Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti
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flashback: venerdì 10 febbraio Una settimana fa, quando non mi avevano augurato la buona caccia... Dopo la cena io e P. scappiamo, andiamo al Co. Si è fatta quasi l'ora, ma il locale è ancora quasi vuoto. Già al guardaroba mi guarda. Ignoro e mi giro intorno. Baci e abbracci agli amici che non vedevo da tanto. Risate, long islands, baci. Consigli e sorrisi. Consensi e pacche sulle spalle. P. mi presenta una sua conoscenza. Mi piace, ha le sopracciglia dritte, il sorriso bianco, lo sguardo sottile. Peccato che mi arrivi al petto ed è troppo orso x i miei gusti. Ce la raccontiamo un po' su, poi non so come mai, forse per l'effetto contrastante del long col vino son lì che lo seduco. Lo guardo sotto la visiera del cappellino, socchiude le labbra e si avvicina già. Ci baciamo, in piedi, ci tocchiamo, non ci arrivo. Mi sento sprecato mentre è seduto sulle mie ginocchia su una sedia in fondo al dehors. Per fortuna deve andare via. Un ultimo bacio e sono libero. Sorrido, ordino un altro long island e sotto a chi tocca. Chiedo consiglio, sorrido e attacco. Lo sguardo all'ingresso parla inglese. Non ho rivali. Attacco bottone, la conversazione scorre fluente, l'accento mi conforta, i ricordi riaffiorano, parliamo delle nostre città, abbiamo abitato in momenti diversi nello stesso posto. Bei tempi. G. è carino, ha un bel sorriso, la barba di un paio di giorni, il sorriso pulito e la pancia da inglese abbevazzato. Lo palpo, promette. Mi apre la camicia e mi scopre il pelo. Gli piacciono i tipi grandi grossi pelosi. Io sono solo un po' grosso e peloso, ma gli vado bene lo stesso. Gli italiani sono solo parole, parlano dicono due cose e poi spariscono. Con me si sente a suo agio. Mi tocca ovunque e gradisce. Sorrido al grassone imbranato con le lingue e me la tiro. Glielo mollo e torno dopo. Ho giusto il tempo di sedurre il professorino imbranato che i muove in treno x fare 20 km xché ha paura di guidare. Riesco a malapena a mollargli due baci che sono già stufo. Il locale si sta svuotando. It's a quarter to two. Intravendo P. con I., G. si rifà avanti. Si parla ancora, non ha trovato di meglio e si lamenta. L'indomani partirà x Madrid, vorrebbe un souvenir d'italie immagino. Mi richiede se voglio fare sesso. E dopo un mio stupito Ancora? mi chiede con la coda fra le gambe cosa mi andrebbe di fare. Sparo alto e lancio un I wanna fuck you. Mi risponde OK e già si avvia di sopra.Deja vu del venerdì notte. Sempre la solita colonna. Questa volta lo bacio. Non porge la lingua. E' metallico anche nei movimenti. Seconda ripassata di bocca sul sesso, questa volta voglio che si chini. Lo prende male. Non accoglie tra le labbra. Lascia la bocca troppo aperta. Lo risollevo, lo giro e gli gioco il culo. Mi chiede se ho un condom (ovviamente sì), ovviamente NO (e non ho voglia di scendere alla cassa a pescarne uno dalla boccia). Ce l'ha lui, mi ribagna x bene, mi infila il goldone, si bagna le chiappe con le mani e poi... cos'è successo... L'alcool forse, l'ansia pure. Tutto quel disprezzo sugli italiani parolai che dicono dicono e non concludo, tutta quella fama sprecata, tutto quel puzzo di merda e l'illuminzione che gli inglesi non fanno il bidet... Beh proprio non mi riusciva di entrare. Mi riaccuccio, gli lavoro il sesso succhiando avidamente mentre me lo meno. Sono di nuovo in erezione potente ma proprio non mi riesce di centrare. Me ne sbatto, gli ficco due dita nel culo e gli stimolo la prostata. Gli faccio il gioco del double fucked. Un dito dentro, la bocca a risucchiare sull'uccello. Mi alzo e lo masturbo mentre lo bacio e col medio sempre dentro. Non mi aspettavo ci volesse poco. Sono già stufo e ho voglia di lavarmi e mi dice che sta x venire. Non esito a premere fino in fondo verso la parete addominale. Quando sento le contrazioni intorno al dito lo bacio sul collo, ne assecondo i brividi e gli accarezzo la testa. Mentre sto x andar via perdo P. G. mi chiede un passaggio, è in hotel presso la stazione. Acconsento. P. non risponde, sono già oltre via Padova quando mi chiama. Era chiuso nel cesso con I... Ciccio I. quante succhiate al gelo e nei boschi ci siamo fatti... Ritorno al Co, carico P. G. ride. Lo lasciamo in piazza Duca D'aosta e ci avviamo a casa di P., dove decido che è meglio se dorme da me.
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Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 08:54
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 08:53
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il 25/03/2009 alle 08:49
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