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Post n°8 pubblicato il 22 Maggio 2006 da TATOMATO
" ...Ma come posso farti andare via, farti andare via senza lasciar traccia quando sono qui a condividere ogni respiro con te...Tu sei l'unica che mi ha conosciuto davvero...Ma come puoi andartene da me quando tutto ciò che posso fare è guardarti che te ne vai? Perchè noi abbiamo condiviso le risa e il dolore, persino le lacrime...Tu sei l'unica che mi ha conosciuto davvero... " Una nuova estate era oramai alle porte, così come la scadenza della presentazione della sua tesi. Capitava più spesso da me, dato che doveva discuterne col suo tutor e la tesi doveva essere rilegata. C'erano comunque sempre dei motivi paralleli per scendere. Io non ero mai un valido motivo a se stante. Non mancò molto a che lei pronunciasse quelle parole che furono la prima fucilata vera al mio cuore. Le differenze tra il suo modo di comportarsi quando eravamo a tu per tu e quando invece eravamo distanti, crebbero. Tutti i discorsi fatti, tutte le intenzioni sussurrate tra le lenzuola, tutti i propositi esternati, tutta la pazienza avuta, tutte le volte che strinsi i denti, tutti gli attimi trascorsi a tenere a bada il dolore di distanze incomprensibili, si mescolarono in una nebbia indefinita e nemica di ogni orientamento. "Non sono più sicura di amarti"...l'eco si diffuse come lo sparo di un fucile nel canyon che mi crollava addosso. Avevo atteso qualcosa che a un passo da me stava cambiando direzione. Mi diceva che forse era solo un momento di stanca, e che le sarebbe passato. Stanca? Stanca di cosa ? Di fare a modo suo ? Già, perchè giusto questo era avvenuto... Mi dannavo, mi chiedevo come fosse possibile. Le chiesi di dare valore a tutto quello che c'era stato di bello, di ritrovare i nostri momenti migliori. Lei affermava di non riuscirci, almeno non del tutto. Mi diceva che non dovevo insistere...ma ero a corto di energie e la preoccupazione mi aggrediva sempre più. "Dammi modo di stare tranquillo...rassicurami un po'...". Nulla. Fu come parlare sottovoce alla sua abitudine. Nulla andava affrontato, nulla andava risolto, tutto andava rimandato. Troppa fatica risolvere un problema... Vidi da lontano il buio avanzare lento e inesorabile verso di me. E laggiù, verso l'orizzonte ebbi il presagio di non vederne la fine.
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