 2009 da annettafuriosa

Santanchè accusa: aggredita.islamici andate a casa vostra

Santanchè accusa: aggredita.islamici integralisti andate a casa vostra
può essere simpatica o non, non voglio difendere un partito, ma che una donna venga picchiata a casa sua, mia,nostra, da e questa volta lo dico chiaro,quattropuzzolenti ed ignoranti che pretyendono comendare da noi, ebbene andateve a casa vostra, andate e abbiate il coraggio di combattere lì per le libertà, invece di rompere i maroni quì,non vi sopportiamo più, siete violenti, siete retrogadi, usate le religioni per affermare la vostra inviviltà, ed io chiedo che l'italia si svegli, che l'europa si svegli e vieti categoricamente i burka, veli, burkini, e bastya con questi buffoni, se non gli piace il nostro vivere, anda a casa loro, immediatamente.Noi non vogliamo finire conciati come loro con i loro dittatori e e mercificazioni deliranti,



andatevene a casa vostra


santanche03.jpg


alle donne che vogliono il burchino consiglio vivamente, con democrazia, andate al vostro paese, che quì avete stufato, noi donne italiane,europee che ci siamo fatte un mazzo di secoli per avere la libertà e se a voi non piace, andate al vostro paese e restateci, invece alle donne mussulmane moderate che rispettano noi e non fanno mascherate restate, ed insieme andiamo avanti con la libertà conquistata



la smentita della comunità islamica: ha strappato il velo alle donne e si è buttata a terra
Milano, Santanchè accusa: aggredita
La leader del Movimento dell'Italia stava protestando contro l'uso del burqa davanti al teatro Ciak

Daniela Santanchè davanti al teatro Ciak di Milano (De Grandis)
MILANO- «Sono stata aggredita, colpita da un uomo con un braccio ingessato e gettata a terra». È il racconto di Daniela Santanchè. La leader del Movimento dell'Italia stava protestando, domenica mattina, contro l'uso del burqa davanti al Teatro Ciak, alla Fabbrica del Vapore di Milano, dove si stava svolgendo una festa islamica per la fine del Ramadan. Quando, all'improvviso, un uomo le si è scagliato contro. Poi gli insulti e le minacce. «Domani morirai». Oppure: «Fai schifo». Una versione che però è rinnegata dalla comunità islamica. E la accusa di «atto propagandistico fatto sulla pelle dei musulmani».

LA VICENDA- L'uomo sarebbe stato individuato dalle forze dell'ordine. L'ex parlamentare, però, ha ottenuto di entrare nel teatro in un clima di grande tensione, affermando che «qui siamo in Italia e non in un califfato». È stata scortata dalla polizia con l'intenzione di parlare con alcune donne. Esponenti della comunità musulmana hanno stigmatizzato l'aggressione e gli insulti verso la Santanchè ma hanno anche rivendicato il diritto delle loro donne ad indossare il burqa. All'esponente di destra, accompagnata al Fatebenefratelli, sono state riscontrate contusioni toraciche estese con una prognosi di venti giorni.

LA SMENTITA- La comunità islamica, però, nega tutte le dichiarazioni della Santanchè. E gli esponenti sostengono che sia stata lei «ad aggredire strappando il velo alle donne e a gettarsi a terra» aggiungendo che «comunque la festa non è stata assolutamente rovinata». Il presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, molto sereno, ha affermato: «Se la signora Santanchè ritiene che qualcuno l'ha aggredita faccia la sua denuncia e poi ci sono organi preposti ad accertare la verità. Comunque nessuno l'ha aggredita o minacciata, cosa impossibile visto che c'era un cordone delle forze dell'ordine che ringraziamo. Oggi siamo in festa e lei ha cercato con un manipolo di persone di strappare il velo alle donne velate. Una provocazione vera e propria».

LA BATTAGLIA- L'ex parlamentare ha scelto di protestare contro il volto coperto delle donne musulmane chiedendo il rispetto della legge 152 del 1975 che vieta di nascondere la testa. « Non ce l'ho con queste povere donne ma con chi le manda e le soggioga. Il burqa è un umiliazione per le donne. Non a caso anche in Francia stanno approvando una legge per impedirne l'uso. Il burqa è come l'infibulazione perchè sono strumenti per annullare la sua identità più profonda», ha spiegato la Santanchè. Solidarietà per l'episodio è arrivata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.


