Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti

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Sinemasi

Post n°5 pubblicato il 18 Gennaio 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18

sabato 14 gennaio

Ho percorso il ponte con le cuffie nelle orecchie, il vento freddo, le nuvole che si muovevano alla velocità della luce.
Mi sono arrampicato su per le salite, su per la torre, giù per il paesaggio sterminato, giù tra i flutti in lontananza.
Il corso è affollato, entro nel cinema. Film superbinden. L'ingresso costa 5 LT + 1 LT per l servizio luce della maschera che x fortuna non mi accompagna a scegliermi il posto.
I cartelli segnalano che è vietato alzarsi e camminare durante le proiezioni. La sala è affollata. Mi scelgo il primo posto che trovo.
Sullo schermo cattivi film italiani anni 80, un Zequila in erba che si agita su un paio di tette e finge di fare il fotoreporter. Movie di serie B non porno girato a Riccione.
Le pubblicità trasmettono il coming soon di un Siffredi che si fa chiamare Rock qualcosa e avrà avuto si e no 20 anni. Non sono veri film porno, piuttosto si avvicinano ai trash anni '80 della Fenech: qualche tetta e culo svolazzante e amplessi simulati tra le lenzuola.
Tanto basta per far tirare gli uccelli ai turchi.
Accanto a me c'è il primo paio di baffi, che già si mena la piccola circoincisione e mi tocca con le ginocchia.
Tocco, è caldo e duro. Mi inumidisco le dita e le lascio scivolare su e giù. Dopo un paio di manovre, lasta intrappolata nei pantaloni, si rovescia qualche schizzo di seme addosso e sulle mie mani.
Mi alzo con le dita appiccicaticce, cerco un angolo riparato e mi ripulisco.
Ignoro il divieto di walking, mi faccio i miei giri. Osservo la fauna. Sulla porta mi sorride un Bobo Vieri sovrappeso. Si accomoda lasciando un sedile libero per me.
Mi siedo e cominica a palparmi e ad ansimare. Ricambio la toccata, i jeans stretti e le cosce robuste. Il pacco gonfio che mi aiuta a liberare dalla camicia a scacchi rossa.
Vuole baciarmi, gli sfioro i capelli lunghi sulla nuca e portati all'indietro, la mascella squadrata, il doppio mento, una fila estesa di denti dritti.
Mi bacia nell'orecchio, vado in palpitazione e brividi. Lo lavoro per bene, mi giro per controllare la situazione e mi fiondo ad ingoiare quel che trovo, cercando di non spaccarmi le costole sul bracciolo che ci separa.
Quando mi alzo lo sento sento che geme e stende le gambe sotto il sedile davanti. Ha la cappella che gli esplode.
Passo l palmo bagnato avanti e dietro, stringo la base con l'altra mano, tirandola sul davanti in modo da vedergli esplodere l'orgasmo sulla fila davanti.
Rimango ancora un po' là, mi parla in inglese. Vuole andare in albergo, io sorrido.
Sono eccitato, mi abbraccia e mi stringe il ginocchio. Sgancio i jeans e prendea masturbarmi alla loro maniera, senza lasciar scorrere la pelle ma bagnandosi la mano di saliva.
Inutile negare che ho giusto il tempo di preparare un kleenex ma non riesco a evitare di sporcarmi i jeans con un fiotto trabordante.
Nella pausa del film tutti escono nel foyer per la sigaretta. E' il momento dei giochi. Si cammina, ci si guarda, ci si squadra. Se solo non avessi lo zainetto che mi fa troppo tourist and gay!
Punto gli occhi sullo sterotipo turco: completo di velluto a coste demodè e tipico lupetto al posto della camicia. Sguardo profondo, baffo nero e capello liscio tenuto di lato.
Mi accomodo accanto a lui quando la proiezione riprende, lo faccio eccitare ma non vuole aprire i pantoloni xché un vicino osserva. Mi annoio e vado via.
