'Tutti e due sono stati uccisi per lo stesso motivo: perché si opponevano alla legge sulla blasfemia, una legge che in sé è veramente blasfema, perché in nome di Dio è causa di ingiustizia e di morte', ha spiegato padre Lombardi.
E infatti, secondo quanto riferito dall'agenzia Fides, la Conferenza episcopale del Pakistan, che si riunirà per la sua Assemblea generale a Multan, in Punjab, dal 20 al 25 marzo, esaminerà la proposta di inoltrare ufficialmente alla Santa Sede la richiesta di dichiarare 'martire' Shahbaz Bhatti.
'Nella memoria di Taseer e di Bhatti - ha aggiunto -, nella commossa gratitudine per come hanno vissuto e come sono morti, i veri adoratori di Dio continueranno a lottare - e se necessario a morire - per la libertà religiosa, la giustizia e la pace'.
'Quale più forte incoraggiamento a camminare insieme verso Assisi'', si è chiesto infine.Le norme sulla blasfemia - per la precisione gli articoli 295B e 295C del Codice Penale pakistano - sono state introdotte in Pakistan tra il 1980 e il 1986 per garantire il rispetto verso la religione musulmana e prevedono pene tra cui la pena di morte per chi insulta il profeta Maometto e l'ergastolo per la profanazione del Corano.
Fonte:
http://www.zenit.org/article-25821?l=italian