Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti

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Alexandros

Post n°41 pubblicato il 10 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
Foto di tasteinmen

flashback: sabato 4 marzo

Ho fatto colazione a un tavolo vicino al finestrone dal quale entravano i raggi caldi del sole riflesso sul bosforo.
In camera era davvero caldo quando ho aperto le tende, tanto caldo e luminoso da non riuscire a tenere gli occhi aperti davanti a quello spettacolo.
Ho fatto la mia colazione orientale, poi mi sono buttato in strada alla ricerca di un taxi.
Mi sono fatto portare al Topkapi. Dovevo vedere il museo archeologico.
All'ingresso 3 dipendenti annoiati, rinchiusi in un gabbiotto a leggere il giornale, come 3 tacchini appollaiati.
Li ho immaginati decidere chi tra loro tre mi avrebbe strappato il biglietto.
Ho guardato le facce dei numerosi addetti alla sicurezza, buttati sulle poltrone, annoiati e in attesa del tempo che non scorre mai. Lì dentro il tempo è fermo a secoli prima di cristo.
E loro sembrano eterni e immobili come i reperti di un paradiso abbattuto.

Il paradiso di Babilonia, con i suoi giardini, i suoi palazzi, le sue maioliche colorate.
Mi sono divertito a fotografarne i dettagli, e poi a spingermi attraverso le ere ripercorrendo avanti e indietro quello che Alessandro aveva fatto in quei brevi suoi 33 anni di esistenza.
Voleva raggiungere l'altra estremità del mondo. Piccolo e orgoglioso Alessandro.
Ha trascinato i suoi amici più cari nelle battaglie più cruenti. Ha visto morire davanti ai suoi occhi suo padre, i cavalieri di suo padre, i figli di questi. Eppure quell'alndare oltre non era mai abbastanza.
Too much is not enough.
Ha costruito sogni, Alessandro. Ha stupito le sue genti, i suoi popoli, i suoi conquistati. E' stato clemente, ha amato, è stato amato. E' stato ucciso. Forse.
Me lo ritrovo così, col volto distante, su un corpo che è una composizione pop di marmi raccattati chissà dove.
Sei tu Alessandro?
Ho viaggiato con te lungo quei deserti, giù nel caldo Egitto, stupito dai coccodrilli. E poi al di là dell'Ellesponto, fino in Asia dove tuo padre voleva rimanere.
Sopraffatto dagli elefanti, impaurito dagli ippopotami.
Ho cercato di immortalarti nei miei scatti, cercando le tue espressioni nei blocchi di marmo, nei lievi intarsi, nello scene concitate dei cenotafi.

Uscire da quel posto è stato come ritornare alla vita. Stanco per tutti i secoli e le strade percorse attorno al mondo antico. Troia, Alicarnasso, le meraviglie del mondo.
Ho fatto un giro tra i turisti delle moschee, il richiamo dei muezzin risuonava tra i minareti di Santa Sofia e della moschea Blu.
Ho osservato i fedeli accorrere al grido dell'adhan, mentre io mi godevo la pace e la serenità di un giardino immerso nella solennità e nella liturgia di un sabato mattina.
Il mio sabato mattina.

 
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