20 settembre 2009

 
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feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo la morale doppia

Post n°31 pubblicato il 15 Settembre 2009 da annettafuriosa

feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo la morale doppia

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feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo
ma non che schifo per moraleggiare,in italia è sempre stato così,politici,amanti e poi baciapile in pubblico, i nostri politici da sempre hanno avuto amanti pagate dal contribuente, usato droghe e avuti contatti coi mafiosi, ultimo pupillo della schiera cristiana ed ipocrita, cuffaro, che casini non ha disdegnato anzi l'ha preso a braccia aperte, porta voti mafiosi, ma chi se ne frega.
A questo punto c'è solo una cosa da dire che se ne vadano tutti, mandiamoli a casa, non bastano 30.000 euro mensili, noo,quì li manteniamo tutti come re, ed allora teniamoci il re, ma non si accorgono di quanto fanno schifo e ribrezzo, ma non per le fornificazioni, le tirate di coca, le amicizie delinquenziali a tutti i livelli, non per quello, ma per la doppia personalità, davanti al pubblico, davanti all'elettore predicano cose che poi in privato strausano, perciò oltre all'ipocrisia sono pericolosissimi, che dire dare la caccia al traffico delle droghe e farne uso?Predicare di pagare le tasse e evadere, berlusconi lo sappiamo tutti che evade alla grande,pagare un canone rai che è una tassa politica?Dare licenze edilizie in un territorio scismico,sapendo che prima o poi ci saranno morti, questo paese,mettiamocelo in testa è governato da delinquenti, tutto il parlamento, con annessi e connessi, s'intende commessi, ristorazione, pulizie,regioni,province,comuni,asl,consorzi,ecc ,tutto ciò che comprende la grande macchina è un associazione mafiosa enorme



Un altro editoriale del direttore del Giornale, stavolta contro il presidente della Camera
"Si potrebbero ripescare vicende piccanti per montare uno scandalo"
Da Feltri un altro attacco a Fini
"C'è un dossier a luci rosse"
L'avvocato Bongiorno: valuteremo iniziative in sede giudiziaria
Controreplica del giornalista: "Sarà dura per loro vincere..."


Gianfranco Fini

ROMA - L'attacco diventa sempre più pesante e sempre più diretto. Un altro editoriale di Vittorio Feltri contro Fini, con una polemica che ricorda il caso del direttore dell'Avvenire, Boffo, poi costretto alle dimissioni. Il direttore del Giornale cita un dossier contro il presidente della Camera e contro uomini a lui vicini in merito a incontri con squillo in sedi istituzionali. Il "fondo" è intitolato "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento", poi un secondo titolo: "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl".

Interviene la Bongiorno. La reazione arriva in serata. Con le parole di Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia ma anche legale del capo di Montecitorio: "Inserire in un articolo che si riferisce a vicende politiche e al presidente Gianfranco Fini una allusione generica a un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse' che riguarderebbero personaggi di Alleanza Nazionale, è un fatto gravissimo che lede la reputazione del Presidente della Camera dei Deputati. Valuteremo quali iniziative assumere in sede giudiziaria".

La controreplica di Feltri. Commento del direttore del Giornale alle parole della Bongiorno: "L'importante non è fare una querela, ma vincerla. E in questo caso sarà dura. Molto dura".

L'articolo del Giornale. Per tutta la prima parte, Feltri parla di politica e spiega tutti gli errori di Fini e i rischi di isolamento che l'ex leader di An starebbe correndo. Poi, all'ultimo punto, il settimo, Feltri passa all'avvertimento: "...(Fini) ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E' sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme".



Il dossier. La vicenda, risalente al 1999, dovrebbe essere la stessa di cui "Il Giornale" ha già scritto a giugno e riguarderebbe un giro di escort che, secondo l'inchiesta avrebbero avuto accesso a Montecitorio per "soddisfare" alcuni parlamentari o loro amici. Tre mesi fa, però, il quotidiano di Feltri ne parlava solo con riferimento a Cesa (Udc) e a uomini dell'entourage di D'Alema. Per questo era stato querelato dall'ex ministro degli Esteri.

Le reazioni. Il ministro La Russa se la prende con Daniele Capezzone, che ha difeso Feltri. "Stiamo cedendo all'imbarbarimento della politica". Contro l'editoriale di oggi del Giornale scendono in campo anche i fedelissimi di Fini, in un articolo che appare sul webmagazine della Fondazione Farefuturo, che a lui fa capo: "Ci aspettiamo che gli stessi che un giorno sì, l'altro pure, mattina e pomeriggio, si divertono a far le pulci al presidente della Camera, esprimano uguale preoccupazione e mobilitazione contro l'ennesima sparata di Umberto Bossi". Che ha rispolverato la secessione.

Più moderato il commento del sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho già detto e ripeto che Fini ha tutto il diritto di porre problemi e temi di dibattito al Pdl e che non può essere criminalizzato e messo in difficoltà per queste sue iniziative". Duro invece il giudizio del deputato Pdl Benedetto Della Vedova: "Forse devo rileggere bene, ma per come l'ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perchè stia zitto non è giornalismo, nè giornalismo di inchiesta".

Anche l'Udc difende Fini. Gianpiero D'Alia. "Il direttore del Giornale Feltri spieghi a cosa fa riferimento quando parla: se ha elementi concreti, li tiri fuori, altrimenti si scusi". E il senatore Pd Albertina Soliani: "L'editoriale di questa mattina è con ogni evidenza un'intimidazione nei confronti del presidente della Camera".

(14 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica

 
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