Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti

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Hammam

Post n°3 pubblicato il 18 Gennaio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

sabato 14 gennaio 2006

Mi incammino per il viale attraversato dal tram moderno ed efficiente. Mi mischio alla gente che esce per lo shopping del sabato e ai pochi turisti impavidi che sfidano il freddo.
Senza accorgermene mi ritrovo davanti all'hammam di cui mi avevano parlato. E' molto più vicino di quello che credevo, a due passi dalla colonna, in una piazza ampia e luminosa nonostante il cielo grigio.
La porta dietro i 3 gradini sembra un controsenso... le vetrofanie delle carte di credito accettate fanno a pugni con la pila di pastemal che si intravede dietro i vetri.
Entro e sento già il profumo. Alla cassa mi fanno vedere la lista dei prezzi. Sceglo il lavaggio e il massaggio breve, pago e mi fanno cenno di andare al piano di sopra.
Dal ballatoio del primo e del secondo piano sono stesi i teli ad asciugare. Mi viene consegnato un camerino e un telo in cui mi avvolgo dopo essermi cambiato e aver chiuso a chiave la stanzetta.
Sono pronto per entrare nella stanza più calda. L'atmosfera è avvolgente e profumata di candeggina.
Al centro della stanza l'enorme pietra ottogonale su cui mi fanno sdraiare e rilassare. Tutto intorno si aprono nicchie in cui intravedono uomini intenti a lavarsi le parti intime.
Fisso il soffitto a cupola, la luce che entra a coni dai fori, taglia il vapore che sale e si disperde.
Sono in compagnia, l'atmosfera è goliardica. I ragazzi accanto a me sono miei coetanei, ma mi ricordano i bimbi della colonia in attesa della doccia.
Ridono, scherzano, si toccano. Il più bello di tutti è come me, il viso dolce e splendido, il corpo sodo ricoperto da una peluria scura e ordinata.
Ha le gambe sode, la schiena liscia e massiccia. Il suo amico ne è irresistibilmente atttratto. Gli sta addosso.
C'è complicità tra di loro. L'amico gli accarezza la testa, poi lo volta gli accarezza la schiena e prende a massaggiarlo, mentre già cominciamo a traspirare e a rilassarci.
Metto la testa su una ciotola rovesciata, mi piace sentire il metallo che stride sul marmo, mi eccito e guardare gli amici che si massaggiano.
Nel frattempo capisco che è come essere nel salone del barbiere. I clienti vengono serviti in ordine di arrivo.
A ognuno spetta il trattamento di un massaggiatore. Il primo ad essere servito e il bel ami. Gli tocca un vecchietto magro e rachitico, che sghignazza assistendo ai toccamenti.
Sono sicuro che si è scelto apposta il più bello dei tre. Mentre esce per andare a recuperare un telo, lascia il guanto ruvido per il lavaggio, che immancabilmente viene utilizzato dall'attratto per pulire la schiena del suo amato.
Il bello ride, urla che non vuole. Arriva il turno di tutti e tre e io mi chiedo chi sarà a occuparsi di me.
Nel frattempo mi godo il lavaggio dello splendido, si volta a pancia in su, gli amici ridono per l'erezione che non viene nascosta dal telo.
Si sistema e il vecchietto prende a sfregarlo, con immensa invidia dell'amico e di me, che scruto i suoi occhi e che colgo un lampo di riconoscimento.
Non c'è spazio per i convenevoli in questi luoghi. Qui dove i padri di famiglia si abbandonano a piacere privati e nascosti.
Qui, dove i vizi e i desideri della carne sono relegati al gioco e all'abitudine.
E' sensuale la virilità con cui si lavano e si massaggiano. Si lasciano andare a un rito antico, che non muta e non stravolge la loro sostanza di uomini.
Quando è il momento dei massaggi, arriva il mio tutor. Ha la pelle bianca, il telo avvolta alla vita, sotto il ventre gonfio. Gli occhi scuri e liquidi, i capelli brizzolati e i baffi neri intensi.
Mi dice di sdraiarmi sul telo a bordo dell'ottagono di pietra. Capisco che il massaggio che toccherà anche a me non ha nulla a che vedere con il rilassamento. Sembra piuttosto una tortura da contorsionisti.
La cupola risuona delle urla e delle risa degli altri clienti, quando le loro membra vengono stirate, compresse e maltrattate.
Osservo il mio bell'amico accanto, mi prende il desiderio di baciargli i piedi grandi e carnosi, ma devo prestare attenzione alle cure del mio massaggiatore e poi ho voglia di rilassarmi a dovere.
Mi è toccato Ahmet. Vuole sapere come mi chiamo, di dove sono. Parla due parole in inglese, ma sono sufficienti.
Mi rovescia una scodella di acqua calda dalla testa ai piedi. L'emozione è forte.
Poi prende a sfregarmi il petto e le gambe con il guanto. Mi dice di girarmi, passa alla schiena e ai polpacci.