Subito qualcuno prende il mio posto, io continuo la caccia. Al terzo che prende il mio posto capisco che voleva me. Ritorno, mi sorride. Ha la barba scura di un giorno, la virilità e il desiderio di chi non si concede a chiunque.
Ora siamo soli, gli apro la zip, non riesco a spostare il doppio paio di mutande che indossa, si libera da sé. Ingoio la sua lunga erezione in modo da inumidirla e renderla potente. Quando scorre per bene e sono eccitato anche io ci masturbiamo insieme.
Io con la sinistra, la destra impegnata a circumnavigare la sua circoincisione. Lo accarezzo con le dita, cerco di scorgere un sospiro un gemito o un'espressione di piacere. E' impassibile. Mi eccita e mi frustra.
Viene senza che me ne accorga. Ne sento il sapore dolce. Si ripulisce con l'inevitabile fazzoletto di stoffa, sputo su un fazzoletto di carta e vado via cercando di non inghiottire.
Avevo visto arrivare un lupo grigio, alto e largo di spalle nel suo finto burbery. E' seduto nella fila di mezzo, quella col passaggio libero. Non si scompone quando gli sono accanto. Ci separa solo un posto. Mi faccio notare: niente.
Gli sfioro un braccio, poi una gamba, ci sta. Mi sposto accanto e ci tocchiamo, gamba contro gamba. Risalgo dal ginocchio in su verso l'interno coscia. Quando sono alla curva risento un gonfiore potente che gli attraversa tutta la tasca.
Stringo: è duro e grosso. Finalmente. Gli chiedo di andare una fila dietro. Mi alzo e mi segue. Ci accomodiamo e non vedo l'ora di dedicarmi finalmente a qualcosa di sostanzioso e godurioso. Voglio dimenticare la visita di benvenuto che ho avuto la sera precedente in albergo, appena arrivato.
Voglio dimenticare quei baci, quel corpo magro, quell'odore insopportabile e tutto quel ben di dio sprecato in un corpo che non gli apparteneva: x fortuna che è finita in un nano secondo...
Così sono accanto a questo profilo greco, le labbra simpatiche, gli occhietti che ora si accendono di gioia e buttano via la timidezza. I capelli sale e pepe dall'attaccatura bassa sulla fronte.
Abbiamo un ospite che ci scruta dal davanti. Io mi piego e ingoio. Vorrei dare il meglio di me. Spingo fino in gola, sto attento ai denti, apro più che posso. Vorrei fargli sentire la lingua dappertutto, cerco di ruotarlo per averlo frontale e non laterale. Se solo potessi inginocchiarmi davanti a quel totem...
Succhio avidamente, stringo forte da sentirlo pulsare agonizzante. Lui fa una smorfia, mi lancio e aspiro avidamente finoa quando la bocca non mi si riempie di un calore salato.
Forse dovrei evitare di farmi venire in bocca, non mi piace farlo, non lo faccio volentieri e lo reputo poco sicuro. I fazzoletti mi stanno finendo. Ho autonomia per un altro paio di eiaculazioni, mie o altrui.
Dopo vuole parlarmi, non ci capiamo. Non parla niente di inglese. Forse mi chiedo come si chiama, forse mi chiede quanti anni ho. Vuole sapere dove sono in albergo, gli chiedo se vorrebbe venirci con me. Non capisco cosa dice, forse mi sta dicendo che non puo' e che è sposato.
Mi cinge le spalle con il braccio, mi coccola. Lo bacio sul collo e ci guardiamo un po' il film con la mia testa sulla sua spalla. Io sono ancora eccitato, cerco di stuzzicarlo ancora ma è troppo presto. Mi piace giocare che le erezioni molli degli altri. Mi piace girarci intorno con la lingua e masticarli per pompare il sangue.
Mi fa capire che non si alzerà. Si riveste, lo saluto. Intanto c'è un altro intervallo e vado fuori anche io...

 
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