(ASCA) - Roma, 1 giu - ''Il decreto attuativo della norma di
proroga al 2012 della detassazione del salario di
produttivita' determina, per effetto della riduzione del
perimetro di applicazione (la soglia reddituale si abbassa da
40 a 30 mila euro di reddito lordo annuo) e dei massimali (da
6 a 2,5 mila euro annui ), un sostanziale dimezzamento del
beneficio''. Lo rileva Confindustria in una nota precisando
che ''pur comprendendo che il decreto attua una precisa norma
di legge dettata dalle difficolta' nelle quali versa il Paese
non si puo' fare a meno di osservare che un regime di
detassazione e di decontribuzione mutevole nei suoi valori,
determina una situazione di assoluta incertezza''.
Per Confindustria ''cambiando ogni anno l'entita' delle
misure fiscali e contributive, le imprese sono
nell'impossibilita' di valutare esattamente i costi del
lavoro. Alla lunga questo modo di procedere finisce per
scoraggiare e penalizzare la scelta a favore della
incentivazione del salario di produttivita'. In questo senso,
diciamo che il confronto sulla riforma del mercato del lavoro
e' stata un'occasione persa''.
Secondo la confederazione ''e' un peccato, infatti, che
non si sia affrontato, seppur con la dovuta gradualita', ma
sistematicamente e razionalmente, il tema del cuneo fiscale e
contributivo che continua a caratterizzare negativamente la
competitivita' del paese. Chi considera la crescita la
priorita' delle priorita', non puo' ignorare questo problema
che, peraltro, anche lo stesso Ministro del Lavoro, Elsa
Fornero, aveva dichiarato di voler affrontare e risolvere''.