Poi mi fa sedere sul bordo dell'ottagono, mi prende la mano, gioca con l'intreccio del mio tatuaggio sul braccio sinistro, accarezzandomi piano con il dito sulla carne rilassata.
Sembra divertito. Mi pulisce bene bene, poi mi fa sdraiare ancora per il lavaggio con il sapone.
Immerge un sacco di tela in una bacinella di acqua saponata. Ci soffia dentro e mi ritrovo immerso in una nuvola soffice di schiuma che mi lava e mi accarezza. Chiudo gli occhi mentre mi faccio risciacquare.
Vorrei fissarli nei suoi per fargli capire cosa cerco. Ma forse il telo rigonfio parla già da sé.
Mi fa incorciare le braccia sul petto, poi con un colpo secco mi schiaccia contro il marmo. Sento le vertebre distendersi e scrocchiare. Un sollievo lungo mesi di lavoro e di stress.
Appoggia i palmi delle sue mani dure da maschio sulla fronte, prende a massaggiarmi con forza le tempie e i capelli. Poi passa al petto e all'addome, mi maltratta le budella. Faccio resistenza.
Di solito mi lascio andare, ma questa mi sembra una lotta. Percorre con estrema pressione la linea delle cosce, giù fino alle caviglie. Sento il dolore acuto delle mie contratture.
Sbatto l'altra gamba e stringo i denti. Non c'è niente di rilassante e il peggio deve ancora arrivare, quando mi rigira e mi devasta i polpacci e le cosce da dietro.
Vorrei urlare come gli altri, non sono a mio agito. Lui infierisce. Per farsi perdonare mi porta nella nicchia discreta. Mi fa accomodare e mi chiede se puo' farmi lo shampoo.
Mi insapona e mi carrezza la testa, chiudo gli occhi, mi aggrappo al lavabo di marmo. Mi spinge la testa sul suo telo, tra le sue gambe. Mi chiedo se sotto è nudo.
Intanto con la mano gli sfioro la gamba. Dopo lo shampo mi fa sdraiare. Vuole lavarmi di nuovo. Mi fa stendere con la testa verso il fondo della nicchia e i piedi verso la sala, lui è di spalle alla sala. Mi insapona il petto.
Si avvicina, giro la testa per sbirciare sotto il suo telo. E' nudo. Sono eccitato e la mia erezione pulsa per liberarsi. Smuovo il mio telo e non puo' non accorgersi che sono eccitato.
Si inginocchia accanto a me. Le ginocchia divaricate per offrirmi il suo dono. Deciso, gli metto una mano sotto,
accarezzo il suo sesso, ha il pelo rasato come tutti. Lo stringo e lo massaggio a mia volta, mentre lui continua a dedicarsi al lavaggio senza mai sfiorarmi.
Dalla sala nessuno puo' accorgersi cosa sta succedendo, intanto ormai è eccitato anche lui, mi guarda con passione. Mi mette a sedere per farmi avvicinare la testa.
Apro il telo scoprendogli l'erezione, che ingoio e sa di fresco. Ho il sapore dell'acqua tra le labbra, il sapore della sua virilità sulla lingua. Inghiotto con avidità. Stringo la base e mando in profondità più che posso.
Non si scompone, continua a lavarmi parti ormai pulite. Non geme, non si sorprende, come se fossero gesti che è costretto a ripetere ogni giorno.
Con l'altra mano gli stringo forte le palle, massaggiando e tirandole verso il basso. Non resiste e mi viene in bocca. E' dolce, si stacca. Sputo, mi verso l'acqua fresca in bocca e sciacquo ancora.
Ho il sapore metallico in fondo alla gola. Sono sicuro che ha goduto. Finisce il lavaggio e mi raccomanda di lasciargli la mancia per il buon servizio.
Sono indeciso se vendicarmi per il dolore che mi ha fatto patire col massaggio, la velocità con cui è venuto, il fatto di non avermi mai sfiorato.
Intanto finisco di sciacquarmi. Mi denudo. Il cliente appena entrato si sta toccando sbirciando il bel ami che ormai dovrebbe aver finito.
Mi vede nudo, si palpa l'erezione da sopra il telo. Mi riavvolgo ed esco.
Vengo accolto in una stanza più tiepida, avvolto in due teli asciutti e accompagnato al pianod i sopra, dove esausto mi chiudo in cabina con la luce spenta.
Dopo qualche minuto di relax mi eccito al pensiero che l'addetto ai camerini voglia vedermi nudo. Accendo la luce, mi spoglio e prendoa masturbabrmi, mentre lui continua a passare e ripassare sul ballatoio davanti alla mia porta a vetri.
Anche al pianodi sopra qualcuno butta l'occhio giù. Sono stanco e mi rivesto.
Al piano di sotto i massaggiatori sono in attesa di nuovi clienti. I teli avvolti alla vita, la maglietta o la camicia indossata sopra.
Scendo, mi viene passata una lozione al limone sulle mani, e decido di lasciare una misera mancia per l'odiata marchetta. Quando esco sono pulito e accaldato.
Il vento fresco mi scombina i capelli corti e senza gel. Prendo il tram ultramoderno e mi concedo un giro all'imbarcadero, mentre la musica nelle mie cuffie dice che all'improvviso pioverà...

 
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